Il peggio della settimana in TV: dai commenti ignobili di Povia a un più che inopportuno Ezio Greggio

Questa settimana la nostra TV ha dato davvero il peggio di sé: tra l'intervista de Le Iene a un inqualificabile Povia al cattivo gusto di Ezio Greggio, ecco cosa ci ha letteralmente disgustato

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Parlare male della nuova edizione di Domenica In dopo tutto quello che è stato detto e scritto sarebbe un po’ come sparare sulla Croce Rossa. Lo storico contenitore domenicale, quest’anno condotto da Cristina Parodi con l’ausilio della sorella Benedetta, è stato un flop, tuttavia sappiamo che ogni prima puntata è in realtà un rodaggio e dopo un pessimo esordio si possono avere ampi margini di miglioramento. Magari non sarà questo il caso, ma è sempre buona cosa dare una seconda possibilità, quindi vi raccontiamo solo uno dei tanti episodi criticabili accaduti nel corso del programma che ci fa capire che, oltre alle Parodi sisters, per ora è tutto fuori registro.

In uno studio che nella scenografia ricorda tanto quella dei programmi di Michele Guardì (ma senza la sua sgradevole voce pronta a caz*iare i lavoranti), è il turno dell’esibizione delle Ladyvette, un trio canterino tutto al femminile, noto per avere interpretato la colonna sonora della fiction “Il paradiso delle signore“.

Dalle scale scendono, cantando, una mora, una rossa e una bionda, come tradizione vuole, e mentre le tre donne prendono posizione, compaiono degli attrezzisti che posizionano i microfoni… alle spalle delle cantanti. A parte il fatto che l’esibizione è in playback, che la rossa non ricorda le parole del testo e muove la bocca a caso e che tutte e tre sono munite di microfono auricolare - che noteremo, un attimo dopo, nel corso dell’intervista con la Parodi senior, essere spento - almeno per questione di immagine, i microfoni dovrebbero stare davanti a chi canta e non dietro.

Ma se noi siamo tutto sommato buoni, la stampa e le reti concorrenti, in particolare modo alcuni programmi, si sono scagliati contro la trasmissione in maniera forte, in certi casi anche sfiorando la volgarità e il cattivo gusto. Ci riferiamo a Ezio Greggio, che durante una puntata di Striscia la notizia, commentando proprio lo scarso successo del format di intrattenimento di Raiuno, mostra il video di un promo della trasmissione in cui Cristina Parodi sta lavando i piatti. Con una battutona delle sue, che non farebbe ridere neanche i suoi parenti più stretti, Greggio suggerisce alla conduttrice di cambiare elettrodomestico, passando dalla tv alla lavastoviglie e conclude con un invito triviale, anche se troncato sul finale, “Cristina ma vai a c…, vattela a pijà..” La classe non è acqua, o forse, in questo caso, è quella sporca dei piatti.

In tema di figura barbine ci piace segnalare la gaffe di Dario Vergassola nel corso di Night Tabloid, il programma di informazione e approfondimento di Raidue condotto da Annalisa Bruchi. Vergassola, presenza fissa del programma, con il solito metodo che utilizza da vent’anni per fare la sua intervista-sketch ai vip, in cui si fa domanda e risposta prendendo in giro il personaggio di turno, sottopone al suo questionario, vecchio più di lui, Matteo Salvini, ospite della puntata. Ecco il domandone: “Lei ha fatto un manifesto con scritto Nonna Peppina non si tocca (in riferimento alla nonnina di 95 anni terremotata e sfrattata dalla sua casa di cui hanno parlato tutte le cronache). E’ vero che Berlusconi le ha risposto "ma chi, chi la vuole toccare, è troppo vecchia“?

Vista l’uscita decisamente infelice, la Bruchi interviene precisando che la questione nonna Peppina è cosa seria e Salvini, sorridente fino ad un attimo prima, si irrigidisce e risponde che la nonnina si trova attualmente in un container da cui non può neppure vedere la tv. Vergassola allora si guarda a destra e sinistra, forse si rende conto di avere passato il segno e cerca di rimediare, ma è troppo tardi, la brutta figura ormai l’ha fatta, il suo spirito dissacrante stavolta gli si è rivoltato contro.

