Steven Spielberg dirigerà un film sui Bee Gees?
Il quotidiano Leggo non sembra avere dubbi e sostiene che il celebre realizzatore sarà impegnato nel progetto. Ma la fonte è il solito tabloid inglese. Intanto, c'è chi confonde I soliti ignoti con La banda degli onesti...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Certe notizie si costruiscono con poco. Prendiamo la voce assurda che Steven Spielberg potrebbe dirigere un film sui Bee Gees. Ora, considerando gli ultimi anni della carriera di Spielberg, vi sembra una scelta coerente? No, vero? Ma Leggo non ha dubbi, con un richiamo dalla prima "Spielberg consacra la disco music: film sui Bee Gees" e sottotitolo in pagina "Spielberg girerà un film sulla band anglo-australiana simbolo della disco music". Uno pensa che magari è il classico titolo eccessivo, a fronte di un articolo più cauto. E invece, anche nel pezzo di Marco Pasciuti, si dice:La cosa bella è che neanche il Mail on Sunday (non proprio il New Yorker), che è alla base dello 'scoop', cita una fonte per questa voce, tanto che ha gioco facile Slashfilm a smontarla. Mah...***Hollywood sta producendo un film sulla loro vita. A dirigerlo sarà Steven Spielberg".
Folgorante inizio del pezzo di Silvia Bizio su Repubblica, che parla di Facebook:
I numeri fanno impressione: 500 miliardi di utenti".
Più che stupirmi dell'errore della giornalista (nulla di sconvolgente, anche a me è capitata una cosa del genere), mi chiedo: ma i correttori di bozze che ci stanno a fare? Più strana questa frase:
L'attore di origine brasiliana Andrew Garfield, il nuovo Spiderman".
Perché origine brasiliana? Non riesco a trovare nulla a riguardo, però chissà, magari i nonni...
***Cinzia Romani sul Giornale, parlando di Figli delle stelle, dice:
Un occhio a I soliti ignoti di Mario Monicelli (non foss'altro per le banconote del riscatto, appese a un filo, ad asciugare)".
Piccolo sospetto mio e di una decina di amici su Facebook, ci si confonde per caso con La banda degli onesti? Mi sa proprio di sì...
***Negli scorsi giorni, si è molto parlato del successo di Benvenuti al sud, citando anche un articolo che è stato dedicato dal quotidiano francese Le Figaro in prima pagina e che a detta di molti giornalisti presentava tanti elogi sul film. In realtà, evidentemente deve essere uscita un'agenzia di stampa, che è stata seguita senza grande controllo. Ecco qual era il pezzo, in versione originale e italiana:
Depuis sa sortie en salle début octobre, Benvenuti al Sud bat tous les records d’affluence en Italie. Ce pastiche de Bienvenue chez les Ch’tis à la sauce napolitaine croque les préjugés des Lombards pour les Méridionaux, ces terroni («ploucs») réputés sales, incultes, paresseux et gangrenés par la Camorra. Claudio Bisio incarne avec brio le personnage d’Alberto, directeur d’un bureau de poste de Lombardie muté par punition à Castellabate, petite commune de l’arrièrepays napolitain, après avoir simulé un handicap afin d’être transféré à Milan. La Medusa, le producteur italien, a acquis les droits d’adaptation nationaux. Gags et caractères se ressemblent, à ceci près que les situations sont géographiquement inversées. Alberto, originaire de la Brianza lombarde, bastion de la Ligue du Nord raciste et antiméridionale, rejoint donc son affectation la mort dans l’âme, vêtu d’un gilet pare-balles et couvert de crème solaire intégrale. Il découvre un univers aux antipodes de ce qu’il imaginait, généreux, chaleureux, plein de vie. Dany Boon est venu sur le plateau. Il tient même un petit rôle, celui d’un touriste suisse voulant expédier un paquet à Zurich et que personne ne comprend dans le bureau de poste, à l’exception de l’employé ne parlant que le dialecte napolitain. Pathé a racheté les droits pour une éventuelle adaptation française. Restera à en traduire les dialogues. Ce ne sera pas une mince affaire.
