Snakes On A Plane: flop o trionfo?

Per la maggior parte della stampa americana il film con Samuel L. Jackson è stato un insuccesso, per quella italiana invece un grande risultato. E se avessero torto entrambi? E la New Line ha fatto tutto per ampliare il potenziale pubblico?

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Parlare di Snakes on a Plane è diventato anche più interessante, dopo che i dati sugli incassi non hanno confermato le (forse troppo rosee) aspettative. Una quindicina di milioni nel weekend (compreso il giovedì sera) sono valsi il primo posto al botteghino (i dati della Sony che volevano Talladega Nights in testa erano decisamente esagerati), ma hanno fatto parlare a molti (compresi i vertici della New Line) di delusione. In realtà, il film andrà comunque bene, soprattutto in home video (sembra perfetto per la frittatona di cipolle con rutto libero), quindi non si può parlare di delusione, considerando quello che è costato.

Ma l’impressione è che il marketing della New Line si sia trovato inaspettatamente con una possibile miniera d’oro tra le mani e non abbia saputo bene cosa farne. E’ ottimo se i fan creano il passaparola per la pellicola, ma poi bisogna anche promuoverla negli ambiti più tradizionali (televisione, carta stampata, radio) e soprattutto non puntare troppo sul discorso “è così stupido da essere divertente”. Intanto perché lo spettatore medio non vuole andare a vedere un film dichiaratamente stupido (anche se magari ne vede molti non ‘ufficiali’) e poi perché, da quello che si legge, SOAP non è certo più stupido di tanti altri prodotti commerciali simili (che non puntano ad imitare Ingmar Bergman).

Per fortuna, c’è la stampa italiana. Che ha parlato di “Snakes on a Plane che sbanca al botteghino”, Proprio la forte somiglianza tra i vari pezzi usciti fa pensare che tutto sia nato da un dispaccio d’agenzia, decisamente non una fonte molto attendibile. In effetti, questi articoli partono dall’idea che se un film è primo al botteghino significa che è un grande successo, sia che incassi 15 milioni o 135. Per non parlare dei titoli come “Miami Vice batte Pirati dei Caraibi 2”, che non tengono conto del fatto che un titolo è al suo esordio e l’altro magari alla sua quarta settimana. Visto poi che negli articoli tutti parlavano dell’enorme buzz riscosso in Rete da SOAP, sembrerebbe che molti giornalisti avessero il pezzo pronto, senza controllare se i risultati confermavano quello che c’era scritto o meno.

In fin dei conti, sembrerebbe che il marketing della New Line e i giornalisti italiani abbiano fatto lo stesso errore, quello che ognuno di noi commette prima o poi nella vita: pensare di avere successo senza faticare. La differenza (per fortuna della New Line) è che il suo ufficio marketing di solito si impegna...

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