"Il peggio della settimana in TV" trascorso tra le dichiarazioni di Insinna e il 'canto' della Mussolini

“A che ora è la fine di Insinna?” è il ritornello che questa settimana, sulla melodia di una vecchia cover di Ligabue, ci risuona nella mente

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“A che ora è la fine di Insinna?” è il ritornello che questa settimana, sulla melodia di una vecchia cover di Ligabue, ci risuona nella mente.

Proprio in questa rubrica avevamo solo accennato alla notizia che da una decina di giorni sta catalizzando l’attenzione di tutto il Paese (il famigerato fuori onda che mostra il conduttore intento a insultare tutti) ma, visto che il tam tam mediatico non accenna a diminuire, diamo un’occhiata agli ultimi avvenimenti circa la scottante vicenda. Intanto vediamo che esattamente nello stesso giorno e alla stessa ora in cui l'ex bravo presentatore, ora demone del fuori onda, fa la sua prima apparizione pubblica dopo l’accaduto, precisamente nella trasmissione "Carta Bianca" su Raitre, in contemporanea su "Striscia la notizia" va in onda l'ennesimo estratto video della sua ormai nota sfuriata contro nane, concorrenti dementi - come li ha definiti lui - autori e collaboratori di “Affari tuoi”. Anche stavolta imprecazioni di vario genere e nervi fuori controllo occupano la scena. Ma basta cambiare canale per vedere Flavio Insinna, a tu per tu, con Bianca Berlinguer, impegnato in una filippica di autodifesa ai limiti dell’umana sopportazione.
Mentre nel programma di Antonio Ricci continua lo sputtanamento senza fine, noi assistiamo ad una vera e propria trasfigurazione di un essere umano che fino a qualche giorno fa era per tutti un placido e altruista bonaccione, un uomo anche dall’aspetto fisico e dallo sguardo rassicurante, mentre quello che vediamo in tv ora sembra un’altra persona: i lineamenti del volto ci sembrano differenti, sarà la barba cresciuta, sarà l’occhio fosco, ma percepiamo un non so che di mefistofelico. E a confermare questa strana sensazione che ci pervade ecco che proprio nel programma di Raitre viene mandato in onda uno spezzone di un intervento di Insinna, nella stessa trasmissione, risalente ad un paio di mesi fa, in cui il personaggio in questione, con tutt’altro volto e ammantato di un’aura di santità, si era eletto paladino degli oppressi e aveva insistito più volte sul fatto che non viviamo in un paese “gentile”, così come lo sognerebbe lui. Quello era forse un Avatar della persona che vediamo ora, perché in diretta adesso c’è un uomo pieno di livore che farnetica di volontariato, di beneficenza, di buone azioni, che si scusa per averci mostrato la parte peggiore di sé.  Ma si vede che non crede in quello che dice, è furibondo, le scuse non sono sincere. E poi mica si deve scusare con noi telespettatori, quelle immagini sono state rubate ed in teoria non avremmo mai dovuto vederle. Insinna salta di palo in frasca, parla di disabili, disoccupati, migranti, lavoratori cassintegrati, continua a dipingersi come un benefattore dell’umanità riuscendo a suscitare imbarazzo anche nella Berlinguer, che, mite come non mai, lo tratta con delicatezza, proprio come si fa con una persona in difficoltà. C’è da dire che su quest’uomo, in questi giorni, si è detto di tutto, manca solo che ci rivelino che sotto la pelle nasconde il corpo di un rettile e che si nutre di topi come i Visitors (quindi potrebbe essere una soluzione per l’emergenza ratti di Roma) e siamo a posto, per cui è comprensibile che lui sia scosso e sconvolto, ma più parla, twitta o manda messaggi, più peggiora la situazione. Sembra uno sul punto di esplodere, un gladiatore pronto a scatenare un inferno al primo segnale che gli viene dato. Visto così, fa paura. Addirittura in questi giorni ha ipotizzato anche un suo eventuale ingresso in politica, qualora non dovessero più farlo lavorare in tv (perché pare che al momento i suoi impegni, per volere altrui, siano stati sospesi e anche il suo contratto pubblicitario, come testimonial dell’acqua che fa fare plin plin, sia decaduto). Sarebbe ora che praticasse del saggio silenzio perché quello che ci sta mostrando ora ci fa solo esclamare, come disse Emilio Fede,  altro personaggio tv noto per il suo carattere fumantino, in un suo memorabile, guarda caso, fuorionda: “ma che figura di merda!”.

