Il peggio della settimana in TV: Pif perde il suo tocco, mentre il cattivo gusto della RAI deborda

E anche la settimana televisiva appena trascorsa ci ha regalato un mix di cattivo gusto e cadute di stile più uniche che rare...

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TV

I tribunali televisivi riscuotono da sempre un grandissimo successo.
Abbiamo già parlato qualche settimana fa di Forum, l’antesignano di tutti i programmi di genere  "giuridico", e ora non potevamo di certo farci scappare "Torto o ragione - il verdetto finale", in onda al pomeriggio su Raidue e condotto da Monica Leofreddi. Qui è tutto chiaro.
Come ben specificato nei titoli di coda e per evitare fraintendimenti, quello che vediamo in tv tutti i giorni è una simulazione e i contendenti sono attori che interpretano una parte all’interno di una storia che è puro frutto di fantasia, ma avvocati e giudice invece sono professionisti veri. L’occasione ghiotta per parlare di questa trasmissione si è presentata nel corso della settimana quando, incuriositi dall’introduzione del caso del giorno, non siamo più riusciti a staccarci dal teleschermo fino al verdetto finale.
La storia che si è dibattuta nella finta aula televisiva è questa: una madre va in pensione e, ricevuta una cospicua liquidazione, decide di darla a suo figlio per aprire, insieme a lui, un ristorante di alto livello dove entrambi avrebbero avuto un proprio ruolo, ovvero quelli di mamma in cassa e figlio in cucina. L’attività, purtroppo, fin da subito non va per il meglio, così il simpatico figliolo approfitta di un periodo in cui la madre deve assentarsi dal lavoro a causa di un infortunio per stravolgere completamente i piani iniziali e trasformare il locale in un ristorante per naturisti, un luogo dove si mangia completamente nudi. E per rendere il suo ristorante ancora più esclusivo e ricercato riserva una sala a cene particolari, in cui i commensali possono degustare raffinate crudité presentate e servite sul corpo nudo di una fanciulla. Pratica, tra l’altro, che alcuni ristoranti giapponesi avevano introdotto anni addietro sotto il poco fantasioso nome di “naked sushi”. La mamma, tornata operativa, scopre che il ristorante ha cambiato nome e clientela (dettaglio che l'infingardo figlio le aveva taciuto) e quindi cita in giudizio il ragazzo chiedendo alla corte che venga ripristinato il locale originario o che il figlio le restituisca i soldi, visto che la somma gli era stata concessa per altri fini. La signora, anche se gli affari del figlio vanno ora a gonfie vele, non accetta che le cose rimangano come sono anche per questioni morali, perché è convinta che nel ristorante la clientela ricerchi ben altro, oltre al cibo. La vicenda è già surreale di per sé, se aggiungiamo poi che le parti in causa recitano come attori da avanspettacolo, che la mamma continua a definire i naturisti “sporcaccioni” - un termine che non si sentiva più dagli anni ’80 –, che il figlio le propone di riprendere il suo posto da cassiera indossando una vestaglietta discinta, giusto per non metter in imbarazzo i nudi avventori e, dulcis in fundo, che la ragazza-vassoio crudité è la fidanzata del titolare, la vicenda diventa una pagliacciata inverosimile ed assurda. Gli autori forse hanno calcato un po’ troppo la mano nel buttare giù la sceneggiatura di questa storia inventata – anche se i ristoranti naturisti esistono davvero - l'intento era forse di farci ridere, ma l’obiettivo non è stato centrato. È insensato e fastidioso poi che la conduttrice, indispettita, riprenda più volte la finta mamma, chiedendole di smetterla di definire i naturisti “sporcaccioni”, perché il termine è estremamente offensivo nei confronti di chi pratica serenamente il nudismo, come se la signora non stesse recitando un copione scritto da altri! La scrittrice Barbara Alberti, ospite in studio per commentare il dibattimento, da sempre donna di ampie vedute, di idee solitamente molto libertine e controcorrente, stavolta veste i panni di una intransigente perbenista, ribadendo più volte che mangiar nudi non solo sia antigienico, ma che sia addirittura una vera e propria schifezza, e che la nudità maschile, fuori contesto sessuale, le faccia ribrezzo. Il cibo sul corpo nudo poi viene visto come un atto di umiliazione verso la donna, una vergogna vera e propria. Si parla di scandalo, di mancanza di morale, insomma da un caso dai toni goliardici in puro stile commedia all’italiana si finisce a parlare , impropriamente, di diritti civili. Alla fine la giudice decide, seguendo la legge, che il figlio dovrà restituire i soldi alla madre, perché visto che ha cambiato programma la somma si considera un prestito, la giuria popolare invece, contro tutti i bigotti moralizzatori, dà ragione al giovane e al suo ristorante nature.

