Speciale: Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta

Perché Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta è un classico dell'avventura che oltrepassa i confini dell'animazione?

Redattore su BadTaste.it e BadTv.it.


Condividi

Cosa accade al cinema quando i topoi più classici dell’avventura incontrano il funambolico universo di DuckTales? E’ grazie a questo felice connubio che nel 1990 l’avventura ha il nome di Zio Paperone. Il logo del film, che appare nei titoli di testa, è molto simile a quello di Indiana Jones, che ha da poco chiuso in bellezza un decennio irripetibile con una trilogia di pietre miliari. In originale, l’avventura cinematografica dello zione è chiamata proprio DuckTales The Movie: Treasure of the Lost Lamp, sia riprendendo la celebre serie animata che omaggiando velatamente Raiders of the Lost Ark. Concepito come il primo di una serie di film mai realizzati, Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta è, in tempi non sospetti, parte integrante di un progetto crossmediale mirato a creare anche un universo cinematografico. Lo straordinario successo del marchio DuckTales, a partire dal serial, viaggia infatti su piattaforme differenti, dalla tv al cinema passando per il panorama videoludico: oltre agli episodi vengono sviluppati dalla Capcom DuckTales per NES e Game Boy nel 1989 e DuckTales 2 nel 1993, entrambi con protagonista Zio Paperone a caccia di tesori. L’operazione sdogana un ventaglio di possibilità che, molti anni dopo, è diventato un mantra del business dell’entertainment, con la Disney in prima linea nello sfruttamento dei suoi marchi tanto sul grande quanto sul piccolo schermo, passando per il nuovo boom del mercato dei videogiochi di fine secolo. E nel 2017, a trent’anni dalla serie originale, DuckTales tornerà con nuove avventure per agganciare un nuovo pubblico che non sa che la vita a Paperopoli è un gran sballo. Cosa ha reso Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta un cult del cinema d'avventura anche oltre i confini della semplice animazione?

Zio Paperone piramide

Epica e etica dei paperi avventurieri

Nella sfera narrativa della grande avventura, niente è più affascinante di un tesoro nascosto in un luogo esotico, circondato da miti e leggende alimentate da chiunque nei secoli lo abbia cercato senza darsi pace. Che sia un magico artefatto, una miniera d’oro, una reliquia o un’antica pergamena, il mistero che lo circonda è pronto a ricoprire di fortuna e gloria chiunque ne riesca a svelare l’ubicazione. Dall’Arca dell’Alleanza al Santo Graal, passando per la pietra verde, il gioiello del Nilo, il tesoro di Willy l’Orbo o il bottino dei mille mondi, la mirabolante caccia al tesoro è pronta a svelarci non solo chi siamo ma anche cosa siamo disposti a fare per mettere le mani su ciò che inseguiamo da sempre. “Finalmente, l’ho cercata per tanti anni! La caverna delle meraviglie!” esclama Jafar trovandosi davanti alla spaventosa grotta dalle fattezze tigrate. Chiaramente, i tesori nascosti sono spesso pronti a valutare la buona o la cattiva fede delle nostre intenzioni. “Se il vero Graal vi donerà la vita, il falso Graal ve la strapperà via” ammoniva il cavaliere di Indiana Jones e l’Ultima Crociata. “Ti avverto, soltanto uno può entrare qui, colui che cela in sé il proprio valore” spiegava in Aladdin la terrificante caverna al perfido Gran Visir. E come ogni buon diamante allo stato grezzo, ogni tesoro che si rispetti cela al suo interno qualcosa di enormemente più prezioso. “Peccato che non vivrai abbastanza per sapere qual è il vero tesoro che hai trovato!” esclama il malvagio Merlock a Zio Paperone dopo aver sabotato il recupero del tesoro di Collie Baba, costringendo gli eroi a una rocambolesca fuga per un torrente sotterraneo.

