Speciale - Riot, la rivolta è servita

Abbiamo scambiato due chiacchiere con Leonard Menchiari, autore di Riot, il controverso simulatore di rivolte

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Il primo maggio scorso, in occasione dell'apertura di Expo 2015, le proteste di Milano degenerano e il centro della città viene devastato da una parte dei manifestanti. Il racconto dei fatti di quella giornata si declina secondo punti di vista e prospettive politiche differenti. Tre giorni più tardi, sulla scia dell'indignazione generale, La Repubblica dedica un articolo a Riot, gioco di Leonard Menchiari presentato nel lontano 2013 – anche allo Svilupparty di Bologna – e tuttora in lavorazione. “Molotov e barricate come a Milano: esce Riot, il videogame per impersonare i black bloc”, titola La Repubblica. Successivamente il titolo si trasforma: “Molotov e barricate come a Milano: esce Riot, il videogame degli scontri di piazza”. Nell'articolo si parla a grandi linee del progetto. Riot è un simulatore di rivolte, ma non sono rivolte immaginarie, sono rivolte vere. Dalle proteste del movimento No Tav in Italia agli scontri nella discarica di Keratea in Grecia, dagli Indignados spagnoli alla rivoluzione egiziana del 2011. L'estetica minimalista in stile pixel art non nasconde dettagli che rimandano prepotentemente alla realtà: insegne di banche, manifesti politici, cartelli di protesta. Menchiari ha viaggiato, ha preso parte alle manifestazioni prima di riprodurle sullo schermo. Il breve articolo si conclude: “Comunque sia, chi vorrà giocare a Riot potrà scegliere di impersonare le forze dell'ordine”. Un dettaglio lasciato a margine, ma che a margine non dovrebbe stare, dal momento che una simile opzione non ha solo una valenza etica ma influisce anche sul gameplay. Di questo e altro abbiamo parlato con Leonard Menchiari.

[caption id="attachment_143401" align="aligncenter" width="600"]Riot screenshot Riot - screenshot[/caption]

“La distinzione pratica consiste in regole di gameplay nettamente diverse fra le due fazioni, una più organizzata e l'altra più organica. A livello morale spetta al giocatore fare le decisioni giuste, sapendo che in tutti i casi qualunque sua azione influenzerà le proteste successive”. A proposito della componente politica del gioco e della difficoltà di gestirla, Menchiari non nasconde che sia difficile rimanere imparziali davanti ad alcuni eventi: “Ovviamente certe situazioni sono decisamente pesanti da digerire, ma piuttosto che prendere una posizione precisa ho semplicemente deciso di mostrare i fatti nudi e crudi come sono successi”, lasciando così che siano i giocatori a farsi una propria idea, a costruirsi un'opinione. A ciò contribuisce anche lo stile grafico, che non solo definisce simbolicamente i primi anni del videogioco, ma impedisce anche all'utente di leggere i dettagli con precisione, invitandolo così a immaginarseli basandosi sulle proprie esperienze concrete, sulle informazioni in suo possesso.

L'esperienza personale ha giocato un ruolo chiave durante lo sviluppo, afferma Menchiari: “Ho partecipato a varie manifestazioni personalmente, in maniera assolutamente non violenta, e almeno in Italia il motivo non è mai stato per realizzare questo gioco. Per essere più precisi, il progetto nasce dalla speranza di poter fare qualcosa per cambiare questo paese. Ci sono troppi movimenti di cui non sentiamo parlare e spero che anche grazie all'opera che sto realizzando i giocatori potranno conoscerne altri. Insieme al gioco sarà incluso un editor di livelli, che permetterà all'utente di ricostruire le sommosse che ha vissuto e di condividerle con il resto del mondo”.

[caption id="attachment_143402" align="aligncenter" width="600"]Riot screenshot Riot - screenshot[/caption]

Per quanto riguarda gli scontri di Milano una precisazione è infine d'obbligo. “Il progetto non include le recenti proteste di Milano, delle quali non abbiamo avuto abbastanza informazioni a mio parere. Intervistare un ragazzo e farlo diventare una star per aver sparato un paio di parole a caso e ignorare completamente tutto l'enorme lato pacifico della protesta per me dimostra, ancora di più, quanto la maggior parte delle informazioni dei media e dei giornali non abbia alcun valore in questo paese. Dopo aver visto con che 'delicatezza' la televisione abbia trattato di questi argomenti fino ad ora, non sono affatto preoccupato di mostrare al pubblico il contenuto del mio progetto”.

La beta di Riot sarà disponibile dalla prossima estate. Per saperne di più sul gioco basta visitare il sito ufficiale.

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