Speciale - Nintendo 3DS compie un anno

Condividi

Il primo, difficile anno, del nuovo portatile Nintendo analizzato per voi...

Un anno fa, proprio in questi giorni, Nintendo lanciava in Europa il successore del DS. Annunciato in pompa magna all’E3 2010, il 3DS, oltre ad essere la prima console in grado di proporre grafica stereoscopica senza bisogno di supporti ottici, rappresenta per Nintendo il compimento di oltre trent’anni di ricerche e sperimentazioni.

Tornando agli albori dell’industry, i laboratori di Kyoto lavorano alle tecnologie 3D fin dai primissimi anni ‘80, con alcuni prototipi sviluppati addirittura su NES; probabilmente se ne ricorderanno in pochi ma un gioco intitolato 3D Hot Rally, uscito nel 1987 (millenovecentoottantasette!), prevedeva la possibilità di usare la stereoscopia grazie a uno speciale - e costosissimo - kit di occhialini. Qualche anno più tardi sarà la volta dello sfortunato Virtual Boy, cui si sovrappose la tragica scomparsa di Gunpei Yokoi, poi ancora il mode7 su SNES e, infine, il GameCube che, seppur incorporando tutte le tecnologie necessarie per fornire immagini tridimensionali, pagò la mancanza di televisori a buon mercato capaci di supportare tale funzione. Dal punto di vista portatile, alcuni leak apparsi su eBay e altri siti, negli scorsi anni hanno mostrato come Nintendo abbia lavorato a un prototipo di GBA con schermo stereoscopico attivo, tuttavia la resa non soddisfacente e gli alti costi di produzione hanno costretto la compagnia a ritardare i propri piani di un decennio abbondante. Tuttavia la “maledizione” del 3D sembra non aver smesso di colpire, dato che il 3DS ha avuto un primo anno di vita decisamente travagliato e il suo futuro sia come progetto che come console non è ancora del tutto chiaro.Quando oltre un anno fa prendemmo in mano i primissimi prototipi della nuova console, le sensazioni che provammo furono contrastanti, da un lato l’ottima grafica e il 3D erano oggettivamente stupefacenti, dall’altro era impossibile non notare il design poco ispirato, le plastiche opache e la scelta di dotare la console di un solo stick analogico. In aggiunta a queste prime considerazioni, quasi immediatamente Nintendo annunciò che 3DS non avrebbe avuto dei launch title nel senso classico del termine, ma che i giochi di peso - benché completi - sarebbero usciti durante un periodo di sei/otto mesi, chiamato molto eufemisticamente launch window. Il risultato lo ricordiamo tutti: fra i pochi titoli disponibili solo Street Fighter e l’ennesimo remake di Ocarina of Time potevano avere un senso per i veri appassionati, mentre il resto oscillava fra l’inutilità più totale e il casual gaming becero. Nel frattempo anche le previsioni sul futuro si fecero piuttosto fosche, non solo i giochi più attesi (Super Mario, Luigi’s Mansion e altri) hanno subito continui ritardi e posticipi, tanto da arrivare solo a fine 2011 (almeno per quanto riguarda Super Mario Land e Mario Kart, di Luigi si sono perse le tracce, mentre Kid Icarus è uscito solo in questi giorni), ma Nintendo si è trovata ad affrontare una concorrenza cui non era abituata: gli smartphone e i giochi da 79 cent. Questa doppia debolezza ha innescato un meccanismo distruttivo per cui le vendite della console non hanno mai spiccato il volo, mentre al Nikkei, Nintendo si è trovata ad affrontare il primo crollo borsistico della sua storia centenaria. La situazione si era talmente deteriorata da indurre il top management di Kyoto, da Iwata in giù, ad autosospendersi lo stipendio almeno finché l’azienda non sarebbe tornata profittevole. Per questo motivo Nintendo ha deciso di prendere una decisione drastica, un price cut estremo, di oltre il 40%, in modo tale da spingere le vendite prima dell’uscita di PSVita.Dopo questa - coraggiosa - mossa, il peggio sembrava passato, tuttavia, la vicenda sembra ancora lontana dalla conclusione. L’arrivo su 3DS di Monster Hunter 3D (una saga che, da sola, in Giappone può decidere il successo o il fallimento di una console), ha costretto gli ingegneri di Kyoto a inventarsi una goffa periferica in grado di aggiungere un secondo stick analogico, in modo tale da garantire un controllo dignitoso del proprio personaggio. Inutile dire che questa mossa non è stata accolta con molto favore, non solo il dispositivo costa una trentina d’euro, ma richiede addirittura un’alimentazione propria, fornita da due pile stilo extra. Com’era lecito aspettarsi l’arrivo sul mercato dell’analog stick ha fatto riaccendere le polemiche, convincendo praticamente tutti gli appassionati che Nintendo abbia in serbo per l’anno prossimo una versione riveduta e corretta del 3DS e che, ormai, consideri questo primo modello, alla stregua di un beta test globale. Con l’arrivo di Kid Icarus le cose non sono andate meglio: il gioco è meritevole, tuttavia risulta pressoché impossibile giocarlo impugnando la console in modo classico, risultato, Nintendo ha dovuto inventarsi un’altra “periferica”, una sorta di leggio, capace di tenere la console rialzata, mentre con una mano usiamo l’analogico e con l’altra teniamo il pennino sullo schermo touch. Insomma, se prima l’arrivo di un 3DS Lite era un rumour, ora è pressoché una certezza anche se, in realtà, non siamo poi così certi che Nintendo voglia investire molto su una console nata così male.Nonostante le vendite siano in aumento, infatti, il 3DS rimane un prodotto guardato con sospetto dal pubblico, da un lato c’è chi teme - forse non del tutto a torto - che a lungo termine la stereoscopia sia dannosa per la vista, dall’altro i fan, già scottati da esperienze simili (Virtual Boy, Nintendo 64, GameBoy Advance), di certo non apriranno troppo facilmente il portafoglio per una macchina nata con la data di scadenza già scritta.Qualcuno forse non sarà d’accordo ma Nintendo, a nostro modesto avviso, sta commetendo errori molto simili a quelli che fece nel passaggio dallo SNES al Nintendo 64, quando a fronte di sperimentazioni eccessive, aveva perso di vista l’efficienza complessiva del suo prodotto. Intendiamoci, 3DS non è una cattiva console, anzi, porta a compimento una visione iniziata agli albori del settore videoludico, tuttavia, al giro di boa del primo anno, possiamo dire che non sembra in grado di tener fede alle promesse fatte, per recuperare terreno Nintendo dovrà saper proporre sia grandissimi titoli che una transizione quanto più morbida possibile al restyle che - ne siamo certi - arriverà entro metà 2013. Solo in questo modo potrà affrontare PSVita e iPhone sullo stesso terreno, altrimenti, come purtroppo è già successo in passato, l’azienda si troverà a cannibalizzarsi da sola, dando campo libero a concorrenti molto meno coraggiosi e innovatori. 
Continua a leggere su BadTaste