Speciale: Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri

Riscopriamo l'avventura australiana dei due inviati molto speciali di Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri!

Redattore su BadTaste.it e BadTv.it.


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Nel 1990, per la prima volta, un Classico Disney è anche un sequel di un Classico precedente. Accade nuovamente un decennio più tardi con Fantasia 2000 e nel 2011 con Winnie the Pooh - Nuove avventure nel bosco dei 100 acri. Dovrebbe accadere di nuovo tra non molto, con i sequel di Frozen e di Ralph Spaccatutto. All'inizio degli Anni 90, Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri riprende l’universo narrativo di tredici anni prima, dopo il successo de Le Avventure di Bianca e Bernie del 1977. Lo fa con una veste nuova, una tecnologia rinnovata e un’ambizione maggiore. Tutto, rispetto al capitolo precedente, è su più larga scala, a partire dal budget e dalle aspettative. Prima di un grande rimescolamento di mercato, nel 29esimo Classico Disney sono coinvolti nomi che hanno poi preso strade diverse: Jeffrey Katzenberg è alla guida dei Walt Disney Studios, mentre Pixar mette a disposizione alcuni collaboratori esterni per le animazioni digitali, ovviamente operando ancora come piccolo studio al di fuori della galassia disneyana (mancano ben 16 anni alla sua acquisizione da parte di Disney per oltre 7 miliardi di dollari). Cinque anni più tardi, John Lasseter porterà Pixar nell'olimpo degli studios con Toy Story, mentre Katzenberg si imbarcherà nelle avventure di DreamWorks e, poco più tardi, di DreamWorks Animation (da poco ceduta alla NBCUniversal, parte del gruppo Comcast). Le nuove avventure di Bianca e Bernie si presentano con un design rinnovato, nel quale hanno un ruolo fondamentale la nuova tecnologia CAPS (Computer Animation Production System) e un uso più massiccio di CGI, già usata da Disney in precedenza (come nella sequenza all'interno del Big Ben di Basil l’Investigatopo) ma mai su così larga scala. Il nuovo motore digitale dell'animazione mostra i muscoli dalla prima scena, con i titoli di testa che scorrono sullo sfondo di un campo fiorito in una sequenza in CGI che svela un nuovo tipo di profondità dell'immagine sul grande schermo. Diretto in tandem da Hendel Butoy e da Mike Gabriel (co-regista di Pocahontas) e co-prodotto con Silver Screen Partners IV, il nuovo film esce nel periodo del Rinascimento Disney, inaugurato con La Sirenetta nel 1989, ma vi rappresenta un outsider da più di un punto di vista: sia per la sua natura di sequel, sia per l’assenza di scene musicali (l’unico precedente era Taron e la Pentola Magica del 1985) e sia per l’incapacità di ripetere il miracolo al botteghino del ’77. Fu un discreto successo ma è indubbio che, dati i precedenti, la Disney si aspettasse un risultato più generoso. A oggi, Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri ha un vastissimo e variegato fandom trasversale, affezionatissimo alle avventure australiane dei due piccoli eroi della Società di Salvataggio.

Alla ricerca di Cody

Dopo il successo del primo capitolo, il pubblico conosce già la cosmogonia del racconto. Nelle nuove avventure viene quindi mostrato un prologo più lungo e dal tono epico nel quale fa da padrona la potente colonna sonora di Bruce Broughton, con alcuni rimandi alle iconiche partiture di Piramide di Paura. In Australia il piccolo Cody salva un enorme esemplare di aquila, nota agli animali locali come Marahute, prigioniera in una trappola dei bracconieri. Dopo il salvataggio, tra i due nasce un rapporto empatico, con lei che dona a lui una delle sue preziose piume in segno di riconoscenza e di amicizia. La cosa non sfugge al perfido cacciatore McLeach, che rapisce il povero Cody per costringerlo a rivelare l’ubicazione del nido della grande aquila. Dopo il rapimento, i topi australiani non se ne stanno a guardare e trasmettono al mondo un messaggio con una richiesta di aiuto affinché il ragazzo venga soccorso. La trasmissione viaggia dalle Isole Marshall fino alle Hawaii e rimbalza da Los Angeles a Denver, da St. Louis a Chicago e da Washington D.C. fino a New York City. Non è un ottimo momento per un nuova missione: Bernie è a cena con Bianca e sta per chiederle di sposarlo, ma non appena lei riceve il telegramma dalla Società di Salvataggio è presa solo dalla smania di arrivare in Australia. E’ l’inizio di una nuova avventura che metterà i due piccoli eroi alla prova in una terra lontana, ricca di pericoli e molto diversa dalla precedente ambientazione: i libri di Margery Sharp non sono più un riferimento e l’Australia è un mondo più soleggiato e colorato rispetto alla Palude del Diavolo. Il nuovo mondo di Bianca e Bernie è indiscutibilmente più tridimensionale, profondo e dai colori più caldi, accesi e pastosi rispetto al precedente, accantonando di fatto parte dell’ambientazione nebbiosa e dark che dava un'atmosfera a tratti thriller alla prima epopea dei due piccoli topi. Dunque, meno investigazione e più avventura.

