Star Trek: perché non viene annunciato un sequel?
La pellicola di J.J. Abrams ha ottenuto recensioni entusiastiche e incassi fantastici negli Stati Uniti. Eppure, i produttori non hanno ancora annunciato un sequel. Vi spieghiamo perché...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Normalmente, in situazioni del genere, non bisognerebbe neanche annunciare la volontà di realizzare un sequel, tanto sembrerebbe ovvia e fruttuosa l'idea. Eppure, a una settimana dall'uscita della pellicola, questa possibilità è tutt'altro che certa. Le ragioni sono semplici. Se è vero infatti che i 76 milioni di dollari conquistati in Usa sono un ottimo dato, i 35 milioni raccolti nel resto del mondo (tutti i Paesi più importanti, a eccezione del solito Giappone) non sono certo soddisfacenti. O meglio, lo sarebbero per una pellicola a medio budget.
Un budget del genere si recupera con ottimi risultati mondiali complessivi, mentre qui per ora abbiamo soltanto 35 milioni internazionali. Tanto per dare un'idea, Watchmen aveva aperto con 27 milioni e raggiunto i 74 complessivi, ma non era uscito subito in tutti i Paesi di Star Trek. Insomma, l'esordio internazionale della pellicola di J.J. Abrams è sostanzialmente uguale a quello del film di Snyder e sebbene probabilmente Star Trek reggerà meglio, difficile pensare che possa andare molto oltre i 100 milioni extra Usa.
Negli Stati Uniti, il discorso è diverso. L'esordio di Star Trek è stato notevolissimo per un prodotto del genere e al momento i giorni feriali fanno pensare che la pellicola potrebbe raggiungere/superare i 200 milioni (va detto che sarebbe la prima a farlo dopo l'uscita de Il cavaliere oscuro). Anche così, comunque, il totale mondiale si assesterebbe sui 300 milioni (magari 320 con un po' di fortuna) e quindi, tolte le percentuali agli esercenti, siamo a 165-175 di ritorno per i produttori. Insomma, nell'ipotesi più probabile, stiamo sotto di quasi un centinaio di milioni in attesa dell'home video (mercato in forte calo, va ricordato).
Se devo fare un pronostico (anche se è un po' presto), l'accoglienza trionfale ottenuta dal film convincerà poi i dirigenti a dare il via libera a un sequel, sperando nell'effetto Batman Begins/Il cavaliere oscuro. Tuttavia, ci sarà un'estrema attenzione ai costi, un po' come successo con Iron Man, una pellicola dagli ottimi incassi (ma quelli internazionali non esaltanti come quelli americani), ma grossi problemi a definire il cast del secondo episodio proprio per la paura di spendere troppo.
In questo, sorprende come J.J. Abrams, regista che ha fatto la storia della televisione ma per ora non certo del cinema (considerando che l'altro suo film, Mission Impossible 3, ha bloccato al momento la saga), riceva tanti soldi e completa carta bianca per progetti così rischiosi. Certo, se un prodotto come Star Trek, amatissimo da critica e pubblico, fatica a recuperare il suo budget, un megakolossal come Avatar dovrebbe iniziare a inquietarsi. Anche perché il suo budget rischia di essere quasi il doppio...