Speciale - Supergirl: i pro e i contro della prima stagione!
Speciale dedicato all'analisi dei pro e dei contro della prima stagione di Supergirl, serial della CBS basato sulla Ragazza d'Acciaio della DC Comics
Proprio per questo motivo, come ultimo atto del percorso che ci ha portato a recensire settimanalmente tutti e venti gli episodi del serial (trovate tutte le recensioni nella nostra scheda), abbiamo deciso di stilare un elenco di quelli che secondo noi sono stati i pro e i contro di questa nuova serie tratta dai fumetti DC Comics, elementi su cui vogliamo riflettere con voi anche in vista dell'ormai certo rinnovo dello show per una seconda stagione (atteso nei primi giorni di maggio).
PRO
MELISSA BENOIST COME SUPERGIRL – Non ci sono dubbi al riguardo: Melissa Benoist è stata il vero punto di forza dello show, perfettamente centrata nel ruolo della Ragazza d'Acciaio e in grado di reggere il peso del serial unicamente sulle sue spalle. A questo proposito, occorre fare un plauso anche agli autori della serie, in quanto sono stati capaci di rendere giustizia al personaggio dei fumetti con un adattamento che ne ha ripreso i tratti peculiari amalgamandoli sapientemente al mondo teen a cui la serie è prevalentemente rivolta, in modo non dissimile a quanto fatto con Grant Gustin per The Flash.
IL CROSSOVER CON THE FLASH – Parlando del Velocista Scarlatto di casa The CW, uno dei picchi qualitativi più alti dello show lo abbiamo avuto proprio con il crossover tra Supergirl e The Flash, uno dei migliori episodi della serie nonostante alcune ingenuità a livello di scrittura. La chimica tra Gustin e la Benoist si è rivelata perfetta e accattivante - sicuramente più di quella che l'ex membro degli Usignoli di Glee ha mostrato finora in ogni suo incontro con il Green Arrow di Stephen Amell - e ci ha fatto venire una voglia matta di rivedere presto i due attori recitare nuovamente insieme, una possibilità che appare più come una certezza visti gli ottimi ascolti ottenuti dalla puntata.
MARTIAN MANHUNTER – Tra i "pro" della prima stagione di Supergirl merita sicuramente un posto la scelta di mettere in campo un personaggio di primo piano come Martian Manhunter, discretamente interpretato dalla star di Homeland David Harewood. Dopo la breve e dimenticabile apparizione in Smallville, questa volta gli autori hanno voluto dare al Segugio di Marte un ruolo forte e centrale - quello di uno dei mentori della Ragazza d'Acciaio, divertendosi anche a giocare con i fan circa la sua reale identità fino a metà della stagione. Nonostante il personaggio abbia già dato moltissimo allo show, c'è ancora molto materiale da poter trasporre sul piccolo schermo che lo riguarda, senza dimenticare la storyline del Progetto Cadmus che lo vede tra i protagonisti: il futuro di J'onn J'onzz appare quindi ancora tutto da raccontare.
IL PIANO DI ASTRA E NON – Ci siamo lasciati questo aspetto per ultimo in quanto rappresenta sia un "pro" che un "contro", tanto che meriterebbe un posto intermedio tra le due categorie. L'idea di partenza dietro al piano di Astra e Non, una sorta di missione ambientalista volta a salvare il pianeta invece che a soggiogarlo, era un soggetto interessante e per certi versi anche innovativo per una serie supereroistica. Peccato che la sua costruzione ma soprattutto la sua conclusione abbiano drasticamente banalizzato questa storyline, portando i personaggi a repentini quanto immotivati cambi di idee e trasformandola nel solito plot trito e ritrito con alla base la conquista e la distruzione del mondo. Davvero un grande spreco.
CONTRO
SCRITTURA DEBOLE PER VILLAIN E COMPRIMARI – Iniziamo la lista dei punti deboli dello show parlando della scrittura dei personaggi di contorno, che spaziano dai principali comprimari ai vari nemici che settimanalmente hanno affrontato la Ragazza d'Acciaio. Nonostante la maggior parte delle volte sia stato fatto un ottimo lavoro di adattamento dal materiale di partenza, la quasi totalità delle figure che hanno ruotato intorno a Supergirl sono apparse come mere macchiette, stereotipi di un dato archetipo narrativo incapaci di evolvere da questa condizione. Un vero peccato se pensiamo a esempio al personaggio di Winn, che poteva avere un interessantissimo arco narrativo "oscuro" e che invece, dopo appena due episodi e senza esporsi troppo, è stato riportato al suo stato di partenza. Anche Maxwell Lord, un personaggio che dovrebbe fare dell'ambiguità il suo punto di forza, non è apparso per niente convincete nel ruolo, finendo col lasciare lo spettatore interdetto sui suoi reali piani - e non in senso positivo.
LA MANCANZA DI UNA SOLIDA TRAMA ORIZZONTALE – Continuando a parlare di scrittura, lo show targato CBS non si è giocato benissimo la carta della trama orizzontale, uno degli elementi fondati per una serie di questo tipo in quanto vitale per mantenere sempre alta l'attezione degli spettatori. Troppi sono stati infatti gli episodi di transizione e pochi quelli dedicati alla battaglia con le forze di Astra e Non, tanto che, anche a stagione inoltrata, ci siamo chiesti più volte dove Supergirl volesse realmente andare a parare. Anche l'aver lasciato aperte molte sottotrame in vista della seconda stagione e l'aver scelto di concludere questa con un qualcosa di nuovo e totalmente slegato da quanto visto finora ci ha lasciato molto perplessi, quasi un segnale di incertezza degli autori su cosa far vertere lo show l'anno prossimo.
L'APPARATO TECNICO – Se avete letto anche solo una delle nostre recensioni dello show, c'è un dato il cui giudizio si ripete di volta in volta: l'apparato tecnico alla base di Supergirl. Dagli effetti speciali degni di un brutto videogioco di fine anni Novanta alla fotografia che negli interni ricalca quella della pubblicità di una nota marca di dentifricio, il telefilm sulla Ragazza d'Acciaio è parso come un raggruppamento di quanto di più sbagliato si possa fare con una serie del genere, riuscendo a fallire miseramente anche nelle coreografie di semplici combattimenti corpo a corpo. Aspetti su cui, qualora dovesse ricevere il tanto auspicato rinnovo, lo show dovrebbe ragionare e cercare di portare a un livello quantomeno accettabile per simili produzioni.
L'INGOMBRANTE PRESENZA DI SUPERMAN – Ultimo elemento ma non meno importante dei precedenti è il continuo attaccamento a Superman di cui la serie è vittima sin dal primo episodio. Non ci riferiamo a riferimenti più o meno espliciti al personaggio - dal superorologio di James Olsen fino alla celebre Fortezza della Solitudine - ma l'insistenza nel voler rendere l'Uomo d'Acciaio una presenza fissa nello show pur non potendolo mostrare. Se il cameo della prima puntata poteva essere considerato anche comprensibile oltre che carino, il continuo mostrare questa figura utilizzando mezzucci come il "vedo-non vedo" o l'inquadratura da lontano si è rivelata una scelta molto dannosa per il serial, scelta che lo ha reso incapace di far emergere una propria identità. Ci auguriamo che Supergirl riesca primo a poi a spiccare il volo, oltre che nei cieli di National City, anche in questo frangente.