Il Signore degli Anelli: la Compagnia dell'Anello, la via prosegue senza fine
Il Signore degli Anelli: la Compagnia dell'Anello, ovvero come un film può aiutarti a capire qual è la tua strada
Avevo 17 anni, frequentavo il liceo artistico, studiavo pianoforte e stavo cercando di decidere quale sarebbe stato il mio percorso dopo il diploma. Avevo organizzato quella serata con i miei genitori e mio fratello: nostro padre ci ha cresciuti a pane e J.R.R. Tolkien, leggendoci Il Cacciatore di Draghi, Lo Hobbit e altri scritti del Professore come favole della buona notte e consegnandoci Il Signore degli Anelli solo a 13 anni compiuti ("prima di quell'età non potete capirlo veramente"). Romanzo che divorammo e leggemmo, da allora, numerose volte insieme al resto della produzione Tolkieniana. La notizia dell'uscita di un adattamento cinematografico del romanzo a noi tanto caro circolava ormai da tempo, e da qualche mese avevo iniziato a informarmi a riguardo iscrivendomi in particolare a un forum sul portale Caltanet. Non ero particolarmente appassionato al cinema, non conoscevo Peter Jackson né la sua filmografia. Sapevo che il film sarebbe arrivato in Italia un mese dopo l'uscita americana, ma non vissi la cosa con particolare angoscia, l'ansia derivava più che altro dal possibile scempio compiuto da "Hollywood" su uno dei testi a me più cari.
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Tutti noi abbiamo un film preferito, nel mio caso mi ritrovai ad avere una trilogia della quale due capitoli (in gran parte già girati) dovevano ancora arrivare in sala. Ecco quindi che, anche e soprattutto grazie a internet, il progetto di Peter Jackson & Co. divenne per me una vera passione. Attenzione: non parlo di una "semplice" ossessione da fan. Certo, ascoltavo continuamente le musiche sul mio lettore cd portatile, acquistavo locandine, libri tie-in, edizioni home video di vario tipo. Ma anziché collezionare action figure e merchandise, mi appassionai al making of, abbonandomi a CineFex (una rivista di settore dedicata agli effetti visivi), studiandomi le partiture della colonna sonora, non facendomi scappare i volumi The Art Of dedicati alla saga, cercando di capire come era stato possibile tradurre il romanzo in maniera non pedissequa ma assolutamente fedele nello spirito (questa almeno la mia posizione, in netta contrapposizione con quella di molti appassionati del romanzo che all'epoca non accettavano l'idea di un adattamento "Hollywoodiano": quelli che noi fan rinominammo i "Bidelli"), con un taglio tanto realistico quanto in grado di stimolare l'immaginazione dello spettatore.
Ogni volta che mi viene chiesto quale dei tre film del Signore degli Anelli preferisca non so cosa rispondere. Per me sono un'opera unica, ma sono anche tre pellicole molto diverse. È inevitabile tuttavia che La Compagnia dell'Anello finisca per avere posto speciale nel mio cuore e nella mia memoria. Il film in sè rappresenta un punto di arrivo, una scommessa vinta, la dimostrazione che ciò che tutti definivano irrealizzabile in realtà era stato possibile. Allo stesso tempo rappresenta un punto di partenza, l'inizio di un viaggio sia narrativamente che storicamente parlando: la prima parte di una avventura sia sul grande schermo che per chi, all'epoca, ne seguì con trepidazione la realizzazione.
È stato un punto di partenza anche per me. Ci sono eventi che accadono in momenti particolari della nostra vita e che, per un motivo o per un altro, finiscono per rappresentare dei veri cambiamenti di paradigma. Nel mio caso, Il Signore degli Anelli - la Compagnia dell'Anello rappresenta una di quelle svolte, ed è anche per questo che rimarrà il film più importante della mia vita.
Cosa rappresenta per voi questo film? Ditecelo nei commenti!