Dalla sua uscita in sala a ottobre, Benvenuti al sud sta battendo tutti i record di presenza in Italia. Questa parodia di Giù al nord in salsa napoletana affronta i pregiudizi dei lombardi nei confronti dei meridionali, i terroni considerati sporchi, ignoranti, pigri e corrotti dalla Camorra. Claudio Bisio incarna in maniera brillante il personaggio di Alberto, direttore di un ufficio postale in Lombardia, che per punizione viene inviato a Castellabate, piccolo comune dell'entroterra napoletano, dopo aver fatto finta di essere handicappato per venire trasferito a Milano. La Medusa, casa di produzione italiana della pellicola, ha acquistato i diritti di adattamento nazionali. Le gag e i personaggi si assomigliano, nonostante le situazioni siano geograficamente invertite. Alberto, originario della Brianza lombarda, bastione della Lega nord razzista e antimeridionale, raggiunge quindi con la morte nel cuore la sua destinazione, con indosso un giubbotto antiproiettili e ricoperto di crema solare integrale. Scopre così un universo agli antipodi di quello che immaginava, generoso, caloroso e pieno di vita. Dany Boon è venuto sul set e ha anche un piccolo ruolo, quello di un turista svizzero che desidera spedire un pacchetto a Zurigo e che nessun riesce a capire nell'ufficio postale, a eccezione dell'impiegato che parla solo dialetto napoletano. La Pathé ha acquistato i diritti per un eventuale adattamento francese. Bisognerà solo tradurre i dialoghi. Non un compito semplice.
Unico complimento, il fatto che Bisio "incarni in maniera brillante il personaggio". Insomma, non è il caso di parlare di francesi entusiasti del film, come ha fatto qualcuno, peraltro con il solito gioco per cui, se un giornalista straniero parla bene o male di qualcosa legato all'Italia, automaticamente tutto il suo Paese è d'accordo.
***Libero ogni tanto ci regala titoli poco coerenti con gli articoli. Prendiamo l'intervista di Annamaria Piacentini a Carlo Verdone, che parla di Robert De Niro:
Lo stimo come attore e come uomo. Nei suoi confronti provo un grande affetto. E' un vero signore perché sa essere umile. Ha visto alcuni miei film e li ha trovati molto divertenti".
Titolo "Carlo Verdone: 'Anche Robert De Niro è pazzo di me". Yeah, baby, yeah...
Sempre su Libero, continua la fissazione per Pupi Avati e Marco Muller, il cattivo direttore della Mostra di Venezia, che ha escluso dal concorso Una sconfinata giovinezza. In un articolo di Giacomo Ferrari, si dice:
Il passaparola dovrebbe funzionare a dovere [...] Tutti quelli che per ora l'han visto, dicono: che bello, che bello. E poi (subito dopo): ma perché non l'han preso al festival di Venezia?".
Ci si scorda soltanto un piccolo particolare: il film è partito molto male al botteghino. Non era un'informazione importante per il lettore? Vabbeh, attendiamo allora il corteo di tutti quelli che dicono chebellochebello, magari da svolgersi al Lido, anche se nel secondo weekend ha perso il 39%, non esattamente il segnale di un passaparola che funziona a dovere. E poi si continua nel solito giochino. sapete perché Una sconfinata giovinezza non era in concorso a Venezia?
Perché il Pupi aveva (anzi ha) meno santi in paradiso dei suoi colleghi. [...] Per sapere chi sono i santi, basta spulciare l'elenco pubblicato da Ciak su "quelli che contano" nel cinema italiano. Tra questi val la pena di ricordare Procacci della fandango. [...] Nei suoi sette anni di gestione veneziana, Marco Muller non ha mai rifiutato un suo film. Non è bello, anzi è sospetto".
Insomma, tutto dipende dalla forza di chi porta avanti il film. E allora, andiamo a vedere questa Top 50 di Ciak, in cui Procacci è ottavo, Valerio De Paolis (responsabile della BIM, che distribuisce La pecora nera) 47° e i due responsabili di Raicinema Del Brocco e Roviglioni (che hanno portato in sala la pellicola di Avati) terzi. I conti decisamente non mi tornano...
***Infine, nota positiva di oggi, un pezzo molto interessante di Paolo Mereghetti sul Corriere a proposito del regista cinese Fei Mu. Lo ammetto, non sapevo chi fosse, ma l'articolo mi ha fatto venire una gran voglia di recuperare il suo film Primavera in una piccola città...
Vi ricordo che, per segnalarci articoli interessanti, potete scrivere su questo Discutiamone nel Forum Cinema