Il peggio della settimana in TV: dalla sentenza Scazzi al trapianto di capelli!
Dal sentenza sull'omicidio di Sarah Scazzi al trapianto di capelli in turchia, nella nostra rubrica incentrata sul peggio della TV
Chiedi un autografo all'assassino, guarda il colpevole da vicino
Durante la diretta del programma pomeridiano di Raiuno condotto da Cristina Parodi e Marco Liorni in studio si chiacchierava amabilmente e scherzosamente, con gli ospiti intervenuti per l'occasione, di tradimento al femminile. A un certo punto l'inviata ad Avetrana, luogo dell'atroce delitto, chiede la linea allo studio per mostrare in diretta l'arresto di Michele Misseri, zio della povera Sarah Scazzi, complice nell'omicidio e in un primo momento indicato come l'unico assassino e che ora finalmente finisce in galera a scontare la sua pena. La giornalista esclama: "Abbiamo cercato di parlare al cellulare con zio Michele ma ci ha detto di essere molto agitato". Nel frattempo tutti i giornalisti e le tv si sono assiepati fuori dalla casa del famigerato zio per riprendere in diretta il momento in cui i carabinieri lo avrebbero prelevato per condurlo in carcere. Una corsa a chi arriva primo a sbattere il mostro in prima pagina, anzi in diretta TV. Come se già non ne vedessimo abbastanza di cose brutte, dobbiamo assistere all'ennesima spettacolarizzazione oscena della tragedia. E non appena l'auto delle forse dell'ordine riparte a sirene spiegate con il delinquente a bordo, la linea ritorna allo studio e come niente fosse, ritorna il sorriso sul volto dei presenti e si riprende a parlare di corna. Semplicemente agghiacciante.
Per cambiare argomento e spostarci su qualcosa di più leggero... Standing Ovation. No, non si tratta di un invito ad alzarvi, ma è il titolo del nuovo programma in onda al venerdì sera su Raiuno e condotto da Antonella Clerici. La Clerici è una conduttrice spigliata, vispa e genuina ma in questo show sembra spaesata come un pesce fuor d'acqua. Colpa in primis della costumista che l'ha vestita con dei capi atroci: maglia nera informe con oblò aperti sulle maniche a sottolineare le floride braccia e gonna paillettata fucsia da balera così stretta da impedire la deambulazione. Di certo la povera Clerici non può sentirsi a suo agio così. Il programma poi è fatto con materiale umano di riciclo, quindi in un certo senso ecologico, perché ha come protagonisti dei bambini visibilmente avanzati dalle selezioni di Ti lascio una canzone, il programma televisivo che fu trampolino di lancio per i tre ragazzi de Il Volo, ospiti speciali di questa prima puntata dello show (forse a garanzia che anche da questa trasmissione potranno uscire delle star) . L'idea degli autori, che a questo punto ci immaginiamo possano essere come i tre disgraziati di Boris, dev'essere stata più o meno questa: prendiamo degli aspiranti baby cantanti, li mettiamo in coppia con un parente (genitore, zio, zia, cugina o altro) malato di protagonismo e li facciamo esibire di fronte a un pubblico e una giuria di esperti. Se c'è la standing ovation, cioè se tutti si alzano, vuol dire che piacciono, altrimenti li si tiene ancora un attimo da parte - non si butta nulla - finché necessariamente dovranno essere eliminati. La giuria è composta da Nek, Romina Power e una ruggente Loredana Bertè. Ed è proprio la Bertè che a una coppia formata da ragazzina e papà eterno ragazzo dice a lui che sembra un mix tra uno sfigato hippie di Seattle e Keanu Reeves visto da molto, ma moooolto lontano. Ma qui la cantante giudice è stata ancora tenera perché alla coppia successiva, composta da mamma (molto somigliante alla brunetta dei Ricchi e Poveri) e bambino tredicenne, dice alla donna che le ricorda una hippie (pure lei) anni '60 mentre al piccolo consiglia vivamente di non pensarci neppure a fare il cantante, di guardare meno la TV e che il ciuffo giallo/fucsia che ha in testa (che a noi, se non fosse per la giovanissima età, aveva fatto pensare ad un nostalgico di Mirko di Kiss me Licia) lo fa somigliare a Malgioglio. Il ragazzino rimane pietrificato e ci immaginiamo quanto potrà essere lieto il suo rientro a scuola tra i compagni.
Dopo le esibizioni successive però la Bertè non proferisce più parola, parla solo se deve esprimere pareri positivi, e l'impressione è che gli autori l'abbiano cazziata malamente per l'eccessiva schiettezza. Che poi ha detto esattamente quello che tutti noi abbiamo pensato. Se solo ci fosse un X Factor con giudici lei e Agnelli... Detto questo, se la Bertè non parla più, unico motivo valido per guardare un programma tanto brutto, noi giriamo canale.
Sempre con il nostro telecomando, vero oggetto del potere alla mano, vagando qua e là per le reti della TV generalista, ci imbattiamo su Rete4 in una esibizione canora di un gruppo di signore tra i 40 e i 50 anni che cantano "I will survive". Sta per iniziare una puntata del talk show politico Quinta Colonna, dedicato stavolta alla chirurgia e alla medicina estetica e il conduttore Paolo del Debbio, per non perdere né tempo né buone maniere chiede subito alle carampane canterine se siano tutte naturali oppure no. Iniziamo bene. Ma il meglio deve ancora venire con i due collegamenti previsti per la serata. Nel primo l'inviato Roberto Poletti si trova in un centro estetico nei pressi di Treviso in compagnia di un medico chirurgo noto per il numero di seni che impianta ogni anno, più di 200 coppie, precisa subito lo specialista, e attorno a loro uno stuolo di signore passate tutte sotto le cure del dottore. Il giornalista e direttore del Tg4 Mario Giordano, ospite in studio, trovando la cosa molto divertente dice ridendo a Poletti "di solito sei in mezzo all'immondizia, stasera la recuperi tutta in una volta". L'intenzione era probabilmente di dire che con cotanta bellezza attorno andava a pari con i luoghi degradati e sporchi in cui viene inviato di solito per i suoi servizi ma, vista in realtà la scarsa avvenenza delle signore ritoccate, l'affermazione poteva essere interpretata in maniera diametralmente opposta e quindi generare ilarità. Di sicuro ci ha fatto ridere l'altro collegamento a tema "turismo della salute" direttamente da una clinica di Istanbul specializzata nel trapianto di capelli. In compagnia di un altro sventurato inviato, ci appare sullo schermo una schiera di spelacchiati connazionali di varie età, in corso o in attesa di autotrapianto di capelli, tutti con una curiosa fascetta a cingere la fronte. Sembrano quasi una setta, forse alla ricerca del ciuffo perduto. Il giornalista chiede perchè mai abbiano quella cosa in testa e uno risponde: "serve per non fare scendere l'anestesia sul viso". Vedendoli così, abbiamo l'impressione che l'unica parte anestetizzata sia il loro cervello.
Mentre in studio ridono tutti, il nostro ditino preme sul telecomando e zap!, la tv si spegne...