Steal this film II
Un documentario, scaricabile da internet, sulla pirateria informatica e sulle sue origini. Interessante il tentativo di analizzare il fenomeno, molto meno i risultati...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Il problema è che tutto il fenomeno della pirateria viene etichettato come una questione ideologica e sovversiva, trascurando ovviamente la componente principale: quella economica. Non convince, per esempio, il paragone con la censura ai libri dei secoli scorsi, che ovviamente era ben altra cosa (qui nessuno proibisce nulla - o quasi - semplicemente vogliono i nostri soldi). Così come fa sorridere l'idea che il pubblico di pirati sia alla ricerca di informazioni nascoste o abbia un forte desiderio di comunicare esperienze diverse. Se fosse così, perché i prodotti più scaricati sono anche quelli più popolari e di massa? E perché, non appena un gruppo musicale viene scoperto su Internet, firma subito per una major (alla faccia della distribuzione alternativa)?
In realtà, i discorsi dovrebbero essere altri. Faccio degli esempi:
Una giusta politica dei prezzi, che permetta a chiunque (magari con un abbonamento mensile) di poter accedere a tutti i prodotti multimediali che desidera (film, dischi e quant'altro). Se si continua invece a vendere cd in confezioni mediocri a 20 euro, allora buona fortuna multinazionali...
Un'idea diversa sulle uscite dei prodotti cinematografici e televisivi. Penso in particolare a certe serie televisive, che arrivano nel nostro Paese anche a distanza di un anno (come Lost). Se si crea una forte domanda da parte dei consumatori (che è l'obiettivo di ogni produttore di contenuti) poi bisogna soddisfarla subito. Se non lo si fa, non ci si può lamentare della pirateria...
Offrire prodotti migliori in tutti i sensi e pretendere che vengano mostrati nel modo più opportuno. Insomma, se si abitua il pubblico a vedere i film massacrati in televisione dalla pubblicità, dai formati sbagliati e dai tagli di censura, non è il caso di stupirsi se poi la gente tira giù copie oscene di film appena usciti e ripresi al cinema con una videocamera.
Peraltro, manca l'altra parte della contesa, ossia i produttori (a parte un dirigente della MPAA, che praticamente viene preso in giro). D'accordo, molto spesso dicono delle castronerie, ma comunque sarebbe il caso di sentirli, no?
Di sicuro, inserire nel documentario uno che viene arrestato perché vende dvd pirati e farlo sembrare una vittima (equiparandolo così al ragazzino che si scarica un film senza trarne profitto) non mi sembra una grande idea...