"Se succede qualcosa vi voglio bene" ha un inaspettato successo su Netflix. E se lo merita tutto.

Se succede qualcosa vi voglio bene è un incredibile cortometraggio che in soli 12 minuti riesce a commuovere senza cadere nel ricattatorio

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Chi frequenta le fumetterie lo sa bene. C’è un piccolo trucco usato dai disegnatori per far emergere nella marea infinita di proposte alcuni albi che, non avendo nomi o personaggi di richiamo, rischiano di scomparire. Gli scaffali pieni di fumetti sono coloratisismi, con forme e varietà di ogni tipo e l’occhio del cliente si perde nei colori sgargianti vagando senza punto di riferimento. Può capitare quindi talvolta di incrociare una copertina diversa da tutte. Spesso è bianca, senza colori brillanti, con un disegno minimale, titolo e prezzo in bella vista. E appare più delle altre.

Ai molti che in questi giorni hanno esplorato la libreria Netflix è probabilmente capitata la stessa cosa vedendo tra le varie proposte un titolo insolitamente lungo (Se succede qualcosa, vi voglio bene) e un’immagine di anteprima bianca con qualche tratto grigio e nero. Chi, incuriosito, ha cliccato, si è trovato sul proprio dispositivo quello che è da molti considerato il vincitore annunciato dell’Oscar come miglior cortometraggio 2021.

È insolito, per un’opera così breve, riuscire a scalare le classifiche di visione di queste piattaforme streaming. Già venire selezionato e comparire nel catalogo non è una cosa da poco. In questo caso abbiamo di fronte una gradita eccezione. La top 10 di molte nazioni ha visto comparire la locandina bianca e negli Stati Uniti sono nate numerose conversazioni sui temi trattati. Un successo imprevedibile.

È facile dire che Se succede qualcosa, vi voglio bene è un cortometraggio “necessario”, visto il tema trattato. Però "necessario" è un termine che, oltre ad essere piuttosto respingente, significa ben poco. Al contrario, questo piccolo film nasce sì da una necessità... ma totalmente interiore, e si vede. 

Will McCormack (già sceneggiatore di Toy Story 4) e Michael Govier lavorano sull'attualità, ma non prendono spunto da una specifica storia vera. Al contrario ne creano una in grado di rappresentare centinaia di vite simili e centinaia di situazioni emotive comuni. E tutto questo in dodici minuti di eccezionale animazione.

Se succede qualcosa, vi voglio bene

Il cortometraggio si apre con due persone sedute, distanti, a un tavolo. Si ignorano, guardano il proprio piatto e non si parlano. Sono circondate da due ombre, simili a spiriti, che invece lottano, discutono, si mischiano fino a svanire. Nella casa resta il silenzio. Seguiamo questi due personaggi nella loro quotidianità, attraverso ambienti congelati nel tempo in cui solo piccole imperfezioni, come una crepa nel muro, lasciano spazio al colore. 

Ci sono i colori in questo cortometraggio, ma sono molto difficili da vedere, soprattutto per i personaggi. I loro abiti, gli oggetti che toccano, hanno sfumature di grigio con un tono di colore pastello. Ma chi sono le due figure che seguiamo per questi pochi minuti? Sono due genitori come tanti, che piangono una delle tante premature scomparse della figlia, vittima di una sparatoria scolastica.

Se succede qualcosa vi voglio bene è stato fortemente voluto dall'attrice Laura Dern, che ricopre anche il ruolo di produttrice esecutiva con Peter Morgan (e altri), ed è stato sostenuto nella sua travolgente corsa ad ogni premio possibile, da attrici come Rashida Jones e Chelsea Handler. Partner del progetto l’associazione no profit Everytown for Gun Safety, che si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica (e politica) per limitare l’accesso alle armi da fuoco e prevenire questo tipo di stragi.

Dal 2013 al 2019 sono avvenuti, secondo i dati di Everytown, 549 sparatorie all’interno di edifici scolastici che hanno causato la morte di 129 persone e 270 feriti. A questi numeri vanno a sommarsi le impressionanti cifre delle vittime d’arma da fuoco fuori dalle scuole: 2.900 bambini solo in America in 7 anni.

Ma Will McCormack e Michael Govier non vogliono però solamente denunciare. Anzi, il cortometraggio si occupa di altro, si disinteressa della politica per trovare l'umano. Ci viene mostrato un prima e un dopo, mai un “durante”. La violenza viene mostrata solo nelle sue conseguenze. L’ombra nera che segue i personaggi è prima un simbolo della vitalità annullata, del dolore nero che li attanaglia, in un secondo momento si ribalta e diventa possibilità di speranza e presenza di chi non c’è più.

Come detto da Laura Dern a Variety, Se succede qualcosa vi voglio bene parla del dolore di chi subisce un lutto simile. Mostra cosa accade nelle persone che restano vive, cosa può dare sollievo e cosa, invece, non passerà mai. Il dolore è un sentimento difficile da processare, da raccontare, soprattutto ai più piccoli - ha spiegato l’attrice - ma è proprio di questo che dobbiamo parlare.

E allora non è un caso che tra le scelte stilistiche del cortometraggio ci sia quella di delegare le emozioni ad un unico dialogo (anzi, un breve monologo, dato che non può avere risposta) che coincide con il titolo. Sono le ultime parole scritte ai genitori dalla figlia prima di ripiombare nell’inferno della sparatoria. Sono parole che tengono il papà e la mamma della bambina vicini e che, inevitabilmente, commuovono e devastano anche lo spettatore.

Non c’era bisogno di un minuto in più per arrivare a questo. E l’immagine di chiusura di un sole sorridente e colorato che cerca di illuminare un grigiore destinato a non sparire mai, parla più di mille proclami. 

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