Speciale - iPad Mini e i nuovi macBook/iMac - Apple sulla difensiva
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Il nostro commento al keynote di tim Cook...
Quando qualche settimana fa si chiuse il keynote di presentazione del nuovo iPhone 5, bene o male tutti ci accorgemmo che mancava qualcosa.Certo, il nuovo smartphone di Cupertino è molto interessante, tuttavia i rumour, continui ed implacabili, riguardo il futuro di iPad erano decisamente troppi per poter passare sotto silenzio. Non stupisce molto, dunque, che Apple, ieri si sia finalmente decisa a svelare il suo fantomatico iPad Mini, insiema una serie di altri prodotti, alcuni attesi, altri meno. Al di la del contenuto “fisico” della conferenza stampa di ieri, però, quello che stupisce è il cambio di passo che la Apple di Tim Cook e Phil Schiller sta imprimendo a se stessa. iPad Mini è il prodotto più ovvio di questa tendenza, un device fortemente osteggiato ai tempi di Jobs ma che oggi, con la concorrenza sempre più pressante di Kindle Fire e Surface, è diventato quasi una sorta di mantra: tutti lo aspettavano e, alla fine, è arrivato. Con buona pace delle idee di Jobs sul non inseguire i gusti del mercato di massa.iPad Mini, infatti, anziché tracciare la frontiera tecnologica, si limita a seguire l’esistente, inserendosi senza troppo sforzo nel settore creato da Samsung con Note. Inutile dire che la proposta made in Cupertino ha, come sempre le sue attrattive: il design è al top, così come l’ecosistema che ruota attorno al device. Tuttavia non si può non pensare che stavolta, per la prima volta, Apple si è trovata a rincorrere, anziché segnare la strada, proponendo uno strumento che - forse - farà contenti alcuni, ma che inserisce male in una proposta tecnologica che, fino all’altro ieri, era talmente semplice da apparire comprensibile anche ai più digiuni di tecnologia. Incomprensibile (almeno dal lato dei consumatori), anche la scelta di buttar fuori, a bruciapelo, un nuovo modello di iPad “normale”, potenziando il processore e offrendo una telecamera leggermente migliore. Su Twitter i commenti già si sprecano e, oltre a notare come Apple continui a non prendere in nessuna considerazione il rispetto dei suoi clienti più fedeli, è impossibile non vedere come un salto generazionale in neppure otto mesi sia difficile da digerire e ancor più da spiegare. Per quanto riguarda le novità sul versante computer, finalmente, dopo mesi di negligenza, a Cupertino hanno deciso di tornare sull’hardware pesante, proponendo due ottime macchine, destinate a ottenere un meritato successo. Il nuovo iMac in particolare è un vero e proprio capolavoro estetico, punto d’arrivo di quindici anni di sperimentazioni e progetti. Anche dal punto di vista tecnico, sia i macBook che gli iMac montano dischi a stato solido e integrano una nuova tecnologia, detta Fusion Drive, in grado di gestire in maniera dinamica il passaggio dei dati dagli hard disk tradizionali a quelli SSD. Un’innovazione molto interessante che speriamo di poter testare quanto prima. In definitiva, con questo keynote Apple si prende una sufficienza non troppo convinta; il merito, manco a dirlo, è quasi tutto dei due computer, mentre sul versante mobile siamo alla fine di un ciclo, dunque sarà sempre più difficile vedere grandi innovazioni nel campo tablet/smartphone. Certo che è, per la prima volta in dieci anni, abbiamo visto Apple sulla difensiva; nei prossimi mesi a Cupertino dovranno trovare un modo per risvegliare il fuoco di un tempo, altrimenti i rischi sono dietro l’angolo, non solo in Corea o a Redmond.