Sea of Thieves: A Pirate's Life, perché solo adesso? | Speciale
Sea of Thieves: A Pirate's Life è tutto ciò che abbiamo sempre desiderato dal simulatore di pirata di Rare, nonostante qualche magagna tecnica
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Microsoft e Disney, insomma, ci hanno fatto un bel regalino, permettendoci finalmente di ufficializzare un connubio finora intangibile, per quanto già saldo ed esistente nell’immaginario dei tanti che, complice il Game Pass, hanno deciso di partire per mare, magari in compagnia di amici.
Se non è la prima volta che in Sea of Thieves vengono introdotte vere e proprie campagne, affrontabili anche in single player, di certo con A Pirate’s Life è la prima volta che viene profuso tanto impegno nel comporre un arco narrativo degno di questo nome. Le premesse, recitate da un’anonima naufraga che si materializzerà in qualsiasi avamposto, sono persino fin troppo prolisse e prolungate, tedioso cappello introduttivo che alludono all’ingresso nell’universo immaginifico del gioco di Jack Sparrow, impresa possibile dopo che il nostro ha illecitamente sottratto un manufatto magico a Davy Jones.
Il villain de I Pirati dei Caraibi, venuto a sua volta a conoscenza di questo mondo parallelo fatto di isole paradisiache ed infinite ricchezze, ha deciso di assoggettarlo, desideroso, più di ogni altra cosa, di interrompere il ciclo di rinascite infinite che consente, anche ai pirati più sbadati e spericolati, di riprendere le loro razzie come (quasi) nulla fosse.
Sea of Thieves: A Pirate's Life, insomma, gioca con le stesse meccaniche su cui poggia il gameplay della produzione, retrogusto meta che non potrà che stuzzicare l’appetito degli utenti più smaliziati. Le cinque missioni attraverso cui si snoda la campagna, inoltre, scavano a piene mani nell’immaginario del brand Disney, c’è ovviamente anche spazio per la Perla Nera, non lesinando sull’introduzione di nuovi nemici, tra cui spiccano sirene e tritoni, eliminabili combattendoli sott’acqua armati di portentosi tridenti.
Sì, perché per lo più si tratterà di nuotare in profondità, esplorare grotte parzialmente allagate, risolvere enigmi ricordandosi di tanto in tanto di recuperare ossigeno riaffiorando in superficie o sfruttando i soffioni presenti sul fondale marino.
Se la trama procede soprattutto sullo sfondo, questo DLC convince e stupisce grazie al buon numero di ambientazioni che esplorerete, una varietà che si sposa con una direzione artistica convincente e coraggiosa quanto basta. Sebbene lo stile resti quello riconoscibile a cui il gioco ci ha ormai abituati, il tocco disneyano si palesa in certi nemici, in alcuni anfratti, in certi passaggi che ricordano l’attrazione Pirates of the Caribbean dei parchi a tema del brand americano. Soprattutto chi ha avuto modo e fortuna di visitare Disneyland e simili, non potrà che sorridere di gusto in certi passaggi, così simili alla citata giostra.
Tra giganteschi mostri marini, relitti incagliati sul fondo dell’oceano e grotte in cui coralli e alghe compongono vividi e coloratissimi affreschi sulle pareti, più e più volte si resta sul posto per ammirare i panorami offerti dall’espansione.
Sea of Thieves: A Pirate's Life, tuttavia, è certamente meno sorprendente sul fronte prettamente ludico. C’è una grande e prolungata battaglia navale che resterà impressa nella memoria di chi saprà sopravvivervi. Combattere con un tridente che spara bolle di energia ha il suo fascino. Risolvere, la prima volta, l’enigma basato sul corretto posizionamento di alcune statue regala una qual certa soddisfazione.
Purtroppo le situazioni ludiche tendono ad essere ripetute dall’inizio alla fine del DLC senza alcuna variazione sul tema. Considerando anche alcune magagne tecniche, prima del recente fix un paio di missioni erano buggate al punto tale da costringere al totale reset in certe situazioni, per lo più si procede incuriositi dalla trama, stregati dagli scenari, divertiti dalle fugaci apparizioni sullo schermo di Jack Sparrow, personaggio che funge da semplice comparsa nell’economia dell’espansione.
Completato Sea of Thieves: A Pirate's Life viene da chiedersi perché Rare non ci abbia pensato prima a costruire un’avventura del genere, attenta sotto il profilo narrativo, accorta su quello artistico, generosa per quanto concerne la varietà di scenari. Certo, sul fronte puramente ludico tocca ancora una volta alla ciurma in sé e per sé infondere quel brio al gioco, non ancora in grado di garantire sufficiente intrattenimento semplicemente ed unicamente tramite le meccaniche pensate per l’occasione.
Tuttavia, problemi tecnici permettendo, c’è davvero poco di cui lamentarsi. Tirare fuori dai guai Jack Sparrow è enormemente divertente e rappresenta, senza mezzi termini, uno dei punti più alti finora toccati dalla produzione Microsoft in questi anni di onorato servizio.
Inoltre si tratta di un’espansione gratis. Doppiamente “gratis” se avete anche il Game Pass.