South Park torna a colpire

Campi per curare i gay, un complotto inglese contro gli Stati Uniti, una celebre attrice diffamata e un episodio dedicato al termine ‘negro’. Arrivati all’undicesima stagione, i creatori della serie animata più irriverente della storia non sembrano volersi calmare…

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Non so per voi, ma per me, ormai, Cartman è una leggenda. Un personaggio odioso, assolutamente politically uncorrect, che incarna tutto il peggio dell’umanità. Un bastardo, insomma.
Per me, il massimo è stato raggiunto in un episodio di qualche tempo fa, quando decise di fingersi handicappato per potersi iscrivere alle olimpiadi ‘speciali’, ritenendo di poter facilmente avere la meglio sulla concorrenza (e invece…).

Ma in questa undicesima stagione, non è certo da meno, come quando si improvvisa novello Jack Bauer (24) e tortura una coppia di mediorientali sospettati di terrorismo (in maniera molto personale ed esilarante). Ovviamente, ecco arrivare le polemiche, riportate anche sulla stampa italiana, a proposito dell’episodio in questione, in cui la Regina inglese si suicidava dopo aver fallito un tentativo di invasione degli Stati Uniti. Ovviamente, come spesso succede (vedasi la puntata con protagonista Papa Ratzinger), i nostri mezzi di informazione si appropriano di materiale di seconda mano e non vanno alla fonte (magari semplicemente leggendo la sinossi dell’episodio). Così, non si parla di altro materiale forte (la decisione di piazzare una bomba dentro Hillary Clinton, in un punto “inesplorato da trent’anni”), ma soprattutto si perde di vista le ragioni principali del successo duraturo di questo prodotto.

Se, come sembra sostenere Repubblica.it, le polemiche vengono cercate ad arte dai creatori (cosa sulla quale si può discutere), non basta certo questo per spiegare l’interesse di mezzo mondo verso questo sgangherato cartoon, anche perché altrimenti tutti potrebbero farlo.
La verità è che South Park affronta il lato peggiore del mondo occidentale (non solo degli Stati Uniti, come sembra pensare qualcuno), senza preoccuparsi di offendere tutto e tutti. I bambini sono spietati tra loro (basta vedere il terzo episodio di quest’anno), un ritratto che sicuramente non sarebbe stata apprezzato dal François Truffaut de Gli anni in tasca. Ma i genitori sono anche peggio: idioti e menefreghisti, sembrano incapaci di tenere testa al loro impegnativo ruolo. E ci si stupisce che anche i ragazzini delle elementari sono fan della serie?

Certo, gli autori adorano mettere alla berlina personaggi celebri. Ma, curiosamente, da quel punto di vista la critica sembra un po’ sbilanciata: quando si massacrano Bush o Tom Cruise (che non godono certo di grande popolarità), tutto bene; quando invece si scherza con i santi (e non è un modo di dire, vista la puntata su Maometto), partono gli strali. Questa è, d’altronde, una caratteristica molto diffusa ai giorni nostri: se si attacca la ‘squadra’ degli altri, tutto a posto; se però si osa sparlare della ‘propria’, guai a voi. E’ il motivo per cui Isaac Hayes ha abbandonato la voce di Chef (peraltro, più di un anno fa, non da poco come ha scritto qualcuno): dopo aver interpretato un personaggio sessista per anni, si è ‘sconvolto’ per la presa in giro di Scientology, la sua religione.

Certo, ogni tanto certe battute sono troppo insistenti e ripetute per non stancare. E, talvolta, l’accusa di volgarità (e offese) gratuite non è completamente ingiustificata. Ma, forse, proprio questo nonsense delirante rende i due autori, Trey Parker e Matt Stone, gli eredi più accreditati dei Monty Python. Anche se questo riferimento colto non basterà certo per placare l’ira di Angelina Jolie

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