Se comunque Insinna decidesse di buttarsi in politica, potrebbe prenotarsi già un posto da ospite negli studi di “L’aria che tira”, il programma mattutino di approfondimento politico ed economico de LA7 condotto da Myrta Merlino, perché anche da quelle parti succedono cose ai confini della realtà. Proprio lì qualche giorno fa è passato un formidabile video girato nel backstage della trasmissione con protagonista l’onorevole Alessandra Mussolini che, in attesa di andare in onda, si esibiva nel nuovo inno del suo partito. La deputata, con in braccio un tenerissimo cucciolo di Bulldog francese di nome Frankie, che lei ci presenta come futuro candidato dalla sua lista, prendendo in giro la svolta animalista annunciata qualche giorno fa di Silvio Berlusconi, sulle note del celeberrimo inno di Forza Italia, intona questo canto “E forza abbaiaaaaa, che siamo tantissimiiiiii, mai più guinzagli e museruole ancoooor, forza abbaia con noiiiii”. La conduttrice Merlino, divertita dal comico siparietto, ci informa che la Mussolini aveva portato con sé il cane per farlo partecipare alla trasmissione, ma poiché la produzione glielo aveva impedito, aveva insistito per girare il video, simulando la nuova campagna elettorale del suo movimento politico. Diciamo che ci sono tutti i presupposti perché le prossime elezioni siano davvero bestiali.

Ma passando ad argomenti più leggeri, si fa per dire, visto quello che stiamo per trattare, vi parliamo di panzerotti. Nello specifico, dei panzerotti napoletani preparati nel corso del programma “I classici della cucina italiana” in onda sul canale interamente dedicato alle ricette di cucina Alice tv.
Il giovane chef Mario Bacherini, chioma da ballerino di latinoamericano e spiccata somiglianza con Samuel Peron di “Ballando con le stelle”, ci mostra come si fa questo golosissimo fritto tipico della tradizione partenopea, e mentre cucina inanella una serie di luoghi comuni su Napoli, i loro abitanti, usi e costumi del luogo in puro stile “Italia, spaghetti, pizza e mandolino”. Esordisce affermando che i napoletani friggono tutto, perché fritta è buona anche una scarpa, poi continua spiegando che, per preparare l’impasto, utilizza l’impastatrice, mica come le nostre nonne che invece facevano tutto a mano, ma si sa, aggiunge subito, loro avevano molto più tempo, non come noi che siamo sempre di corsa. Allora, tu fai il cuoco di lavoro e quindi si presume che passi le giornate in cucina e decidi di facilitarti la vita con l’impastatrice, ma le nostre nonne che avevano spesso tre, quattro, cinque figli, dovevano badare alla casa e lavorare, non avevano lavatrice, né lavastoviglie, forse non avevano tutto questo tempo a disposizione per impastare fischiettando. Forse non avevano scelta, o, più semplicemente, non avevano la planetaria.
Ma cerchiamo di guardarlo con occhi indulgenti, perché non è facile cucinare e parlare nello stesso tempo, e dire cose interessanti e intelligenti, però il nostro spirito tollerante viene meno un attimo dopo quando lo chef riparte alla carica dicendo che ha intenzione di friggere tutto ciò che ha preparato, perché tanto la troupe e gli operatori sono di bocca buona. Quasi come se dicesse che ha fatto una schifezza ma che tanto quelli si mangiano tutto. Poi si accorge della gaffe e dice che intendeva che sono persone che mangiano bene. Mah, a dire il vero, quei pallidi pezzi fritti di pasta lievitata su cui vengono deposti dei dadini di mozzarella e dei pezzetti di pomodori, mentre noi ci aspettavamo già di vedere emergere dall’olio bollente succulenti e filanti panzerotti ripieni, ci fanno pensare che forse sia stato involontariamente sincero. Così, per togliersi dall’impasse, conclude dicendo che per completare la ricetta ci vorrebbe un bel sottofondo di mandolino. La fiera degli stereotipi si conclude qui e a noi è venuta solo una gran voglia di ordinare una verace pizza napoletana con tanto di cornicione ripieno.

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