Il peggio della settimana in TV: fare zapping ad agosto tra repliche e programmi del mattino

Tra repliche di fiction di dieci anni fa e programmi mattutini, non è facile fare zapping ad agosto

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Avete presente la teoria della nutria spiaccicata in autostrada secondo la quale pur trattandosi di una visione disgustosa e ingrata (tristezza per il povero roditore a parte), attira morbosamente al punto che non si riesce a non guardarla? Beh, nel nostro zapping estivo ci è capitata più o meno la stessa cosa e siamo ricascati a vedere una puntata del tremendo programmino estivo di Raiuno Quelle brave ragazze senza riuscire a staccarci fino alla fine.

Le conduttrici dello spin off di Unomattina Estate Veronica Maya, Valeria Graci, Arianna Ciampoli e Mariolina Simone sono sempre molto pimpanti, in particolar modo la Maya, che come vi abbiamo già detto nelle scorse settimane è chiaramente provvista di benevoli santi in paradiso. Le quattro donne si sono amalgamate bene, a parte la Ciampoli che rimane sempre un po’ defilata, e hanno finalmente imparato a passarsi la parola.

Ma non basta la giovialità delle quattro donne - dovuta probabilmente al fatto che anche se il programma non convince, dato che siamo in estate e non c’è scelta, nessuno si sognerebbe si sospenderlo - a dare un senso a questo talk show che pullula di ospiti che si susseguono alla velocità della luce, e non riescono a parlare, e servizi inutili. Tra gli altri vediamo un’allegra inviata sul litorale romano indaffarata a cercare bagnanti canterini che intonino alcuni dei tormentoni estivi che da più di cinquant’anni accompagnano le nostre estati. E così Sapore di sale, Un’estate al mare, Per quest’anno non cambiare, canzoni che è impossibile non sapere, vengono storpiate nei modi peggiori, segno che la tizia ha beccato i più tonti della spiaggia oppure è andata a fare il suo importante reportage in un giorno in cui c’erano 50 gradi all’ombra e allora deve solo ringraziare il cielo che i sudatissimi vacanzieri non l’abbiano presa a ombrellonate in testa.

Dopo questo servizio è il momento di una bella chiacchierata in compagnia di Umberto Broccoli, autore tv, conduttore, archeologo e scrittore, evidentemente presente per fare da traino alla sua trasmissione Pick Up che va in onda subito dopo il talk show (tra l’altro, una beffa il titolo straniero per uno, come lui, che odia tutti gli anglicismi). Il prof Broccoli, con il suo consueto fare ammiccante, stucchevole e autoreferenziale, ci annoia con un revival nostalgico dei favolosi anni ’80, ripetendo pari pari le medesime cose che di lì a breve racconterà nel suo programma (che noi perversamente abbiamo guardato), compresa la battuta, ancora più vecchia di lui, sulle sue vacanze con la canadese che non voleva dire “farsi una ragazza canadese”... ma andare con la tenda canadese. Abbiate pietà di noi!

Dopo di lui è il turno di una tizia che colleziona cimeli e memorabilia di Kylie Minogue (perbacco che scoop). Il meglio della giornata però arriva con la solita marchetta culinaria a cui nessun programma tv può ormai più sottrarsi. L’argomento è il black food e stavolta tocca parlarne a uno dei tanti chef stellati che circolano sul teleschermo (e a questo punto ci viene da pensare che la Michelin distribuisca più stelle di quelle che vedremo cadere proprio in questi giorni a cavallo della notte di San Lorenzo), uno dei primi a inventarsi gli impasti neri con carbone vegetale per dare vita a pizze, focacce e pasta di inquietante colore nero. Ovviamente lo chef ristoratore, che è lì per pubblicizzare le sue ricette e il suo locale, tesse le lodi del carbone come cibo benefico che trattiene i gas e quindi fa bene alla salute. La Graci salta su come un’anguilla e chiede subito se faccia anche dimagrire, ma il nutrizionista, anche lui ospite per dare un parere medico a riguardo, annienta le sue speranze e ribatte pacatamente alle bestialità che l’altro sta dicendo precisando che in realtà l’unico alimento nero promosso da studi scientifici accreditati e che addirittura aumenta le difese immunitarie è il nero di seppia e invita quindi a consumarlo con frequenza. Aggiunge poi bonario che il carbone vegetale è solo un escamotage divertente per colorare i cibi, ma nulla di più. Questa affermazione indispettisce il cuocone. Ma come, lui porta la pizza in black con gioco di tartufo, succo di tartufo e salsa al tartufo e l’altro dice di mangiare risotto al nero di seppia? Eh no, lui vuole avere l’ultima parola e insiste con le proprietà salutistiche del suo prodotto, ma il nutrizionista non molla la prese e aggiunge che è di gran lunga preferibile consumare prodotti naturali e il nero di seppia è terapeutico. A quel punto allo chef non resta che chiudere il becco ed approfittarne per mandare un saluto a moglie figli e parenti tutti, come un qualsiasi temibilissimo concorrente di telequiz.