Un altro personaggio famoso avvezzo ad esternazioni inopportune, a tratti farneticanti e non immune quindi da pessime figure, è il cantante Povia, di cui ci eravamo già occupati in passato. Lo troviamo protagonista di un’intervista de Le iene in cui viene interrogato su quanto sia razzista e omofobo. La pietra dello scandalo è la cancellazione di un suo concerto ad una festa di paese a causa del discutibile testo della sua canzone “Immigrazia“, inserita in scaletta. Alle domande de Le Iene, Povia risponde parlando di evasione fiscale vista come legittima difesa, definisce lo “ius soli” una bufala e lancia accuse deliranti alla Banca Centrale Europea. Quando gli chiedono se sia mai stato con una donna di colore, lui viene colto da un riso isterico e dice che una volta è capitato. Allora gli domandano come sia andata l’esperienza e lui, sempre con risata convulsa, si lascia andare a commenti che definirli ignobili sarebbe ancora un complimento. Dice che le donne di colore sono resistenti, gli chiedono di specificare meglio e lui, ammiccante, dice che resistono meglio alla, per così dire, “passione“ e che a letto fanno tutto, scendendo naturalmente nei dettagli più osè.  L’intervistatore però gli fa notare che da come parla è evidente che conservi un buon ricordo, e lui, ormai sguazzando nei doppi sensi più insopportabili, conclude affermando che è sempre bello quando una ragazza si apre in tutti i sensi. Vomitevole.

Esempi di linguaggio forbito anche nella casa del Grande Fratello Vip che continua ad attirare l’attenzione del pubblico grazie a colpi di scena e squalifiche dei concorrenti. Ormai si è capito che una delle prerogative dei vip è l’innata tendenza all’imprecazione: quest’anno siamo già a quota due bestemmiatori, ma il numero potrebbe ancora crescere. Dopo l’eliminazione di Marco Predolin, ora tocca a Gianluca Impastato, colpevole di avere pronunciato una bestemmia, tra l’altro senza neanche rendersene conto. E si sa che le telecamere sono accese 24 ore su 24, che si può dire di tutto, ma la bestemmia naturalmente è riprovevole, non ammessa e viene sempre severamente sanzionata. Ma i rozzi figuri che popolano la casa più famosa d’Italia, anche se cercano di farci vedere il meglio di loro, ogni tanto perdono il controllo e si lasciano andare.  C’è da chiedersi come si esprimano abitualmente nella vita privata, se in tv invece sono trattenuti.

Se la bestemmia è giustamente sempre e comunque da censurare, “cretino“ invece è un termine ammesso, come abbiamo dedotto da quanto accaduto nei giorni scorsi durante una puntata di L’aria che tira. Il cortese epiteto parte dalle labbra dell’onorevole Alessandra Mussolini nei confronti del deputato del PD Emanuele Fiano, promotore della legge contro la propaganda fascista che porta il suo stesso nome. L’europarlamentare racconta di avere recentemente fatto dei selfie con alcuni consiglieri, cui sono poi state chieste le dimissioni, per avere compiuto un atto contrario alla legge, a causa, insinua lei, del cognome che porta. Il suo interlocutore ride e la invita a parlare di argomenti seri, poi le chiede dettagli sull’accaduto (che ottiene in maniera vaga) e nega che nella sua legge ci sia un comma specifico che possa in qualche modo riguardarla direttamente.
La Mussolini definisce la legge becera e dice di dubitare dell’intelligenza di coloro che l’hanno proposta - quindi del suo interlocutore - e Fiano tra sé e sé commenta: “Sapessi cosa penso di te”. Da qui, la discussione assume toni sempre più accesi. Non c’è modo di interrompere i due che si parlano l’uno sopra l’altra fino a quando la Mussolini, rivolgendosi all’ospite vicino a lei, dice che Fiano è un cretino. Lui la sente e ribatte prontamente di andare ad insultare qualcun altro, perché lui non si è mai permesso di darle della cretina. Sembra un litigio da cortile, ci vorrebbe Costanzo a dire “state bboni“, invece intervenire la Bruchi a riportare la calma ricordando ai suoi ospiti che ognuno può dire la sua, ma nel suo programma non vuole insulti. Quindi cretino si può dire, ma non in casa sua.

