Speciale: Eddy e la Banda del Sole Luminoso

Riscopriamo Eddy e la Banda del Sole Luminoso di Don Bluth, a 25 anni dalla sua uscita nelle sale

Redattore su BadTaste.it e BadTv.it.


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Uscito nel 1991 in Gran Bretagna e nel '92 negli Stati Uniti e in Italia, Eddy e la Banda del Sole Luminoso è il quinto lungometraggio di animazione di Don Bluth, dopo Brisby e il Segreto di NIMH, Fievel Sbarca in America, Alla Ricerca della Valle Incantata e Charlie - Anche i Cani vanno in Paradiso. Ambientato durante una tempesta, narra di un bambino trasformato in un gatto e di un gruppo di animali di una fattoria che partono per la città alla ricerca del loro gallo, l’unico che abbia il potere di far tornare il sole e di mettere fine al dominio dei gufi notturni. Il nome del galletto del film può richiamare sia il gallo Chanticleer della novella Il racconto del cappellano delle monache contenuta ne I Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer che i versi di Edmond Rostand per la pièce teatrale Chantecler, con protagonista un fiero galletto del sud della Francia. Nel film di Bluth il personaggio è naturalmente americano, la sua storia si mescola vagamente a quella dell'ascesa alla fama di Elvis Presley e, in italiano, Chanticleer canta con la voce di Bobby Solo. Meno noto rispetto agli altri lavori di Bluth, Eddy abbandonava gran parte del tono drammatico delle avventure di Charlie, dei dinosauri o della signora Brisby, in favore di un tono più leggero e di una forte componente musicale, con un prologo e un epilogo in tecnica mista tra animazione e live-action. Co-diretto con Gary GoldmanDan Kuenster, non ebbe fortuna al botteghino e, dopo il flop, Bluth dovette affrontare varie difficoltà finanziarie in parte arginate da una società di Hong Kong, la Media Assets, che produsse alcuni dei suoi film successivi. Venne considerato inferiore ai precedenti film del regista sia in termini di storytelling che di animazione ma, a distanza di 25 anni, conserva ancora un affezionato fandom. Proviamo a riscoprirlo insieme.

Alla ricerca del gallo perduto

Chanticleer è un allegro e palestrato galletto dall’animo semplice e dall’ugola d’oro che, nella sua fattoria, tiene alto il morale di tutti gli animali. “Anche se era un po’ troppo rumoroso quel ragazzo sapeva cantare!” narra fuori campo il cane Patù. Il pennuto canterino ha infatti l’onore e l’onere di svegliare quotidianamente il sole e di fare sì che il giorno possa succedere alla notte. La cosa, ovviamente, ostacola i piani dei gufi notturni, costretti a rintanarsi al riparo dalla luce. Una mattina, prima dell’alba, il malvagio Gran Gufo (doppiato in originale da Christopher Plummer e in italiano da Dario Penne) manda uno dei suoi scagnozzi a sfidare la leadership del gallo. Chanticleer ha la meglio ma, nella confusione del duello, si dimentica di cantare. Eppure il sole, puntualmente, sorge lo stesso. L’intera fattoria è in preda allo sgomento e Chanticleer è senza parole. Gli animali lo umiliano e gli danno dell’impostore, costringendolo a partire per la città in cerca di fortuna. Ed è così che, all’improvviso, inizia a piovere. L’idea di Bluth è che il racconto nel racconto sia anche l’incipit delle avventure: il piccolo Eddy vive con i genitori in una fattoria e, mentre legge in un libro illustrato i racconti di Chanticleer, la pioggia battente si intensifica mettendo a repentaglio raccolto e bestiame. La tempesta butta tutti giù dal letto e, mentre genitori e fratelli maggiori cercano di contenere una vera e propria inondazione, Eddy è confinato in casa senza poter essere di alcun aiuto. Se piove nella fiaba, piove anche nel nostro mondo, ma in entrambi i casi la soluzione è andare alla ricerca di Chanticleer e convincerlo a fare nuovamente chicchirichì. Eddy si affaccia alla finestra e grida a gran voce il nome del gallo, ma riceve una visita del malvagio Gran Gufo, pronto a scongiurare il rischio che “il gallinaccio” possa fare ritorno. E a ulteriore riprova delle similitudini tra Elvis e Chanticleer, il gufo dichiara apertamente di “detestare decisamente il Rock ’n' Roll”.

