Speciale - Fallout 4 sarà pure un capolavoro, ma dopo la prima mezz'ora non lo giocherò mai più

Una differente prospettiva su uno dei giochi più apprezzato dell'anno appena conclusosi, Fallout 4

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Ci ho provato, giuro. Ho acquistato la mia brava copia di Fallout 4 al lancio, mi sono messo le cuffie, ho acceso la console e mi sono sdraiato sul divano, pronto a immergermi nel New England post apocalittico creato da Bethesda.

Ma dopo mezz’ora ci ho ripensato.

Come con Fallout 3 (e i due ancestrali capitoli precedenti), pure il quarto episodio della serie mi è venuto a nausea dopo quaranta minuti scarsi. In pratica ho creato il personaggio e sono uscito dal Vault 111. Fine. Ho scambiato due parole con Cosworth, ucciso due o tre esemplari di fauna post apocalittica e fatto due passi nella mia ex villetta a schiera. Fine. Poi ho fermato il gioco, tolto il Blu-ray e mi sono rimesso a giocare a Star Wars Battlefront. Da quella prima partita non ho più sentito il bisogno di riavviare Fallout 4, mai, neppure una volta. Lo so, quando un gioco riceve recensioni di un certo tipo, viene inserito in tutte le classifiche dei titoli dell’anno e su Metacritic ha un rating medio di 87/100 è pressoché impossibile sollevare obiezioni, tuttavia per me, come giocatore e come appassionato, Fallout 4 rimane un oggetto insondabile.

Intendiamoci, non nego gli alti valori produttivi del gioco né le sue qualità intrinseche, tuttavia ogni volta che mi approccio a un capitolo della serie è come se facesse di tutto per respingermi. Amo i titoli open world, ho esplorato tutti gli anfratti di The Witcher 3: Wild Hunt e rubato più auto in GTA V della maggior parte dei lettori, ma il concetto di libertà d’azione declinato da Bethesda non riesce a convincermi. Perché un genitore che assiste impotente al rapimento del suo primogenito dovrebbe perdersi in chiacchiere e incarichi vari? A che scopo esplorare il deserto radioattivo quando sappiamo, da subito quale sia il nostro obiettivo? Certo, si può obiettare che pure le avventure di Geralt di Rivia si ambientano tutte nella più ampia cornice della ricerca di Ciri, ma fin dai primissimi minuti, la creazione di CD Projekt RED appare molto più coesa ludicamente, non si ha mai la sensazione di essere davanti a una terra incognita senza avere a disposizione gli strumenti per affrontare le insidie.

[caption id="attachment_149406" align="aligncenter" width="600"]Fallout 4 screenshot Fallout 4 - screenshot[/caption]

Fallout 4, al contrario, pretende che sia il giocatore a farsi carico di tutto, dominando fin dal principio il farraginoso sistema di combattimento che mischia turni e azione in tempo reale e muovendosi con la circospezione di un suricate appena uscito dalla tana. I giochi open world funzionano bene quando il protagonista è badass fin dal principio, non invincibile, ma ragionevolmente in grado di affrontare le sfide delle prime ore di gioco senza troppi patemi. Fallout 4, come pure The Elder Scolls V: Skyrim, pretende invece di applicare la classica progressione da gioco di ruolo occidentale innestandola su un mondo esplorabile fin da subito. Laddove Baldur’s Gate e Planescape Torment offrivano un’esperienza story driven funzionale al gameplay qui avviene il contrario, pare quasi che l’esperienza ludica sia sottomessa alla necessità di offrire più materiale possibile.

"Fallout 4 punisce ogni errore con la violenza che ci si aspetterebbe da Bloodborne, non da un RPG in teoria basato sull’esplorazione e il potenziamento del personaggio"

Così abbiamo centinaia di personaggi secondari senza carisma, libri da leggere che però non servono a nulla, location enormi con pochissima interattività e, soprattutto, la vicenda principale risulta quasi meno interessante delle quest laterali. Di norma la storia principale dovrebbe offrire esperienze irraggiungibili con le missioni secondarie - penso alle rapine di GTA V - ciò in Fallout 4 non succede, anzi, pare che gli sviluppatori stessi vivano la costruzione di una narrativa come inutile impedimento, la principale scocciatura che gli impedisce di concentrarsi sugli altri aspetti interessanti del gioco. Spiace citare sempre The Witcher 3: Wild Hunt, ma anche qui l’avventura dello strigo dai capelli bianchi ha molto da insegnare: Geralt inizia la sua cerca a Bianco Frutteto e, insieme a lui, abbiamo tempo di impratichirci in attesa di muovere i primi passi in un mondo più grande. Fallout 4, invece, punisce ogni errore con la violenza che ci si aspetterebbe da Bloodborne, non da un RPG in teoria basato sull’esplorazione e il potenziamento del personaggio.

[caption id="attachment_149407" align="aligncenter" width="600"]Fallout 4 screenshot Fallout 4 - screenshot[/caption]

Per tutti questi motivi non credo prenderò mai più in mano l’ultima fatica di Bethesda, è un errore, un cedimento alla superficialità, lo so bene. Ma i tempi in cui potevo passare dieci ore di gioco a grindare e raccogliere equipaggiamento prima di poter affrontare le vere minacce sono passati da un pezzo. Probabilmente buona parte dei giocatori non saranno d’accordo ma, in questa fase della mia vita ludica, un gioco deve offrirmi qualcosa di più rispetto alla promessa di un mondo vastissimo per convincermi a dedicargli il mio risicatissimo tempo. Ad oggi Fallout 4 è un investimento che non posso permettermi.

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