Speciale - Satoru Iwata, la forza tranquilla
Battaglie vinte e sconfitte, sempre rimanendo fuori dagli schemi: la presidenza di Nintendo di Satoru Iwata
Iwata, programmatore prima e mente manageriale di HAL Laboratory poi, fino alla sua investitura a presidente di Nintendo, non era universalmente amato. I videogiocatori, soprattutto quelli di vecchia data, gli rimproveravano di aver tradito la missione di Kyoto, aprendo al casual gaming, mentre i giornalisti sfottevano quel suo modo di fare un po’ impacciato e privo di carisma. L’ombra dello shogun Yamauchi l’ha perseguitato fino alla fine, spesso ingiustamente, e dimenticando che proprio alcune scelte sbagliate dell’ex presidente spinsero Nintendo quasi fino al naufragio. Iwata, dal canto suo, non ha mai dato troppo peso alle vicende dell’industry: riservatissimo e poco incline agli show ha intuito prima di molti altri l’enorme potenziale di crescita per un’industria chiusa in confini troppo stretti, permettendo alla sua azienda di affrontare con armi ben più affilate la sfida con Xbox 360 e Playstation 3. Ha confermato l’egemonia di Kyoto nel settore dei portatili, prima uccidendo PSP e poi regalando lo stesso trattamento a PS Vita. Il lancio di Wii si attirò commenti velenosi ma, ancora una volta, vide la vittoria del mite Iwata sulle ben più corazzate Sony e Microsoft.
Tuttavia nemmeno il successo di Wii e Nintendo DS bastò a consacrare il presidente. Come spesso accade a chi si prende grandi responsabilità, il bene fatto sparisce con le sue ossa, mentre il male gli sopravvive. Iwata sarà ricordato per i suoi successi, ma anche per gli errori compiuti con Wii U, per non aver saputo cogliere fino in fondo lo spirito dei tempi. Le ottime fondamenta costruite nell’epoca di Wii e Nintendo DS sono state spazzate via da scelte di design poco azzeccate e, soprattutto, dall’incapacità di Nintendo nell’adeguarsi ai cambiamenti del mercato. Kyoto oggi fatica a produrre nuovi episodi di The Legend of Zelda, Mario e Metroid, mentre, è notizia di pochi mesi fa, inizierà a cedere i suoi personaggi per lo sviluppo di titoli mobile. Iwata salvò Nintendo nei primi anni duemila, ma non è riuscito a completare la sua visione, mostrandosi spesso dolorosamente confuso. Oggi l’azienda ha bilanci piuttosto solidi, ma fatica a immaginare un futuro coerente con il suo straordinario passato.
[caption id="attachment_145017" align="aligncenter" width="600"] Satoru Iwata[/caption]
La presidenza Iwata è stata una forza tranquilla, lontana dagli eccessi (anche verbali) dei colleghi e tutta tesa al recupero di un certo approccio al mondo dei videogiochi. Per certi versi l’inventore di Kirby ha vinto la sua scommessa, per altri no. A nostro avviso il modo migliore per ricordarlo è prendendo in mano la sua creazione più visionaria, quel Nintendo DS che undici anni fa rivoluzionò il mondo del gaming portatile. Nel successore di Game Boy Iwata ha messo molto se stesso: una console sgraziata, con due schermi, difficile anche solo da immaginare che, misteriosamente, funziona alla perfezione. Ecco, forse Iwata era tutto questo, un personaggio talmente fuori dagli schemi classici da risultare, a modo suo, un vincente. E, forse proprio questo il bello, anche incomprensibile.