Speciale: 20 anni di Matilda 6 Mitica

A vent'anni dall'uscita al cinema riscopriamo Matilda 6 Mitica, diretto nel 1996 da Danny DeVito e interpretato dalla piccola Mara Wilson

Redattore su BadTaste.it e BadTv.it.


Condividi

Uscito nell'agosto del 1996, diretto da Danny DeVito e tratto dal romanzo di Roald Dahl, Matilda 6 Mitica (Matilda) è ancora una delle più riuscite trasposizioni sul grande schermo delle fantasticherie dello scrittore britannico. A interpretare la piccola protagonista è Mara Wilson, dopo le apprezzate performance in Mrs. Doubtfire e Miracolo nella 34a Strada. Oltre a dirigere il film, DeVito interpreta Harry Wormwood, padre di Matilda, ed è anche la voce narrante in versione originale. A distanza di vent'anni, proviamo a riscoprire le avventure della curiosissima bimba appassionata di libri e dai poteri telecinetici.

I Wormwood prima dei Dursley

“Quando sei nel dubbio, chiedi consiglio ai libri” sentenziava nel 1994 Pagemaster al piccolo Richard Tyler. Due anni dopo, il coraggio di conoscere è anche il mantra della piccola Matilda. In una famiglia fondata sui disvalori della disonestà e dell'ignoranza, l'amore di Matilda per la lettura è rivoluzionario. E leggere, ieri come oggi, è un’arma di legittima difesa. “Furbizia e tanti libri” era la ricetta di Hermione in Harry Potter e la Pietra Filosofale, ma il caso di Matilda è interessante da più punti di vista. Pur non avendo nulla a che fare con ciò che anni dopo sarebbe stato il mondo potteriano, anche Matilda possiede magici poteri e cresce in una famiglia di “babbani” che la tratta con indifferenza e disprezzo. I Wormwood sono, in tempi non sospetti, una versione pacchiana e truffaldina di ciò che saranno i Dursley. E tra gli altri deplorevoli comprimari adulti, caso vuole che la temibile signorina Trinciabue sia interpretata da Pam Ferris, che anni dopo sarà la perfida Marge Dursley in Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, nel quale finirà tragicomicamente gonfiata come un pallone dopo aver fatto perdere la pazienza al giovane mago.

Pam Ferris Matilda Harry Potter

Matilda non gonfia come mongolfiere i suoi parenti, ma nel prendere coscienza dei suoi poteri fa esplodere un televisore. Dietro le sue straordinarie abilità, la piccola cela un forte rifiuto dell’omologazione e una ferrea volontà di anteporre la ragione e il buon senso alla prevaricazione sugli altri. “D’ora in poi in questa casa si farà come dico io, adesso mangiamo come una vera famiglia e guardiamo la TV!” sentenzia suo padre, che aggiunge “A che ti serve leggere quando c’è la televisione piazzata lì davanti a te? Quello che può insegnarti un libro puoi impararlo meglio e più in fretta dalla televisione!”.

Forse oggi Matilda farebbe esplodere uno smartphone

Non fa una gran bella fine, il tubo catodico di casa Wormwood: boom, direbbe la McGranitt. E non è un attacco frontale al medium televisivo, ma un'accusa a coloro che ne abusano come un sostituto del dialogo e del confronto familiare. Forse oggi Matilda farebbe esplodere uno smartphone: non certo per opporsi alle enormi opportunità fornite dalla connessione, ma per ripristinare un dialogo interpersonale sempre più monosillabico e per ricordare a tutti che non è sufficiente essere in una lista di contatti per volersi bene. È grazie ai libri che Matilda giunge alla conclusione di non essere sola. Se il sapere promana sempre da qualcuno che lo condivide con gli altri, attraverso la lettura Matilda non si limita ad apprendere e scopre l’esistenza di menti simili alla propria: “La giovane mente di Matilda continuava a fiorire, nutrita dalle voci di quegli scrittori che avevano mandato in giro i loro libri per il mondo come navi attraverso il mare” racconta la voce narrante, “Da questi libri veniva a Matilda un messaggio di speranza e di conforto: tu non sei sola”. Un po' come il giovanissimo Potter, che prima di scoprire il suo destino viveva nella speranza di non essere solo al mondo.

Harry e Matilda

Il vero potere di Matilda?

Di Matilda, nel film si narra con chiarezza: “Quanto desiderava a volte avere una persona amica, una persona buona e coraggiosa come gli eroi dei suoi libri. Sospettava però, che come i draghi parlanti e le principesse dai capelli tanto lunghi da potercisi arrampicare, queste persone esistessero solo nei libri di favole. Ma presto avrebbe scoperto che poteva essere amica di se stessa, che possedeva una forza di cui non era consapevole” prosegue la voce narrante. Con leggerezza, Matilda lancia verso il pubblico un pensiero incoraggiante: il nostro vero alter ego vincente è la parte di noi stessi che ancora non conosciamo. La vera presa di coscienza di Matilda, oltre a quella di essere speciale, è la volontà di essere migliore di ciò che la circonda. Nello spirito del libro di Dahl, DeVito confeziona un piccolo romanzo di formazione per immagini, sgargiante e colorato ma all'occorrenza anche opportunamente spaventoso. Quella di Matilda è una vicenda che oltrepassa le barriere tra bambini e adulti per ribadire che il rispetto e la fiducia non sono affatto impliciti nella distanza anagrafica tra le persone: “Senza volerlo, Harry Wormwood aveva dato a sua figlia il primo insegnamento pratico utile” si narra fuori campo, “Voleva dire ‘Quando una bambina è cattiva’, ma invece aveva detto ‘Quando una persona è cattiva’, facendo così sorgere in lei l’idea rivoluzionaria che i bambini potevano punire i loro genitori, se questi l’avessero meritato, naturalmente”.

