Shenmue, cosa significa giocare la serie cult di Yu Suzuki per la prima volta nel 2018
Shenmue è un videogioco immortale, ma che soffre del peso degli anni.
L’opera di Yu Suzuki è stata a dir poco seminale, in termini di gameplay e concezione del videogioco stesso. Viene spesso definito il sogno del game designer, perché effettivamente all’epoca era difficile immaginare un videogioco in grado di replicare la vita cittadina della periferia giapponese, senza fare dell’azione o delle sparatorie uno dei suoi punti focali. Un sogno anche in termini produttivi, perché per fare qualcosa del genere su Dreamcast ci fu bisogno di un investimento notevole, una fuoriuscita in termini di mero denaro che costò molto a SEGA, anche per via di una console sfortunata in termini di impatto con il pubblico.
[caption id="attachment_189119" align="aligncenter" width="1280"] Screenshot di quasi vent'anni fa[/caption]
I primi due capitoli di quella che, nell'agosto del 2019 (o almeno si spera), diventerà una trilogia, sono stati seminali. Gli open world, da GTA III in poi, hanno tutti preso appunti da ciò che Yu Suzuki ha immaginato di portare in quel supporto digitale per Dreamcast, e lo stesso Yakuza non è altro che il figlio spirituale di Shenmue. Con la differenza che la saga di Kazuma Kiryu è invecchiata molto bene, episodi Kiwami o meno che siano, una cosa che è difficile da dire dell’avventura di Ryo Hazuki.
Inutile specificare che all’epoca i videogiochi localizzati in italiano erano più eccezioni che normalità, e Shenmue rimane in quest’ultima categoria. Il gioco si prende tutta la calma del mondo per iniziare a raccontare una storia che accompagna il giocatore all’interno di un intreccio, invece di buttarlo dentro all’azione dal primo istante. Il primo episodio in particolare è anche anacronistico, per l'assenza di aspetti che oggi diamo per scontati, come l’assenza del viaggio rapido o la possibilità di far scorrere velocemente il tempo (che nel secondo episodio c’è, invece), saltando un appuntamento si dovrà letteralmente perdere tempo fino al giorno successivo. Non che non ci sia niente da fare, tra personaggi con cui chiacchierare, bar da frequentare, sale giochi e macchinette gatcha, ma sicuramente si sente il peso del tempo passato.
[caption id="attachment_189120" align="aligncenter" width="1280"] Da dove l'ha presa la "follia" la serie di Yakuza, secondo voi?[/caption]
Giocare Shenmue oggi è un’esperienza ostica, difficile per molti e probabilmente impossibile per alcuni. L’opera di Yu Suzuki è stata completamente superata da qualsiasi altra produzione che è arrivata dopo, surclassata, resa obsoleta in modo evidente. I primi minuti del primo Shenmue ci vedono impegnati a parlare con persone su persone alla ricerca di Lan Di, il gelido assassino del padre del protagonista, in una sequenza di “parla con Tizio” e “parla con Caio” che oggi verrebbe vituperata anche dal più inesperto dei critici videoludici. Ma all’epoca non esistevano esperienze in grado di fare niente del genere, ed era giusto (nonché sacrosanto) essere ammaliati da cose che oggi farebbero rabbrividire.
Difficile anche parlare in modo positivo del porting che, come detto, è un lavoro di recupero utile quanto pigro. Shenmue è un gioco vecchio, incredibilmente vecchio, e il recente porting non gli rende troppa giustizia.
Eppure è affascinante giocare Shenmue oggi. Un po’ come vedere il primo Jurassic Park, che a tratti impallidisce di fronte al blockbuster hollywoodiano degli anni duemila, ma in quanto a carisma non ce n’è per nessuno. Shenmue, così come i giochi vecchi dell’epoca, ha proprio quel carisma lì, la personalità di quelle produzioni che, se ti fermi a riflettere riguardo il periodo in cui sono uscite, pensi: “ma come è stata possibile una cosa del genere?”. Come fanno i dinosauri di Jurassic Park a sembrare veri ancora oggi, molto più veri di tanti pupazzoni digitali di oggi? Carisma, cuore, amore per il proprio lavoro, la voglia di andare oltre. Nonostante tutto, nessuno toglierà a Shenmue il fatto di essere stato il primo a fare tante di quelle cose che oggi diamo per scontate nei videogiochi.