Zio Paperone nipoti
Se è vero che non è tutto oro quel che luccica, è altrettanto vero che niente è più prezioso di ciò che la ricerca di un tesoro è in grado di insegnarci lungo la via. “Elsa non ha mai creduto nel Graal, si era Illusa di aver trovato un bottino” spiegava Henry Jones, “E tu cosa hai trovato?” chiedeva Indy a suo padre, “Io? L’illuminazione” rispondeva Henry. Dopo una vita trascorsa a rincorrere un sogno, spesso scopriamo che averlo realizzato non ci appaga quanto tutto ciò che nel frattempo abbiamo passato. “Lo rincorrevo solo da una vita Jim, mi passerà” ridacchiava John Silver lasciando a mani vuote il Pianeta del Tesoro. Ma in Zio Paperone Alla Ricerca della Lampada Perduta, il papero più ricco del mondo scopre l’esistenza di un livello di ricchezza inaspettato, sapientemente celato nell’agognato tesoro che insegue da 40 anni. Scoperta la lampada magica, la famiglia allargata di Paperone si arricchisce di un nuovo membro: il Genio. Fuoriuscito dalla lampada dopo secoli di prigionia, sarà il candidato ideale per divenire una sorta di quarto nipote, opportunamente acquisito dopo la sua liberazione dalla schiavitù dell'esaudire i desideri altrui. Gia da subito, l’amicizia con il piccolo mago è l’inizio di una nuova vita per Qui, Quo, Qua e Gaia, che riescono a nascondere all’arcigno zio la vera identità del Genio, riuscendo persino a farlo restare a dormire a casa loro. Negli anni dell'uscita del film nelle sale, un amico che resta a dormire a casa è sempre una grande festa: senza la possibilità di poter comunicare a qualsiasi ora, un amico che si ferma per la notte è come un pomeriggio passato a giocare che non si interrompe mai. L'incanto durerà poco, perché i desideri sfuggono al controllo dei ragazzi e Paperone si impossessa della lampada con l'idea di utilizzarla per incrementare la sua ricchezza. Ma non occorreranno desideri o magie per far tornare lo zione sui suoi passi: capirà presto da solo che il Genio ha diritto alla propria libertà tanto quanto i suoi nipoti.

Zio Paperone e Genio

Tutto, nelle mirabolanti avventure dei paperi, è una continua giostra di indizi e di tasselli pronti a catapultarli in uno stadio successivo della loro ricerca. Lo scrigno di Collie Baba non contiene dobloni, ma negli stracci al suo interno c’è una mappa. Le indicazioni portano alle pendici di un monte, accanto al quale Jet inciampa su una piccola roccia che non è che la punta di una gigantesca piramide sepolta dalla sabbia. All'interno è un proliferare di trabocchetti, da affrontare con i saggi consigli del Manuale delle Giovani Marmotte, e la catena di eventi non fa che allargare il raggio di azione portando gli eroi a sfide sempre nuove, anche quando tutto sembra irrimediabilmente perduto. La saggezza della Disney è stata quella di portare i paperi a non replicare semplicemente le avventure del serial su una scala più larga: al cinema, l'avventura di zio Paperone segue una nuova e coerente storyline con al centro i personaggi principali di DuckTales, tralasciando molti comprimari minori e introducendone di nuovi, a partire dallo stregone Merlock e dal suo fido assistente Dijon. Il primo è un mago malvagio con i poteri di un animagus e un talismano in grado di legarsi alla lampada magica: "Un uccello, un serpente, un lupo, poteva trasformarsi in qualsiasi cosa... un diabolico mago cattivo!" spiega il Genio ai ragazzi. Dijon è invece uno sgherro di second’ordine, inevitabilmente succube del suo padrone ma continuamente disposto a vendersi al miglior offerente. In originale, Merlock ha la voce di Christopher Lloyd, ed è doppiato con grande efficacia da Pietro Biondi (il Chuckie Sol di Batman – La Maschera del Fantasma) che si affianca al compianto Gigi Angelillo, storica voce di Paperone, a Germana Dominici, inconfondibile voce della signora Beakley, a Giorgio Lopez nel ruolo vocale del Genio e a Mauro Gravina come voce del truffaldino Dijon. Il bello dello scagnozzo di Merlock è proprio nella sua totale e inevitabile inaffidabilità: sguinzagliato dallo stregone a caccia di Paperone e della lampada, lo sciocco servitore non farà altro che cercare di arraffare tutto ciò che abbia un qualche valore. Celebre la sua battuta "Povero padrone... Pazienza!" esclamata sgraffignando dei dobloni dopo aver creduto Merlock passato a miglior vita.
L'ARTICOLO CONTINUA NELLA SECONDA PAGINA - >

Cosa cerchi davvero, Paperone?