Matilda rovescia, a modo suo, il modello educativo gerarchico che vede l’adulto degno di rispetto in quanto tale

Matilda rovescia, a modo suo, il modello educativo gerarchico che vede l’adulto degno di rispetto in quanto tale. Prova ne è che il più odioso degli adulti nega continuamente di essere mai stato bambino: “I bambini sono tutti una disgrazia: brutti sporchi e cattivi! Io per fortuna sono nata grande!” esclama la signorina Trinciabue. Pare che sul set Pam Ferris rimanesse nel personaggio anche a macchina da presa spenta: i bambini dovevano temerla dentro e fuori dal film. La sua Agatha Trinciabue è una sorta di perfida e imponente suora laica che non conosce alcun genere di amore e di compassione e che getta la propria frustrazione su dei bambini che considera una maledizione inflitta da un qualche indesiderato maleficio: “La mia concezione di scuola perfetta è quella dove non ci sono bambini, neanche l'ombra!” esclama l'orrenda Preside, pronta a rinchiudere chiunque non le vada a genio nello "strozzatoio", un luogo buio e pieno di chiodi acuminati. Il modo in cui DeVito traspone la perfida direttrice dalle pagine di Dahl al grande schermo si allinea perfettamente con il punto di vista immaginifico dell’infanzia: è tipico dei bambini proiettare gli adulti di potere in personaggi elaborati, come quello di una perfida Preside che, fuori dalle mura scolastiche, vive in un castello dove passa il tempo a covare odio per i suoi studenti. Accadeva ieri come oggi: senza conoscere i propri insegnanti al di fuori della routine scolastica, i bambini immaginano storie su di loro, specialmente sui più spaventosi.

Signorina Trinciabue Pam Ferris

Oltre a DeVito, nel film appaiono altri due attori dei film di Batman di Tim Burton: uno dei due agenti dell’FBI che dà la caccia a Harry Wormwood è Paul Reubens, che interpretava il padre del Pinguino in Batman - Il Ritorno. L’altro agente è invece Tracey Walter, che era Bob in Batman del 1989. In macchina i due ascoltano un motivetto incluso in Pee-Wee’s Big Adventure, diretto nel 1985 da Tim Burton con protagonista proprio Reubens. Non è inoltre la prima volta che DeVito e Rhea Perlman, interprete della sguaiatissima Zinnia Wormwood, recitano insieme: dieci anni prima, erano apparsi nella serie Storie Incredibili all’interno dell’episodio The Wedding Ring, diretto proprio da DeVito. Nel '96, i due erano una coppia tanto nel film quanto nella vita.

Grazie alle edizioni home video, ai passaggi televisivi e alla popolarità in rete, possiede a oggi un affezionatissimo fandom

La famosa scena in cui Matilda danza facendo fluttuare gli oggetti in tutta la casa fu il risultato di un patto tra il regista e Mara Wilson: poiché la piccola attrice trovava imbarazzante danzare da sola davanti a tutti, DeVito impose che ogni singolo membro della troupe, a eccezione del cameraman, ballasse dietro la macchina da presa. Tutto ciò che vola intorno a Matilda venne poi aggiunto in CGI in post-produzione. Nel film sono inoltre nascosti innumerevoli riferimenti a Roald Dahl tra i quali il grande quadro che raffigura il padre della signorina Honey (che altro non è che un ritratto di Dahl stesso), e la bambola con la quale la giovane insegnante giocava da piccola che richiama il nome di Liccy Dahl, vedova dello scrittore e tra i produttori del film. In patria, Matilda non fu un successo commerciale, ma grazie alle edizioni home video, ai passaggi televisivi e alla popolarità in rete, possiede a oggi un affezionatissimo fandom.

È naturale chiedersi se, dopo vent'anni, la piccola anticonformista di Mara Wilson sia ancora in grado di essere un modello di riferimento per i giovanissimi. Indubbiamente sì, viste le sfide di un’infanzia alle prese non più con il problema dell’accesso alle informazioni ma con la necessità di filtrarle in maniera consapevole. L'amore per la lettura e il buon senso della piccola Matilda possono ancora ispirare sale in zucca, spirito critico e curiosità intellettuale, e questa storia può ancora essere tanto utile quanto leggera, come la brocca d'acqua fluttuante sorretta da un signorina Honey pronta a credere all'incredibile.

Matilda 1996

Continua a leggere su BadTaste