E dopo lo spazio food si salta a parlare della nuova, si fa per dire, moda diffusa tra gli stranieri di venire a sposarsi nella nostra penisola. Per illuminarci sui matrimoni in Italia arriva uno dei tanti wedding designer che ormai spuntano come funghi e un’elegante signora esperta di bon ton con doppio cognome d’ordinanza. Al wedding designer viene data la parola per due secondi, poi viene interrotto e non riuscirà più a parlare, mentre la signora, maestra di buone maniere, precisa che molti stranieri si sposano nel nostro bel paese utilizzandolo solo come sfondo, quindi in maniera cafona, proprio come ha fatto George Clooney con le sue nozze hollywoodiane a Venezia con colei che viene definita una gatta morta, nomignolo che scatena ilarità a approvazione. E come ciliegina sulla torta al termine di questo simpatico siparietto giunge un tizio che di professione scrive filastrocche per i matrimoni e che declama delle rime composte proprio per le quattro conduttrici, una roba così tremenda che neppure nella più micidiale recita scolastica delle elementari ci era mai capitato di sentire.

Ma abbiamo ascoltato tutto fino alla fine. Potere della teoria della nutria.

E tra un canale e l’altro, tra repliche di fiction di almeno dieci anni fa, ignoti film d’amore di produzione tedesca ( quelli in cui gli attori hanno tutti la faccia dei protagonisti di Tempesta d’amore) ci fermiamo non appena compare il volto, stiratissimo, con guance gonfie come quelle di un criceto e luci alla Barbara D’Urso, di un altro noto personaggio che, tempo fa, per altri contesti, aveva già trovato un posticino in questa rubrica. Stiamo parlando della sempiterna Rosanna Lambertucci che su Alice tv ha un programma tutto suo dall’originalissimo titolo La salute vien mangiando, di cui è autrice e conduttrice. Si tratta anche questa di una replica, ma non avendo mai visto la trasmissione, non ci resta che guardarla anche perché la Lambertucci, giornalista e conduttrice, da più di trent’anni è forse la più fervente paladina tv del benessere e della salute, perché lei tutto sa e di tutto parla. Il tema del giorno è l’idratazione della pelle e viene svolto in compagnia di una dermatologa che ci rende noto che dobbiamo idratarci dall’interno, perché l’epidermide è composta da strati e se mettiamo solo creme idratanti, l’acqua scivola via come su crepe di terra arida, perciò dobbiamo bere molto, mangiare tanta frutta e verdura ed esporci al sole evitando le ore più calde e usando creme protettive. E se poi dopo tutti questi innovativi e mai immaginati accorgimenti ci troviamo ancora a perdere pelle come fosse la muta dei serpenti? Beh, la dottoressa dice che la secchezza della pelle è un fatto costituzionale e quindi ce la teniamo.

La Lambertucci ascolta attenta queste ovvietà arcinote, aggiungendo sempre una sua postilla, poi congedata la dermatologa raggiunge lo chef Fabio Campoli pronto a preparare una ricetta con cibi che idratano. E se si parla di cibo, la nostra conduttrice ne approfitta per mostrarci l’ultima sua fatica letteraria, il libro dal titolo “La dieta per vivere cento anni”, da cui estrae il consiglio di bere ogni mattina, appena svegli, un bel bicchiere di acqua con un limone spremuto perché cosi rendiamo il nostro corpo alcàlino. Si dice proprio così, spostando l’accento come faceva ai tempi Max Pezzali per aggiustare la metrica delle canzoni degli 883. Intanto a quel poveretto di Campoli, che sarebbe in realtà uno chef molto valido e competente, tocca preparare dei pomodori al forno ripieni di cous cous precotto e piselli scongelati, perché la nostra Rosanna dice che il pomodoro contiene licopene che fa bene, ma va cotto e che con questa ricetta si fa in fretta. Ma quando mai uno chef deve avere fretta? Certo che se la volta scorsa la Lambertucci ci aveva spiegato come fare un’insalata di albicocche e rucola, tagliando i frutti, spezzettando l’ortaggio e aggiungendo delle noci, ora va bene così.