Da un lato Zio Paperone è cambiato, dall’altro è rimasto lo stesso. DuckTales ha già abbondantemente presentato al pubblico un universo differente da quello dei fumetti, facendo di Zio Paperone una figura assolutamente centrale a scapito di Paperino, che con l’espediente dell’arruolamento in marina lascia al vecchio zio e ai nipoti il centro della scena. Dunque, lo zione del film del 1990 è un Paperone che è anche già passato per gran parte delle mirabolanti avventure narrate nel serial e che ha avuto a che fare con avversari di ogni tipo: dalla strega Amelia alla Banda Bassotti fino al rivale miliardario Cuordipietra Famedoro. Sacrificando Archimede, il film conserva alcuni dei comprimari più riusciti, tra i quali spiccano sicuramente la signora Beakley e Jet McQuack. Ma la saggezza del film è duplice: da un lato presenta un Paperone con una rinnovata di fiducia nelle potenzialità di Qui Quo e Qua, nei confronti dei quali all’inizio del serial era del tutto diffidente; dall’altro, sviluppa una vicenda costantemente intrisa di ritmo e di azione in maniera perfettamente autosufficiente e svincolata dalla narrazione episodica. E, cosa non da poco, riesce a evitare con estrema eleganza la trappola dell'episodio allungato, proponendo contemporaneamente un Paperone disincantato ma mai gratuitamente cinico o bisbetico. Quando i nipoti gli chiedono se pensa di aver finalmente trovato il tesoro di Collie Baba, il vecchio papero è prudente: “Dopo tutto questo tempo, ho imparato a non illudermi!”. Ma non appena mette le mani sui dobloni, pensa immediatamente a come fare per non avere grane con il fisco. E’ un eterno ragazzo, lo zione: non ha perso il gusto della sfida ed è sempre pronto a dimostrare a se stesso che non esiste obiettivo che non possa raggiungere. "Collie Baba! Vecchio Volpone! Ho trovato il tuo tesoro!" ride nuotando tra gli antichi dobloni come nel suo deposito. Ovviamente, la genialità e l'inguaribile tigna di Paperone si accompagnano a una squadra che rende tutto più movimentato e pericoloso. “Vorresti dire che non hai mai preso lezioni di volo?” chiede sbigottito a Jet McQuack mentre volteggiano per le guglie dei canyon del deserto. “Ho fatto solo un corso accelerato!” replica tranquillo il pilota che, qualunque sia il disastro in vista, non fa che vedere il bicchiere mezzo pieno: “Guarda cosa hai fatto a queste vecchie rovine!” lo rimprovera Paperone dopo il disastroso atterraggio, “Poteva andare peggio, pensi se fossero state rovine nuove!” gli fa notare Jet.

Dijon Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta

Ma il team che affianca Paperone non serve solo a stemperare la tensione delle sue rocambolesche vicende, ma anche a riportarlo costantemente sulla via della ragione, permettendogli di attribuire alle cose il giusto valore e non il giusto prezzo. Anche dopo aver rischiato la vita, Paperone appare incredibilmente depresso per aver perduto il tesoro del secolo. Sarà la sua famiglia allargata a ricordargli che l’unica cosa che conta è restare uniti: “Almeno stiamo tutti bene” gli ricorda Jet, mentre la piccola Gaia gli offre la lampada che ha recuperato per consolarlo dell’occasione mancata. Per il papero più ricco del mondo il denaro non è più una misura della propria ricchezza, ma un indicatore della propria capacità di restare fedele a se stesso e alle proprie ambizioni. “Ma sì, credo di essere pronto per una nuova avventura!” esclamava l’anziano Bilbo alla fine de Il Ritorno del Re, imbarcandosi con gli elfi verso nuovi lidi. E’ proprio l'esigenza di competere con se stesso che muove e scuote nel profondo le ambizioni di Zio Paperone. La sua avidità è un biglietto da visita che il geniale papero mostra come facciata parziale di se stesso, manifestando la sua vera natura di papero di buon cuore solamente alle persone degne della propria fiducia. “Cos’è più importante, una fortuna o la sua vita?” gli chiede il Genio mentre sono inseguiti da Merlock. Paperone esita a rispondere, ma ha dei dubbi proprio perché ha fatto della sua fortuna una ragione di vita, e non è abituato a dover separare le due cose. Ma al culmine della tensione drammatica della vicenda, il film tocca il suo momento più alto con l’arresto di Paperone, la perdita della sua fortuna e la visita in carcere dei propri cari. “Reso povero da un desiderio. Se mai tornerò a essere quello che ero, prometto che non vorrò mai più niente solo per me stesso” sospira il papero che ha fatto del successo personale la pietra angolare della propria vita. Paperone comprende come l'aver anteposto se stesso a tutto il resto non gli abbia consegnato altro che un successo effimero, e si riscopre pronto a ricordare che le sue vere ricchezze sono Qui, Quo e Qua, la signora Beakley, Jet, Archie e la piccola Gaia. Per pagare la cauzione e far rilasciare lo zio, i nipotini hanno rotto i loro salvadanai e i domestici hanno fatto una colletta mettendo insieme tutto ciò che possiedono. E' la scena più potente del film perché è anche l'unica nella quale l'azione e l'inarrestabile ritmo dell'avventura, per un momento, si fermano per sprigionare finalmente tutto l'amore che c'è nella meravigliosa famiglia allargata di Paperone.

Zio Paperone colletta

E’ vero più che mai che la vita a Paperopoli è un gran sballo. Ma è altrettanto vero che nulla, quando si è circondati dalle persone che ci vogliono bene, può considerarsi perduto. E tutto, ovviamente, è anche l’inizio di una grande riscossa. Parte infatti la grande rivincita che vedrà il perfido Merlock avere le ore contate e Paperone riprendersi tutto ciò che gli appartiene di diritto. “Andiamo ragazzi! Qualcosa mi dice che organizzeremo un’invasione da manuale!” esclama lo zione con rinnovato entusiasmo. I paperi sono tornati, il team è in gran forma e guai a mettersi sulla loro strada.

Continua a leggere su BadTaste