Stand By Me - da 30 anni non abbiamo più amici come quelli avuti a 12 anni

Uscito 30 anni fa oggi in Italia, Stand By Me è sempre di più la celebrazione di tutto ciò che sta finendo e non sarà mai più così. Dagli attori, al regista a noi

Critico e giornalista cinematografico


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Usciva in Italia il 29 Marzo del 1987 Stand By Me.
Quattro amici di 12 anni in libera uscita, alla ricerca di un cadavere e, senza saperlo, di un’occasione di riscatto. Il più grande dei MacGuffin, cioè la più grande delle scuse per mettere in moto gli eventi e i personaggi così da poter raccontare altro. Il legame tra quattro dodicenni e tutto un mondo sul procinto di cambiare, dall’America del 1959 pronta a piombare negli anni ‘60 e diventare definitivamente altro, ai protagonisti pronti a passare alla High School e ad una vita diversa, fino anche al protagonista reale, uno di loro che da adulto, diventato scrittore racconta tutto con voce fuoricampo, motivato dall’aver appreso della morte di uno dei suoi vecchi compagni.

Nonostante la forte contingenza dell’operazione nostalgia, una delle molte che negli anni ‘80 riprendevano il periodo dorato dell’infanzia degli allora 40enni, Stand By Me sì è imposto in tutte le generazioni a seguire come il trionfo del sentimentalismo virile nostalgico. La forza di questo film di ragazzi è proprio di non essere pensato per i ragazzi ma per un pubblico più adulto, un film che si guarda sempre e comunque con uno sguardo a posteriori rivolto indietro, uno malinconico e commosso. Stand By Me è ricordo di tutto.

Il tempo compie strani riti intorno ai film, li esalta o li massacra, li giustifica, li migliora o li rende invedibili (basta provare a vedere oggi uno dei film più rivoluzionari di sempre, Easy Rider, così calato nel suo tempo da risultare fuori dal nostro). E per uno come Stand By Me, che proprio del tempo ormai andato fa il proprio argomento principale, il tempo sembra essere un alimento, più passa meglio è, più aumenta la nostra personale sensazione di nostalgia per tutto ciò che terminava con quella pellicola, più il suo racconto di uno scrittore che guarda indietro a quando è passato dall’età infantile all’adolescenza diventa tutt’uno con i nostri ricordi. Come se non esistesse più confine tra ciò che sono le sensazioni indotte dal film e quelle realmente provate tramite i nostri ricordi.

I 4 attori bambini + Richard Dreyfuss non hanno più avuto film come questo, il cinema non ha più avuto un genere come il kids movie degli anni ‘80, tutto in Stand By Me è vestigia del passato, è un mondo finito a tutti i livelli di lettura.
Così appartenente ad un’era terminata e intento a raccontarne una ancora più finita, Stand By Me è una specie di meraviglioso rudere, lo è diventato solo pochissimi anni dopo la sua uscita in sala, un colossale monumento a tutto ciò che rimpiangiamo del cinema e della vita. Fotografato con una chiarezza inusuale per il cinema americano mainstream, ma anche dotato di una serie di ganci umoristici, di ruffianerie e momenti commoventi ad orologeria, è l’apoteosi del miglior cinema di Rob Reiner, primo dei tre film che hanno definito la sua carriera poi spentasi come cenere dopo un falò. Anche per lui non torna più un film così innocente e leggero.

Visto oggi questo film prende la sua ultima celebre frase: “Non ho più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. Ma diamine, chi li ha avuti?” e la amplia a dismisura, la rende metafora di tutto quel che con Stand By Me è finito, dentro e fuori la trama.
Tutto questo c’entra e non c’entra con il godimento individuale del film. Ce ne importa qualcosa dello stato dell’industria del cinema quando guardiamo Stand By Me? Ci importa di che fine ha fatto la carriera di Rob Reiner o di dove sono finiti i 4 attori? No, però esiste sempre di più intorno al film un’aura ben accoppiata con il suo argomento, un certo senso di ultimo della sua specie, di grande totem finale di una maniera di raccontare storie che, quella sì, colpisce. Sempre di più si ha la sensazione di guardare la nostalgia stessa fatta audiovisivo.

È un privilegio quasi unico per un film di farsi simbolo totemico del sentimento principale che lo anima. Come Casablanca è il grande monumento all’amore impossibile, Apocalypse Now! lo è alla follia umana o Ladri di Biciclette alla violenza della società sull’individuo, Stand By Me è la nostalgia, la nostra e la loro. E lo sarà sempre di più.

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