E dal naked sushi rimaniamo sempre in Giappone con una puntata della mini striscia quotidiana ideata da Pif, “Caro Marziano”. 12 minuti di trasmissione, in onda dal lunedì al venerdì in access time su Raitre dove il poliedrico conduttore, attore e regista raccoglie informazioni e fatti terrestri da consegnare ad un eventuale alieno qualora decidesse mai di farci visita. Pif questa volta si trova a Tokyo, in compagnia di una signora italo-giapponese che gli fa da guida nella metropoli  nipponica alla scoperta di quelle particolari attività che attirano, incuriosiscono e sorprendono tanto i turisti.
La simpatica signora nippo-romana lo conduce in una zona a nord della città, piena di centri commerciali e di locali per fargli provare un trattamento unico nel suo genere: la pulitura delle orecchie. L’argomento di per sé, presentato all’ora di cena, è già abbastanza disgustoso, e quindi il primo istinto sarebbe quello di cambiare immediatamente canale, ma vediamo dove va a parare stavolta il buon Pierfrancesco Diliberto. Apprendiamo così che in Giappone esistono queste sorte di saloni simili ad un dozzinale centro estetico, in cui delle avvenenti signorine in kimono praticano la pulitura del padiglione auricolare ai clienti, per la maggior parte turisti, ma anche a molti loro connazionali. Questa procedura, che da noi si fa autonomamente o nei casi estremi dall’otorino, da loro si effettua tra famigliari, ma anche andando da queste operatrici che, tipo estetiste, si occupano di rimuovere il cerume altrui. Il trattamento si conclude con un massaggio del padiglione auricolare e una bella soffiata nelle orecchie, cosa che pare faccia provare al cliente una sensazione irripetibile. Roba da pervertiti e a dir poco raccapricciante, se consideriamo che il tutto viene fatto senza guanti, senza mascherine e con il capo del cliente appoggiato sulle ginocchia della fanciulla, in ambiente con luci soffuse e ipnotico suono di carillon. La graziosa giapponese e la guida precisano subito che questo servizio, seppur benefico e rilassante, non ha nulla di erotico e non prelude ad altro. Pif non perde tempo e si accoccola subito sulle ginocchia della ragazza che inizia il suo ingrato lavoro. Nel frattempo la guida traduce quanto dice la ragazza, c’è molto cerume e la pulizia deve essere precisa, ma, anche se finge di provare imbarazzo per le orecchie sporche, Pif corteggia la giovane, fa riferimenti sessuali, nonostante lei con cortesia, seppure divertita, rifiuti le avances. Lui continua a flirtare, lei gli dice che ha dei begli occhi e se può stringergli la mano alla fine della seduta. Lui ribatte”solo la mano mi vuole stringere?” e cos’altro, aggiungiamo noi. Prima di andarsene Pif vuole darle un bacio, preferibilmente sulla bocca, ma si accontenta delle guance e riparte alla carica dicendo che lui, in Italia, è considerato un buon partito. Ora, va bene che si sta scherzando, ma l’immagine che ne esce è pietosa. Chissà che fine ha fatto l’arguto ed originale Pif che avevamo finora avuto modo di apprezzare in varie occasioni, e che qui, in estremo oriente, con t-shirt da attivista sociale su cui campeggia la scritta “il futuro dell’Africa è nero” si presenta come un classico bavoso in vacanza che pensa di trovarsi di fronte ad una geisha in carne ed ossa. Non c’è traccia della solita grazia e sagacia che lo contraddistinguono, e ci saremmo aspettati che il suo sguardo su usi e costumi che, a noi, possono sembrare da marziani, ma che fanno parte di questo mondo che è bello perché è vario, fosse ironico e piacevole. L’occhio invece stavolta, viene buttato, e pure troppo, sulla donna, vista ancora una volta come un bell’oggetto e nulla più.