Eddy e la Banda del Sole Luminoso Gran Gufo

“Nessuno ha mai visto il Gran Gufo ed è vissuto abbastanza per raccontarlo!” esclamava il signor Agenore in Brisby e il Segreto di NIMH. Ma il gufo di Eddy non è certo quello di Brisby: Bluth attinge al suo affezionato mondo animale, ma converte ogni specie in chiave brillante e umoristica. Non a caso le esibizioni in città di Chanticleer, divenuto “Il Re” dello spettacolo, vengono vietate a gatti, cani, uccelli e topi, che oltre a essere gli amici del gallo sono anche gli animali ai quali Bluth ha dedicato la sua filmografia (da Brisby a Charlie passando per Fievel fino al futuro protagonista di Hubie all’inseguimento della pietra verde). Ecco dunque che il perfido gufo diviene "il Duca", un vecchio e borioso aristocratico che ama suonare Bach circondato dai suoi sciocchi tirapiedi. “Noi lo odiamo e non canterà mai più!” esclama fiero di essersi sbarazzato del gallo. Tuttavia, quando gli amici di Chanticleer partono per la città, i gufi hanno inevitabilmente nuove grane: "Distruggete il gatto, il cane, o volete che torni il pollo?" ordina il Gran Gufo ai suoi sgherri. Il sole deve restare un ricordo del passato, chiunque porti luce deve sparire ed è interessante la soluzione con la quale Bluth rende i gufi fotosensibili (la luce li spazza letteralmente via), facendone dei villain simili ai vampiri. A differenza di altri gufi del variegato panorama dell'animazione, il Duca è difficile da collocare nella nomenclatura zoologica: Doren de Il Regno di Ga’Hoole - La leggenda dei guardiani è della famiglia dei Titonidi; Anacleto, il gufo altamente istruito di Merlino de La Spada nella Roccia, è un gufo pigmeo appartenente al genere Glaucidium e, come lo sciocco nipote del Gran Gufo (apostrofato dallo zio come "nipotino pigmeo"), fa parte della famiglia degli Strigidi. Il Duca rimane un gufo sui generis ma, dopotutto, il signore della notte è anche un potente stregone: non è illogico supporre che abbia modificato a suo piacimento il proprio aspetto per distinguersi dagli altri gufi ordinari.

Ogni città qualche gallo ha

Eddy e la Banda del Sole Luminoso Chanticleer

Se abbassassimo di un’asticella il nostro livello di sospensione dell’incredulità, potremmo chiederci come mai il mondo piombi in una sorta di notte perenne e tempestosa non appena Chanticleer smette di fare chicchirichì. La cosmogonia nella quale si muovono il gallo e i suoi amici è intrisa di una morale di fondo: il sole potrà anche sorgere senza che il gallo canti, ma può anche tramontare per sempre una volta che Chanticleer viene ripudiato da chi avrebbe dovuto stargli vicino. “E’ per questo che cerchiamo la città, dobbiamo trovare Chanticleer e chiedergli scusa!” spiegano gli animali a Eddy. L'idea, volutamente vaga, è che la fattoria di Eddy e quella di Chanticleer siano lo stesso posto in due dimensioni diverse: gli animali piombano nella stanza di Eddy proprio perché la pioggia li ha sparpagliati e colti alla sprovvista, come mostrato nella sequenza in live-action nella quale gli umani tentano di riportarli nella stalla. Tuttavia, la piccola topolina Piperita, dando uno sguardo alla stanza di Eddy, sentenzia "Secondo i miei calcoli, questa non può assolutamente essere la città", il che dovrebbe far supporre che gli animali siano già in viaggio da almeno un po'. Tutto è opportunamente vago anche per mantenere una dimensione smaccatamente onirica, accennata quando Eddy urla "Mamma, Papà! Svegliatemi!". Ma degli umani, nel mondo animato, non c'è traccia: lo stesso Gran Gufo trasforma Eddy in un gatto per poterlo mangiare proprio perché, come tiene a specificare, nel suo mondo gli umani non sono digeribili. Le creature della notte hanno lavorato sodo affinché l’oscurità adombrasse la luce e sancisse definitivamente il loro avvento al potere. Ecco dunque che un manipolo di eroi parte per la città alla ricerca di un amico che, forse, non è ancora del tutto perduto. Mancano la tensione emotiva, la disperazione e le inquietanti atmosfere di Brisby, ma Bluth non rinuncia al ritmo e a un interessante montaggio alternato tra città e campagna, con gli eroi che cercano il gallo e i poveri animali della fattoria circondati dai gufi. E per evitare il rischio di un rating PG, venne tagliata la scena nella quale il Gran Gufo intende cuocere viva una povera puzzola. Nel montaggio finale, il malcapitato animale si vede brevemente sulla torta del gufo a pochi centimetri dal forno a legna, poco prima che Strazio precipiti in cucina salvandogli involontariamente la vita.