Inoltre, il pubblico sa già che le piccole dimensioni degli eroi non sono più un problema, e che i due agenti hanno dato prova sul campo di trasformare un apparente difetto in un punto di forza: il nuovo film inaugura quindi una sottile dinamica ecologista legata a doppio filo al salvataggio del nuovo umano in difficoltà, nuovamente vittima dell’avidità di un adulto senza scrupoli. Da un lato, rispetto a Madame Medusa, McLeach è un villain spinto da un'avidità simile ma con una dose inevitabilmente minore di ossessione; dall'altro, l'oggetto della sua ricerca (Marahute) è anche la prima preoccupazione del suo prigioniero. Cody teme sia per la sua vita che per le sorti della grande aquila, aggiungendo pathos alla vicenda, mentre la piccola Penny non aveva alcun legame o alcun tipo di interesse verso il leggendario diamante che era costretta a recuperare. C'è da dire che la povera Penny era inevitabilmente più sola rispetto a Cody, che può invece contare sulla compagnia e sul supporto, non solo morale, degli altri animali messi in gabbia da McLeach. Tuttavia, i vari compagni di sventura di Cody aprono una sottotrama che resta abbastanza appesa (Che fine fanno? Saranno liberati? Riusciranno a fuggire?). Peccato, perché la sequenza nella quale tentano insieme di recuperare le chiavi per evadere è una delle più riuscite, con un meraviglioso elogio della follia del piccolo Frank, che ama la libertà e che non ha nessuna intenzione di diventare una borsa.

Terra di canguri, terra di rivincita 

Alla fine degli Anni 80 l’America vive una sorta di piccolo innamoramento per l’Australia, anche grazie all'iconico personaggio di Paul Hogan in Mr. Crocodile Dundee, grande successo del 1986. La terra dei canguri (chiamata spesso "Down Under", letteralmente “sottosopra”) è un luogo esotico e lontano, ma è anche culturalmente più abbordabile per il pubblico yankee rispetto a mete meno distanti ma più aliene. Tra i nomi coinvolti nelle nuove avventure di Bianca e Bernie c’è Maurice Hunt, futuro responsabile delle sequenze animate di Pagemaster - L’avventura meravigliosa. E’ proprio lui, con una squadra di collaboratori, a trascorrere un periodo in Australia per studiare ambientazioni e colori da trasporre nel film, mentre il tocco di Glen Keane (sia come autore di storyboard che come supervising animator) si fa enormemente più presente rispetto al film del ’77, in particolar modo nel ricreare la gigantesca Marahute. L’enorme esemplare è un derivato dell’aquila reale americana, con una testa più piccola, un collo più lungo, una stazza maggiore e una gigantesca apertura alare. La sua presenza apre e chiude le sequenze iniziali e finali del film, apparendo per poco più di dieci minuti complessivi, svolgendo il ruolo di comprimario speciale pronto a innalzare il livello di spettacolo e l'attenzione del pubblico.

Vent'anni prima di Hiccup e Sdentato in casa DreamWorks Animation, i disneyani Cody e Marahute si sono studiati, aiutati a vicenda e salvati reciprocamente la vita. Tra i due c'è un'intesa forte, che non necessita di dialoghi: Cody parla con tutti gli animali ma la grande aquila comunica con sguardi e con una fisicità espressiva e dinamica. Quando Cody le chiede se le sue uova si schiuderanno presto, lei solleva le piume in segno sia di impazienza che di emozione. Per il character design del perfido McLeach viene invece preso a esempio George C. Scott, chiamato anche a prestare la voce al malvagio villain. Nel doppio ruolo di scagnozzo e di animale domestico gli viene affiancato il varano Joanna che, proprio come Bruto e Nerone con Medusa, smette di essere fedele al proprio padrone quando le cose, sul finale, si mettono male. Ai fini narrativi, la goffa e malvagia bestiola torna utile sia per inseguire i topi nel corso dell'avventura sia per fungere da controparte umoristica del villain, come nella scena nella quale gli sottrae con l'inganno le uova fresche rimaste in cambusa. Per quanto riguarda Bianca e Bernie, finalmente la tensione emotiva tra i due è messa alla prova da un terzo incomodo: giunti in Australia, il povero Bernie dovrà fare i conti con la guida del posto, Jake, che ha messo gli occhi su Bianca e che sembra superarlo in tutto, avendo inevitabilmente più dimestichezza con il territorio. Ma Bernie non si arrende e cerca sempre il momento perfetto per chiedere a Bianca di trascorrere la vita insieme. In qualche modo, la tensione fra i tre regge bene all’inizio e meno col procedere dell’avventura: in Australia, Jake è inevitabilmente più popolare e disinvolto di Bernie, ma il pubblico sa bene che Bianca non anteporrebbe mai il topo sbruffone al suo timido e romantico collega di avventure.

Il gran finale, non a caso, è opportunamente sbilanciato su Bernie, che si prende un’attesa rivincita su ogni momento che lo ha visto bistrattato e messo in secondo piano. Quando Bianca conforta Cody, lo invita proprio a confidare in un intervento di Bernie. Jake pensa che siano solo parole di circostanza per confortare il ragazzo ma lei lo smentisce, confermando per l'ennesima volta che nella sua vita c'è spazio solo per il buon topo newyorkese. E in effetti, dell'impacciato usciere che si preoccupava dei tredici gradini delle scale è rimasto ben poco. Bernie è cambiato, ha capito che nel mondo non c'è spazio per chi ha paura e ha realizzato di non avere tempo per vivere una vita sottotono. Avrà la meglio persino su un cinghiale e potrà tirare fuori, finalmente, il proprio lato "australiano", capace di adattarsi a un ambiente vasto e ostile. Giusto in tempo per essere il deus ex machina della vicenda e per mostrare un eroismo onesto e composto, pronto a dare una svolta all'epopea di tutti e ad affrontare l'avventura della vita: "Miss Bianca, prima che accada qualcos'altro, vuoi sposarmi?". Lei è rimasta la stessa, ma lui ha trovato un posto nel mondo e una rinnovata fiducia nella possibilità di poter cambiare le cose. "Saremo una squadra stupenda noi due" aveva detto lei in tempi non sospetti. Aveva ragione.

Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri finale

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