Qualche caduta di stile anche nell’ultima puntata di “Sbandati”, il varietà di Raidue, che come l’originale format francese, ha l’obiettivo dichiarato di dissacrare e distruggere i programmi tv, nazionali ed esteri. La conduzione è affidata a Gigi e Ross, un duo che funziona, con i giusti tempi televisivi, dinamico e che sa reggere bene il timone. Tra i panelist commentatori troviamo comici , starlette, giornalisti, conduttori e attori-conduttori come il Pancio, Giulia Salemi, Pippo Pelo, Matteo Bordone e Filippo Giardina, tanto per citarne alcuni. Si inizia prendendo di mira Maurizio Costanzo e la sua danza improvvisata con Ambra Angiolini nel corso del “Costanzo Show” e si ride poi delle gaffe dei concorrenti de “L’eredità” di Fabrizio Frizzi che, dovendo completare con queste lettere STR- - ZI il nome di un famoso palazzo fiorentino, non hanno ovviamente risposto STROZZI. Ma c’è anche il ragazzo che, dovendo indovinare il nome che inizia con la lettera T con cui è nota l’Isola di Formosa risponde candidamente “Tettona”. Fin qui tutto bene, ma la volgarità è pronta dietro l’angolo.
Ospite in studio è Lando Buzzanca, che ha da poco superato la soglia degli 80 anni e a dire il vero è un pochino bollito e ha una dentiera che gli rende la pronuncia sibilante come Kaa, il pitone del Libro della giungla. L’attore, nonostante l’età, simpaticamente sta al gioco, risponde alle battute e continua a sostenere la sua fama da latin lover, e quindi Filippo Giardina non può evitare di affermare che “a lui (Buzzanca) e al Pancio, che sono terroni, gli piace la f..a”.  Che classe e che signorilità. Ma le uscite di dubbio gusto non finiscono qui. I conduttori commentano ora un format della tv giapponese –aridaje il Giappone – dall’inquietante titolo “Resurrection make over”, un reality in cui, su richiesta di un congiunto, si “riporta” in vita un defunto facendone assumere le fattezze ad un attore accuratamente truccato e preparato da un valido team di esperti truccatori. Gigi e Ross osservano che per ragioni etiche e di buon gusto, un programma del genere non potrebbe mai essere prodotto in Italia, ma Pippo Pelo interviene prontamente precisando che in realtà questa resurrezione avviene tutte le domeniche su Raiuno, facendo chiaro riferimento a Pippo Baudo e a Domenica In. Pessima battuta davvero. Ma si va avanti ed ecco le immagini di uno dei programmi di Real Time che hanno per protagonisti persone con malattie rare ed impressionanti. Stavolta tocca all’uomo deformato da uno scroto che pesa ben 36 chili, una storia che ha fatto il giro del mondo, una tragedia per questo poveretto affetto da tale disgrazia e su cui non c’è nulla da ridere. In studio cercano di rimanere seri, ma i sorrisini sono ben visibili e Bordone, in collegamento da Los Angeles, dice, con ghigno malefico, che va bene se uno ha le palle, o testicoli, o lo scroto di un kg, ma se si parla di 36 kg la cosa diventa irresistibile. Cosa ci possa essere di divertente e irresistibile non lo abbiamo capito.


Per concludere concedeteci un breve cenno ad uno dei nostri idoli di questo ultimo periodo. Per la serie “Briatore dixit” stavolta l’imprenditore piemontese, (che in questa occasione è, a differenza di quanto abbiamo detto un paio di settimane fa, tremendamente somigliante a Olivero Toscani) in collegamento dal suo ufficio di Milano con il “Costanzo Show”, si è lasciato scappare una riflessione che suona come una lapidaria affermazione da stamparsi bene nella mente. Parlando di giovani, ricerca di lavoro ed affini, sostenendo che “volere è potere” e ricordando che lui, da ragazzino, per guadagnarsi qualcosa raccoglieva le mele nei campi, ci dona la sua perla del giorno “PRENDERE LA LAUREA, IN QUESTI TEMPI, E’ IL PRIMO PASSO VERSO LA DISOCCUPAZIONE”. Ecco a voi un vero caso di fuga di cervello. Meditate gente, meditate…

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