Speciale - Lettere da Eorzea

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Abbiamo testato per tre week end la beta di Final Fantasy XVI - A Realm Reborn

Final Fantasy XIV è stato uno dei punti più bassi della produzione di Square. L’MMO che avrebbe dovuto raccogliere l’eredità dell’undicesimo capitolo della saga si è rivelato un fallimento epocale. Bug, errori di programmazione, un motore grafico pesantissimo, poco equilibrio, in FF XIV c’era pochissimo da salvare, anzi, quasi nulla.

Oggi, con A Realm Reborn, Square sembra aver imparato la lezione e, a partire dal 27 agosto, ci proporrà un MMO del tutto rinato che noi di BadGames abbiamo potuto testare in anteprima grazie alla terza fase della beta privata che l’azienda giapponese ha effettuato nel corso degli ultimi week end.

Purtroppo la beta era accessibile solo ad orari giapponesi, venerdì nel tardo pomeriggio fino alla domenica mattina, rendendo la fruizione abbastanza difficile; in ogni caso, però, non ci siamo persi d’animo e abbiamo dedicato gli ultimi fine settimana all’esplorazione di Eorzea, dalle frondose foreste di Gridania alle sterili sabbie di Ul’dah.

Il primo contatto con A Realm Reborn è, ovviamente, la creazione del personaggio che ci accompagnerà nel corso delle nostre peregrinazioni. Il gioco mette a disposizione cinque razze, tutte abbastanza aderenti al canone classico della saga:

  • Hyur: sono gli umani che abitano Eorzea. Si dividono fra highlanders e midlanders e, come spesso accade, rappresentano la razza più equilibrata del gioco.

  • Elezen: alteri ed eleganti, gli Elezen sono simili agli elfi e le antiche leggende narrano che sono gli abitanti originali del continente. Molto abili nelle arti magiche e grandi guerrieri, gli Elezen amano le armi da lancio e si dividono in due grandi famiglie, i Figli della foresta e i Duskwight, ovvero una progenie elfica che, anziché i boschi, ha scelto di vivere nelle profondità della terra.

  • Lalafell: piccoli ma non per questo privi di qualità, i Lalafell sono maestri artigiani e noti domatori di bestie. Anche loro si dividono in due clan, le genti della Piana, che hanno scelto uno stile di vita sedentario e i popoli delle Dune, ancora legati al nomadismo delle origini.

  • Roegadyn: enormi creature a volte confuse con bestie selvagge, questi esseri sono molto forti e, anche soli, rappresentano una minaccia per chiunque sia così folle da sfidarli. I Lupi del Mare, nel corso dei secoli, si sono adattati alle condizioni di vita delle scogliere del nord di Eorzea, mentre la Guardia dell’Inferno vive in una regione vulcanica nota per gli antichi luoghi magici e spirituali che nasconde fra le sue montagne.

  • Miqo’te: questi felini antropomorfi sanno bene come muoversi senza lasciare tracce e, di norma, conducono una vita isolata e lontana dai grandi insediamenti urbani. La razza si divide in due culti religiosi, i Cercatori del Sole ed i Custodi della Luna.

Per la nostra prova abbiamo deciso di creare un personaggio di razza Elezen, cui abbiamo dato il nome di Corto Maltese, in onore dello storico personaggio di Hugo Pratt. Dopo aver definito con un tool semplice ma funzionale le sue caratteristiche fisiche, siamo passati alla fondamentale scelta della classe di gioco.

Senza addentrarci in una pedissequa descrizione delle varie opzioni, vi basti sapere che A Real Reborn raccoglie le varie possibilità in quattro “discipline”, quelle della guerra, della magia, della mano e della terra. Le prime due sono piuttosto chiare, le altre si riferiscono a tutti quei “mestieri” non direttamente connessi all’arte della guerra e all’esplorazione, come l’erboristeria, l’alchimia o l’artigianato nelle sue varie forme.

Per il nostro epigono del marinaio maltese abbiamo scelto l’antica arte della lotta con le armi lunghe, scegliendo la specializzazione del lancer che, dopo estenuanti battaglie, può portarci a diventare un dragone d’elite, ovvero un membro scelto di quei guerrieri a cavallo (o meglio, a dorso di Chocobo) che guidano gli attacchi nelle grandi battaglie.

Terminata la creazione del personaggio ci siamo ritrovati a Gridania, punto d’inizio per tutti gli elezen di Final Fantasy XIV nonché splendido esempio di level design: la città, infatti, è costruita nelle profondità di un enorme bosco e, con un’architettura che richiama la Lothlorien del Signore degli Anelli, ci introduce alle prime fasi di gioco. Dopo il filmato di rito, un NPC ci affida le prime missioni, tutte pensate per farci familiarizzare co i controlli ed il sistema di combattimento del titolo. Su Playstation 3, la complessa interfaccia è stata sintetizzata - in maniera piuttosto efficace - tramite un ingegno grafico simile alla Xmedia bar del sistema operativo della console, permettendoci di accedere con relativa facilità a tutti i menu e alle tabelle. Se possibile, tuttavia, vi consigliamo di munirvi di una tastiera di supporto, in questo modo le comunicazioni con gli altri giocatori e la gestione del personaggio saranno infinitamente più semplici.

Una volta “nel vasto mondo”, la prima cosa che si nota è la maggiore ottimizzazione del motore grafico: i rallentamenti sono pressoché spariti, mentre tutta l’ambientazione pare aver beneficiato di un generoso doping a base di poligoni. Anche i combattimenti ora sono molto più veloci e razionali; il nostro personaggio si muove molto più velocemente e tutti i tempi di ricarica ed attacco sono stati rivisti al ribasso, per la gioia dei giocatori.

Nel complesso questi tre beta weekend ci hanno dato prova di un gioco solido, che ha imparato dagli errori del passato, pronto per tornare davanti al grande pubblico finalmente in una forma molto più matura. Vedremo con il lancio della versione retail (previsto per il 27 agosto) se le novità legate al gameplay e all’engine sapranno reggere la sfida di migliaia di player connessi contemporaneamente. Per ora Square ha la nostra fiducia.

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