Sonic 2 – Il film ci dice che c’è speranza
Sonic 2 – Il film, titolo allucinante a parte, è la prova che c’è speranza anche nel mondo dei franchise videoludici
Sonic 2 - Il film arriva su Paramount Plus dal 5 dicembre
LEGGI – Sonic 2 – Il film, la recensione
Una delle sue caratteristiche migliori è il modo in cui abbraccia senza vergogna la struttura modulare e infinitamente ripetibile delle avventure di Sonic, che altro non sono se non una riproposizione delle vecchie rivalità da cartone animato – Road Runner e Wile E. Coyote, per dire, o ancora meglio Bugs Bunny e Yosemite Sam. Sonic è, al netto di tutti i personaggi extra che ruotano loro intorno, Sonic vs. Robotnik; non importa se ci sono altri cattivi di mezzo né quale sia il MacGuffin di turno, il cuore della saga è lo scontro tra il genio malvagio con un malcelato senso di superiorità e un riccio blu molto veloce. L’uno non può esistere senza l’altro, e se nel caso di Robotnik la meccanica è quella classica da supervillain, Sonic 2 – Il film si apre dimostrandoci che anche Sonic fa fatica a definire sé stesso senza il suo arcirivale.
Sonic vorrebbe essere un eroe, ma i suoi peculiari poteri e la sua scarsa attenzione all’incolumità di cose e persone lo rendono inadatto al ruolo, in quella che di fatto è una parodia di tutti i discorsi fatti in questi anni sui supereroi che per salvare il mondo distruggono intere città (stiamo parlando di voi, Avengers, ma anche di te, Superman). Il primo atto di Sonic 2 – Il film è forse il più slapstick del film e sicuramente il più comico, ma è anche attraversato da una sottile vena di frustrazione e senso di inadeguatezza che infettano il protagonista e lo rendono fondamentalmente infelice.
Il ritorno di Robotnik può quindi essere visto come una liberazione, una buona notizia per Sonic che finalmente può tornare a fare quello che gli riesce meglio – salvare il mondo. Dove però il primo film puntava sullo schema “supereroe con i poteri, e i suoi amici umani”, il secondo capitolo, diretto dall’esordiente Jeff Fowler, sceglie di andare a scavare nel canone Sonic-iano, introducendo non solo Knuckles l’echidna (che debuttò nel terzo capitolo del videogioco, uscito per Mega Drive) ma anche Tails, che invece arrivò già nel sequel sempre per Mega Drive e datato 1992. James Marsden e Tika Sumpter vengono così messi in secondo piano in favore del nuovo dinamico duo, e relegati al ruolo di deus ex machina (o deus in macchina, anche).
È quindi nel triangolo Sonic/Knuckles/Tails che Sonic 2 – Il film trova la sua forza, e avere a disposizione non una ma tre diverse creature pelose e con i superpoteri consente a Fowler di alzare l’asticella dell’azione e delle follie: dove Sonic – Il film ogni tanto rallentava andando contro ai dettami del suo stesso protagonista, il sequel non sta mai fermo, e riesce a rendere surreale anche la sottotrama dedicata ai succitati umani. La parte del leone, comunque, la fanno il riccio e la volpe: slegati dalla necessità di interagire con delle persone vere, sono protagonisti di parecchie sequenze spettacolari, compresi un paio di rari momenti “Roger Rabbit” di interazione tra digitale e reale.
Non l’abbiamo ancora neanche nominato, ma è importante segnalare che niente di tutto questo potrebbe funzionare se non fosse per Jim Carrey. Per qualche motivo imperscrutabile, Carrey si è innamorato di Robotnik e della sua interpretazione del personaggio, e sembra che non gli interessi altro nella vita che non sia fare il pazzo accarezzandosi i baffoni. Da solo ha più personalità dei tre protagonisti messi insieme (per non parlare dei due umani), e Sonic 2 – Il film gli lascia tutto lo spazio che gli serve e di cui ha bisogno. È fuor di dubbio che al momento il franchise appartenga a lui più che al riccio blu, tanto è vero che quando ad aprile si cominciò a parlare del suo ritiro la produzione mise subito in chiaro che non sarebbe stato sostituito.
Come? Avete detto “trama”? Non è fondamentale parlarne: Sonic 2 – Il film è prima di tutto un luna park, e funziona in quanto tale, smeraldi del caos o meno. Non è esente da difetti e non cambierà la storia del cinema, in compenso ha una caratteristica più sfuggente ma essenziale: funziona, lo si guarda con piacere, ci si diverte e non è detto che ce lo si dimentichi così in fretta. Siamo ancora lontani dal sogno del “Quarto potere del film di videogiochi”, ma la strada è quella giusta: speriamo che nel 2023 il rivale baffuto con la passione per le tubature risponda a dovere, dando il via all’epoca d’oro del gaming al cinema.