Eddy e la Banda del Sole Luminoso puzzola

Come per gran parte dei suoi lavori, Bluth aveva in mente il suo racconto del gallo sin da quando lavorava in Disney, dove un gruppo di addetti ai lavori era interessato a combinare elementi della sua storia con le vicende di una volpe antropomorfa di nome Reynard, ispirata a alcuni racconti folkloristici europei. Disney non mise mai il progetto in cantiere ma Bluth, dopo aver fondato il suo studio indipendente, era ancora convinto che la sua storia potesse funzionare. Tra i topoi fiabeschi, quello del custode del giorno o della notte si perde nella notte dei tempi, e la stessa animazione ha narrato spesso in chiave brillante l’alternanza tra luce e oscurità: da ultimo, Mune - Il Guardiano della Luna di Alexandre HeboyanBenoît Philippon, nel quale il piccolo fauno Mune combina un bel pasticcio consentendo al al guardiano delle tenebre di rubare il sole. Nel film di Bluth, la possibilità che il sole torni a splendere coincide con l'occasione di ritrovare un amico perduto e con la guerra tra creature del giorno e della notte. Inizialmente, prologo ed epilogo erano previsti in bianco e nero, proprio come le sequenze iniziali e finali de Il Mago di Oz. Le due sequenze dovevano essere dirette da Victor French, star de La Casa nella Prateria e Autostop per il Cielo, che tuttavia uscì dal progetto per via una prolungata lotta contro il cancro. Subentrò allora lo stesso Bluth, che non aveva mai diretto in live-action, passando al colore e riducendo a pochi minuti le sequenze in tecnica mista. A film completato, dichiarò di aver trovato più facile l'intera parte animata che i pochi minuti girati in studio.

Eddy e la Banda del Sole Luminoso Don Bluth

Gran parte dell’animazione principale si svolse tra Burbank e Dublino. Mentre la Sullivan Bluth Studios prese in carico la parte animata, le sequenze in live-action vennero girate in California presso i MGM Studios. La produzione affrontò comunque costi addizionali e periodi aggiuntivi di lavoro per via delle molte modifiche apportate quando il progetto avrebbe dovuto essere ultimato. L'ultimo prodotto mainstream a presentare con successo la tecnica mista era stato Chi Ha Incastrato Roger Rabbit nel 1988, guadagnando un Oscar per gli effetti visivi. Bluth teneva ben a mente i risultati di Zemeckis, ma dovette affrontare un serie di grane dovute al target molto più settoriale del suo film. Una volta completato il lavoro, la squadra di animazione rimise mano a un gran numero di scene modificando vari dettagli per nulla cosmetici: addirittura, si intervenne per coprire di piume e per rendere meno prosperosa la scollatura di Goldie Pheasant. La dolce e un po' svampita fagianella che si innamora di Chanticleer era stata inizialmente concepita con delle forme vagamente simili a quelle di Jessica Rabbit. Tuttavia, dopo che molte mamme avevano storto il naso durante alcuni screen test e sempre nel timore di un rating PG, il team creativo decise di rendere Goldie meno sensuale, coprendone abbondantemente il décolleté.

Eddy e la Banda del Sole Luminoso Goldie

Inizialmente, Eddy e la Banda del Sole Luminoso doveva essere distribuito dalla MGM-Pathé Communications, ma per via di difficoltà finanziarie passò alla Samuel Goldwyn Company. Venne rilasciato in Gran Bretagna nell'agosto del '91 ma uscì nelle sale americane solo ad aprile del '92 per non trovarsi in concorrenza con La Bella e la Bestia e, ironia della sorte, anche con Fievel Conquista il West, sequel proprio del secondo film Bluth, nel quale il regista non venne coinvolto. Tra i tanti dettagli modificati in extremis c'è anche il respiro magico del Gran Gufo, che originariamente non era colorato e non includeva varie fantasie e forme come piccole stelle e pianeti del cosmo: anche qui, si scelse di rimettervi mano per renderlo meno spaventoso per i bambini più piccoli. Al film venne inoltre aggiunta all'ultimo la voce narrante di Patù, che risulta effettivamente fuori posto in molte scene nelle quali non è necessaria: quando il gallo passa in limousine accanto ai suoi amici sentiamo Patù chiedere al pubblico “Vi capita mai di avere la sensazione, quando state cercando qualcuno, di averlo proprio sotto il naso?”. Al cinema, gli incassi furono magri: 11 milioni di dollari a fronte di un budget di 18. I Sullivan Bluth Studios, nati dalla Don Bluth Productions e dal Don Bluth Group, andarono presto in bancarotta e vennero liquidati definitivamente nel 1995, dopo una ulteriore rinomina in Don Bluth Entertainment. Sia la sede di Dublino che quella di Burbank, insieme alla filiale a Van Nuys, vennero smantellate. Gran parte delle maestranze del team confluì nei Fox Animation Studios, per i quali Don Bluth e Gary Goldman realizzarono nel '97 il successo di Anastasia e il pesante flop di Titan A.E.. I due, che non dirigono un lungometraggio dal 2000, hanno lanciato quest'anno una campagna di crowdfunding per finanziare l'avvio del progetto del film di Dragon's Lair, con l'idea di portare Dirk l'Ardito sul grande schermo in un prequel delle vicende narrate nel gioco dell'83. La raccolta fondi, inizialmente partita su Kickstarter e confluita poi su Indiegogo, è stata un successo straordinario, con oltre 600 mila dollari di donazioni a fronte di un target di 250 mila. Don Bluth e Gary Goldman, sulle note di A Rumor in St. Petersburg da Anastasiasentitamente ringraziano.

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