Chiudiamo con un breve commento sul nuovo programma del sabato sera di Raiuno, Celebration, un altro format riuscito male, molto male. Sul palco si succedono cantanti ed attori per interpretare brani internazionali che hanno fatto la storia della musica. Intanto si presume che, dato che si tratta di canzoni famosissime, le parole le conoscano un po’ tutti o comunque che quelli che devono cantare possano anche fare lo sforzo di imparare i testi a memoria. Ma così non è, sono tutti con gli occhi in alto rivolti al gobbo e c’è anche chi sbaglia a leggere.
Terrificante Fabrizio Moro che interpreta “You’re so beautiful“ di Joe Cocker stonando come non mai e con una pronuncia degna dell’Americano di Alberto Sordi per poi peggiorare la situazione con “Roadhouse Blues“ dei Doors. Il cantante romano si scusa dicendo di masticare poco l’inglese. Ce ne eravamo accorti. Non fa meglio di lui Alex Britti, abilissimo chitarrista ma quando canta “Purple Rain“ di Prince anche per lui la lingua di Albione è uno scoglio insormontabile.
Noemi che canta Beyoncé fa lo stesso effetto della sora Lella alla prese con l’uovo di Cracco, Michele Bravi, con “Your song“, sembra non essere mai sceso dal palco di X Factor. Ci ridestiamo durante l’esibizione di Claudia Gerini versione “Material girl“, ma anche l’attrice risulta essere un po’ ingessata, nonostante i suoi trascorsi ballerini a Non è la Rai. Non salvano il programma neppure gli interventi di Raul Bova, e gli sketches di Lillo e Greg, perché sembra che si divertano solo loro. Celebration cede in fretta il passo alla noia. Non ci riprendiamo neanche con Riccardo Rossi e il suo ironico monologo sulla vicenda del plagio di Michael Jackson ai danni di Al Bano Carrisi. Verso la fine un guizzo di vitalità con la rediviva Alexia, un tantino troppo botulinata, ma che canta “Into the groove“ di Madonna con grinta e voce. Eppure i conduttori dello show sono bravi, Neri Marcorè a dire il vero gigioneggia un po’ troppo risultando alla fine un po' stucchevole, mentre Serena Rossi è l’unico vero motivo per guardare il programma. Spigliata, disinvolta, ottima cantante, si muove bene sul palco e conduce con garbo e ironia. La vera sorpresa è proprio lei, e se per il pubblico del sabato sera può essere una novità, di sicuro qualcuno si era già accorto delle doti dell’attrice tanto ad arrivare probabilmente a temerne la concorrenza.

Stiamo parlando di Caterina Balivo che, reduce dalla seconda gravidanza, aveva temporaneamente affidato alla collega la conduzione del suo programma quotidiano Detto Fatto. Dopo neppure un mese dal parto, nonostante l’aria stanca e le occhiaie visibili anche con il trucco, la bella Caterina ha preferito ritornare in fretta e furia sullo schermo e riprendersi la sua trasmissione, prima che il pubblico si potesse dimenticare di lei preferendole la nuova arrivata, come stava in realtà accadendo. La sostituzione per maternità rischiava di oscurarla, ma, pericolo scampato, i vertici Rai le hanno restituito il suo posto e hanno voluto però premiare Serena affidandole il prime time più desiderato della tv italiana. Il premio è assolutamente meritato: adesso che è stato trovato un nuovo personaggio, forse sarebbe il caso di costruirci attorno un programma all’altezza della sua conduttrice. E l’impresa non sarà di certo facile.

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