Speciale - Riot, la rivolta è servita
Abbiamo scambiato due chiacchiere con Leonard Menchiari, autore di Riot, il controverso simulatore di rivolte
[caption id="attachment_143401" align="aligncenter" width="600"] Riot - screenshot[/caption]
“La distinzione pratica consiste in regole di gameplay nettamente diverse fra le due fazioni, una più organizzata e l'altra più organica. A livello morale spetta al giocatore fare le decisioni giuste, sapendo che in tutti i casi qualunque sua azione influenzerà le proteste successive”. A proposito della componente politica del gioco e della difficoltà di gestirla, Menchiari non nasconde che sia difficile rimanere imparziali davanti ad alcuni eventi: “Ovviamente certe situazioni sono decisamente pesanti da digerire, ma piuttosto che prendere una posizione precisa ho semplicemente deciso di mostrare i fatti nudi e crudi come sono successi”, lasciando così che siano i giocatori a farsi una propria idea, a costruirsi un'opinione. A ciò contribuisce anche lo stile grafico, che non solo definisce simbolicamente i primi anni del videogioco, ma impedisce anche all'utente di leggere i dettagli con precisione, invitandolo così a immaginarseli basandosi sulle proprie esperienze concrete, sulle informazioni in suo possesso.
L'esperienza personale ha giocato un ruolo chiave durante lo sviluppo, afferma Menchiari: “Ho partecipato a varie manifestazioni personalmente, in maniera assolutamente non violenta, e almeno in Italia il motivo non è mai stato per realizzare questo gioco. Per essere più precisi, il progetto nasce dalla speranza di poter fare qualcosa per cambiare questo paese. Ci sono troppi movimenti di cui non sentiamo parlare e spero che anche grazie all'opera che sto realizzando i giocatori potranno conoscerne altri. Insieme al gioco sarà incluso un editor di livelli, che permetterà all'utente di ricostruire le sommosse che ha vissuto e di condividerle con il resto del mondo”.[caption id="attachment_143402" align="aligncenter" width="600"] Riot - screenshot[/caption]
Per quanto riguarda gli scontri di Milano una precisazione è infine d'obbligo. “Il progetto non include le recenti proteste di Milano, delle quali non abbiamo avuto abbastanza informazioni a mio parere. Intervistare un ragazzo e farlo diventare una star per aver sparato un paio di parole a caso e ignorare completamente tutto l'enorme lato pacifico della protesta per me dimostra, ancora di più, quanto la maggior parte delle informazioni dei media e dei giornali non abbia alcun valore in questo paese. Dopo aver visto con che 'delicatezza' la televisione abbia trattato di questi argomenti fino ad ora, non sono affatto preoccupato di mostrare al pubblico il contenuto del mio progetto”.
La beta di Riot sarà disponibile dalla prossima estate. Per saperne di più sul gioco basta visitare il sito ufficiale.