Speciale - Aspettando Games Week: Alien

Alien è stato uno dei film più videoludici di sempre, già ai tempi dell'uscita

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Alien e WarGames tornano in sala nelle originali pellicole 35mm come evento del fuori salone di Milan Games Week. A curare questa incursione cinematografica nella settimana milanese del videogioco l’Archivio Videoludico della Cineteca di Bologna, che ha messo a disposizione le due pellicole. La domanda sorge spontanea, e la risposta potrebbe non essere così scontata: perché abbiamo scelto questi due film? Se volete sapere perché abbiamo scelto Alien – che sarà proiettato al cinema Apollo lunedì 20 ottobre alle ore 20.00 e alle ore 22.15, ingresso gratuito – continuate a leggere. Se invece volete sapere perché abbiamo scelto WarGames, andate qui.

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A prima vista, limitandosi alla superficie, si potrebbe forse sostenere che sia Aliens (James Cameron, 1986), e non Alien, l’episodio più videoludico della serie. Cameron spinge l’acceleratore sull’azione, realizzando un film decisamente più caciarone del capostipite, un’opera che, non fosse impressa su pellicola, starebbe tranquillamente a proprio agio su qualsiasi PC e console. Fermarsi alla superficie, però, non renderebbe il giusto onore

"La Nostromo è un labirinto dalla doppia anima"

videoludico al capolavoro di Scott. Un film che centellina la tensione con maestria, e in cui concetti vicini al videogioco come sopravvivenza e stealth diventano elementi cardine della narrazione. La Nostromo è un labirinto dalla doppia anima: c’è la Nostromo dell’equipaggio, fatta di corridoi e cabine ipertecnologiche, e c’è la Nostromo dell’alieno, rintanato là dove l’occhio umano non arriva, in quella dimensione altra rappresentata dai cunicoli e dai condotti della nave spaziale. Nello spazio, dove nessuno può sentirti urlare, viene messa in scena una carneficina discreta: l’angoscia sta nel non vedere, nel non sapere, nel sentirsi accerchiati e impotenti di fronte a una creatura che vuole semplicemente sopravvivere e riprodursi.

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Il fatto che nel corso degli anni siano stati realizzati decine di videogiochi ispirati al franchise la dice lunga sulla qualità videoludica della serie. L’ambientazione spaziale, l’alieno, la sensazione di opprimente claustrofobia, l’agguato dietro l’angolo: sono tutti elementi che il videogioco ha saputo far propri con naturalezza e risultati spesso notevoli. Alien ci parla di canoni videoludici, ma anche di adattamento: una pratica vista con diffidenza dai giocatori, timorosi in molti casi di trovarsi di fronte all’ennesimo tie-in puramente funzionale alla sfruttamento commerciale di un brand. Una pratica, tuttavia, particolarmente interessante per chi osserva i media con occhio critico e consapevole: nel passaggio da un medium all’altro avviene una trasformazione che riguarda estetica e linguaggi, messa in scena e valorizzazione delle caratteristiche del mezzo di riferimento. L’universo di Alien ci parla di cinema e videogiochi, ma anche di fumetti e romanzi. Lo xenomorfo di H.R. Giger e Rambaldi ha invaso più media e nessuno ormai può dirsi al sicuro.

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