E da una replica estiva passiamo ad una prima tv, almeno per quando riguarda i canali in chiaro, con la seconda edizione di Matrimonio a prima vista, il reality matrimoniale in onda su TV8.

Dopo il fallimento, nella prima edizione, dell’esperimento perché tutte e tre le coppie alla fine hanno divorziato, quest’anno si ritenta con sei nuovi concorrenti. In pratica, per chi non lo sapesse, funziona così: un team di esperti composti da un sociologo che parla come Giorgio Albertazzi, una sessuologa dall’aria asettica e uno psicoterapeuta tatuatissimo e con giacche su cui fare il sudoku, seleziona tre uomini e tre donne da accoppiare, esattamente come fa un etologo con i panda in estinzione, e li fa incontrare per la prima volta nel giorno delle nozze, in cui diventeranno per davvero marito e moglie. I novelli sposi quindi partono per il viaggio di nozze e hanno un mese di tempo per conoscersi e decidere se restare insieme o divorziare. È uno scherzo penserete voi, no è tutto vero.

Rimasti orfani di Temptation Island, non appena abbiamo intravisto un programma che ha per protagonisti delle coppie, ci siamo ringalluzziti subito.

Dunque, abbiamo Stephen napoletano e Sara romana, a lui piace lei a lei non tanto lui, tornati dal viaggio di nozze lui, tradizionalista, le propone di andare a vivere a Napoli ma lei ci tiene alle sue abitudini, cene con amiche, casa, parenti ecc. e pare non abbia alcuna intenzione di trasferirsi definitivamente. Poi ad una cena con amici e parenti impiccioni dello sposo, succede che qualcuno chieda se i due abbiano consumato le nozze, lei dice di sì ma umilia pubblicamente il consorte precisando che non le è scattato il colpo di fulmine. E se sei donna, ma pure se sei uomo, sai che equivale a dire che dal punto di vista dell’intimità è stata ‘na schifezz.

Anche Stefano, che ha sposato la nervosetta Wilma, e vive in casa di lei con relativa famiglia al piano di sopra e padre invadente, viene criticato dalla moglie, la quale in un consulto di coppia si lamenta con il terapeuta della scarsa intraprendenza del marito, rivelando che, sotto le lenzuola, lui le chiede di insegnargli come si fa. Lui è un mollaccione rancoroso fastidiosissimo, lei lo guarda già con odio e non riusciamo a darle torto.

E poi ci sono Francesca e Stefano (ma tutti con lo stesso nome dovevano prenderli?) i due si piacciono, anche se in verità lei dà l’impressione di una che pur di accasarsi si sarebbe presa qualsiasi cosa fosse passata di lì, però sono giovani ed entusiasti, anche se lui, saggiamente, preferisce essere cauto e ponderare, cosa che farà venire gli occhi lucidi all’appiccicosa consorte con grazioso e peloso cagnolino da borsetta sempre al seguito. I due vanno d’accordo, l’unico aspetto che a lei non piace è il look di lui, che definisce troppo tamarro. Stefano, da vero marito perfetto, è disposto a cambiare guardaroba ed accetta la critica anche se proviene da una che ha orrendi gilet di pelo arruffato (che però almeno è sintetico) abbinati a maglioni più lunghi delle giacche e a scarpe pessime.

Ma questi sono dettagli, perché gli esperti cercano di aiutare le tre coppie illustrando quale dovrebbe essere il giusto atteggiamento da tenere, le corrette modalità relazionali e insegnando gli esercizi per avvicinarsi, anche fisicamente, al partner. Giriamoci pure intorno finché vogliamo ma qui l’unica cosa che abbiamo inteso è che vanno bene le parole, va bene valutare gli aspetti psicologici, guardarsi dentro e tutto il resto, va bene la buona intenzione di questo esperimento sociologico, ma possiamo riassumere tutto in una grande ed unica verità: se trombano va tutto bene, se non trombano è una tragedia.

E i panda questa cosa la sanno, forse meglio di noi.

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