Speciale - Aspettando Games Week: Alien
Alien è stato uno dei film più videoludici di sempre, già ai tempi dell'uscita
A prima vista, limitandosi alla superficie, si potrebbe forse sostenere che sia Aliens (James Cameron, 1986), e non Alien, l’episodio più videoludico della serie. Cameron spinge l’acceleratore sull’azione, realizzando un film decisamente più caciarone del capostipite, un’opera che, non fosse impressa su pellicola, starebbe tranquillamente a proprio agio su qualsiasi PC e console. Fermarsi alla superficie, però, non renderebbe il giusto onore
"La Nostromo è un labirinto dalla doppia anima"Il fatto che nel corso degli anni siano stati realizzati decine di videogiochi ispirati al franchise la dice lunga sulla qualità videoludica della serie. L’ambientazione spaziale, l’alieno, la sensazione di opprimente claustrofobia, l’agguato dietro l’angolo: sono tutti elementi che il videogioco ha saputo far propri con naturalezza e risultati spesso notevoli. Alien ci parla di canoni videoludici, ma anche di adattamento: una pratica vista con diffidenza dai giocatori, timorosi in molti casi di trovarsi di fronte all’ennesimo tie-in puramente funzionale alla sfruttamento commerciale di un brand. Una pratica, tuttavia, particolarmente interessante per chi osserva i media con occhio critico e consapevole: nel passaggio da un medium all’altro avviene una trasformazione che riguarda estetica e linguaggi, messa in scena e valorizzazione delle caratteristiche del mezzo di riferimento. L’universo di Alien ci parla di cinema e videogiochi, ma anche di fumetti e romanzi. Lo xenomorfo di H.R. Giger e Rambaldi ha invaso più media e nessuno ormai può dirsi al sicuro.