State of Decay 2, i primi passi tra gli zombie, in attesa della recensione - Hands-on
Resoconto ed analisi del nostro primo contatto con State of Decay 2, a pochi giorni dalla recensione
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Non c’erano solo missioni, insomma, ma anche semplici escursioni che avevano come obiettivo il reperimento di risorse e cibo, quando non la fondazione di un nuovo avamposto, utile al gruppo per ampliare le zone sgombre dalla presenza di infetti. Questo sequel, baluardo della controversa softeca di Xbox One, presto disponibile anche su PC, vara la strategia della continuità, ripresentando, fondamentalmente immutata, la formula portante di quella che ormai è, a tutti gli effetti, una serie.
[caption id="attachment_185074" align="aligncenter" width="1000"] Tornano le tipologie di zombie già affrontate nell’orinale tra cui gli Urlatori, che attireranno altri zombie con i loro versi raccapriccianti, e i Selvaggi che salteranno da una parte all’altra per braccarvi in ogni modo[/caption]
Non si tratta di una malattia aggressiva, capace di trasformare il malcapitato in un non-morto nel giro di pochi secondi. Esiste una cura, ma va creata, reperendo i materiali necessari, in tempo, prima che la metamorfosi diventi irreversibile. Evitare ulteriori contatti, lasciare che il personaggio colpito riposi in infermeria, sono precauzioni che rallentano il decorso dell’infezione, ma il tempismo, in questi casi è fondamentale. Procurarsi il medicinale sopracitato è proprio una delle prime missioni che compongono la campagna, fase in cui abbiamo ripreso dimestichezza con tutte le meccaniche già incontrate e conosciute ai tempi dell’originale. Ogni personaggio è dotato di abilità specifiche, di statistiche uniche, che possono naturalmente potenziarsi, a mano a mano che ci si dedica alle varie attività. Combattere con armi da taglio, per esempio, vi renderà combattenti provetti, correre a perdifiato amplierà la barra della stamina e così via.
Altra novità di questo sequel, la possibilità di muovere guerra ad altri gruppi di sopravvissuti. Laddove i non-morti tenteranno di sopraffarvi contando sul loro numero, combattere contro un gruppo di esseri umani si rivelerà particolarmente impegnativo. Non solo ci vorranno molti colpi per abbatterli, sia che facciate affidamento su un machete, sia che imbracciate un fucile di grosso calibro, ma dovrete anche guardarvi dall’essere accerchiati, raggirati, dal farvi cogliere di sorpresa da un’imboscata ben architettata. Il cervello, insomma, a differenza degli zombie, non mancherà affatto a questo genere di nemici, motivo in più per pensarci attentamente, prima di dichiarare guerra ad un’altra enclave.
[caption id="attachment_185075" align="aligncenter" width="1000"] State of Decay 2 propone anche una modalità co-op online, di cui ve ne parleremo approfonditamente in sede di recensione[/caption]
Il primo contatto con State of Decay 2 ci ha regalato molte certezze e qualche dubbio. A fronte di una formula rodata e funzionale, che non mancherà di allietare i fan degli zombie e dei survival, è possibile che la quasi totale mancanza di novità possa indispettire chi ha spolpato a dovere il prequel. Non mancano, inoltre, piccole magagne tecniche, come bug grafici e un frame rate non sempre granitico, a moltiplicare le perplessità.
Eppure, ridendo e scherzando, State of Decay 2 ci ha tenuti incollati al pad fino a tarda notte già in un paio di occasioni. La produzione Microsoft ci sta piacendo, insomma, ma al momento non sappiamo dirvi quanto, né se l’incantesimo è destinato a perdurare, o se si spezzerà a causa di una certa ripetitività di fondo. Restate con noi allora. Tra qualche giorno, il 17 maggio per l’esattezza, potremo e sapremo dirvi molto di più sul gioco, nell’ambito della nostra recensione.