Se son rose…, Leonardo Pieraccioni presenta il film alla stampa

Leonardo Pieraccioni ha presentato oggi a Roma il suo nuovo film, intitolato Se Son Rose..., in uscita il 29 novembre

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Articolo a cura di Mirko Tommasino

Si è tenuta questa mattina presso il Cinema Adriano di Roma la presentazione alla stampa di Se son rose…, il nuovo film di e con Leonardo Pieraccioni realizzato da Levante in collaborazione con Medusa Film. Dopo aver assistito alla proiezione abbiamo avuto avuto l’opportunità di partecipare alla successiva conferenza stampa.

Oltre al regista, in sala era presente il cast femminile della pellicola: Michela Andreozzi, Elena Cucci, Caterina Murino, Claudia Pandolfi, Gabruella Pession, Mariasole Pollio, Nunzia Schiano e Antonia Truppo, Giampaolo Letta di Medusa Film, il compositore Gianluca Sibaldi e Filippo Bologna, co-autore della sceneggiatura con lo stesso Pieraccioni.

Il primo a parlare è stato Letta, che ha espresso la felicità della casa di produzione cinematografica nel lavorare nuovamente con il regista toscano, sottolineando con estrema soddisfazione che sette dei tredici film firmati da quest’ultimo sono stati realizzati tramite un sodalizio tra le due parti. In più, ha annunciato che questa sera al posto della “classica anteprima romana del film” con il red carpet, ci sarà un evento di beneficenza in favore della SIA, Società Italiana per l’Amiloidosi - malattia che fu fatale per lo storico presidente di Medusa Film Carlo Bernasconi. Letta ha specificato che, dal 2001, simili eventi benefici sono per loro degli appuntamenti annuali. Fino a oggi, con il denaro raccolto è stata aiutata la ricerca ed è stato costruito un ambulatorio dedicato al defunto presidente presso l’ospedale San Matteo di Pavia.

Successivamente ha preso la parola il regista toscano, il quale ha esordito dedicando un affettuoso saluto al compianto Bernardo Bertolucci, maestro del cinema italiano scomparso da poche ore:

Tra i suoi film, il mio preferito è Io ballo da sola, dove viene mostrata la Toscana, il sole e una bellezza che balla in grado di rapire il cuore. L’applauso va a chi, da tanti anni, ci fa delle carezze al cuore che durano per sempre.

Pieraccioni ha iniziato a parlare della sua nuova pellicola citando Massimo Troisi, spiegando che questo genere di film nasce dal cabaret e che lui è stato il primo a trasporlo al cinema. Poi il regista ha iniziato una piccola retrospettiva sui suoi lavori passati, sulle sue commedie sentimentali e su come percepisca il trascorrere del tempo. Partendo da I laureati, con protagonisti i trentenni che vivono in una sorta di giardino d’infanzia, per poi passare all’età che avanza e tutti i dubbi sul “vissero felici e contenti” che ne derivano.

Parlando strettamente di Se son rose…, ha spiegato che all’inizio doveva chiamarsi Gli evitanti:

Sono coloro che prendono coscienza che non ce la fanno a fare questa maratona dell’amore, e quindi hanno tirato i remi in barca.

Complice una figlia adolescente che vuole spronare il padre a riprendersi in mano la sua vita, la trama sottolinea come esista un amore infinito: quello per i figli.

Il regista ha dichiarato di essere felice per il riscontro a caldo che ha avuto in sala, affermando che per attirare più pubblico al cinema sia necessario alzare la qualità del copione, e lui ha provato a farlo raccontando la verità. Come esempio ha portato un personaggio specifico particolarmente sopra le righe, “qurantotto” (nomignolo che il protagonista conferisce a una delle donne), per poi illustrare i vari meccanismi che si ripetono all’interno delle relazioni rovinando il rapporto: la litigiosità, la noia e la superficialità, specificando come ogni personaggio nel cast sia la rappresentazione di ognuno di essi.

Dalle parole del comico è palese il clima di serenità tra le diverse figure che hanno realizzato la pellicola, impressione confermata successivamente dalle singole attrici presenti in sala, le quali (stando a quanto affermato dal regista) si sarebbero scherzosamente “coalizzate” contro di lui.

Oltre alle ex compagne, incontri che Pieraccioni stesso nel film definisce “minestre riscaldate”, nella storia sono presenti altre due figure femminili, sua figlia interpretata dalla giovanissima Mariasole Pollio e una vicina di casa molto somigliante a una sorta di oracolo, con il volto di Nunzia Schiano, per le quali ha speso parole di affetto e stima.

Le domande dalla platea non si sono fatte attendere. La prima è rivolta a Pieraccioni e dedicata al piccolo cammeo di Vincenzo Salemme all’interno del film, momento in cui era palese la buona alchimia tra i due:

Con Salemme giriamo intorno all’idea di fare un film insieme da tanto tempo, Voglio assolutamente fare un film con lui, lo considero un vero grande, con dei tempi meravigliosi. Per questo film abbiamo fatto un patto da gentiluomini: lui sarebbe venuto a divertirsi nel mio film, io nel suo successivo, senza annunciarlo sul manifesto. Un cameo vero e proprio. Siccome il film che sto pensando al momento sarà tutto al maschile - dopo questo che è tutto al femminile, volto a chiudere un percorso - vorrò anche lui. Ce lo diciamo da dieci anni. Lo chiamai per Io e Marylin, ma dopo aver letto la sceneggiatura mi disse “qui ci vuole un domatore, un trombatore” e quindi ho chiamato Biagio Izzo, perché lui si sentiva poco adatto per quel ruolo.

Il quesito successivo ha riguardato i suoi molteplici ruoli nella pellicola: sceneggiatore/regista, attore e “fonte d’ispirazione per la storia”, visto che ha sostanzialmente messo in scena delle esperienze fortemente autobiografiche:

Riguardo la sceneggiatura, ho scoperto come si fa il cinema dopo “I laureati”, prima ne avevo il terrore! In precedenza cercavo un “regista vero”, quando poi Vittorio Cecchi Gori mi fece una sintesi efficace della regia: “con le idee chiare la regia è semplice: falla larga o stretta”. In realtà la regia è come muovi gli attori! I registi a cui andavo a proporre la storia mi dicevano che avevo talmente tanto delineato in testa il percorso che era il caso lo girassi io. Per il lato attoriale, io sono un Clown Bianco: in questo film mi sono lanciato un po’ quando mi mostro ubriaco, facendo il Clown Augusto, che diversamente dall’altro vive di reazioni di pancia. Rivedendoti capisci cosa devi e non devi fare, ma avendo digerito tanto il copione vai sul set e sai bene cosa accadrà, poi in montaggio vedi cosa funziona e cosa no.

Un’altra domanda è stata dedicata al legame con tra cinema e fruizione sul web, visto che il protagonista del film è un giornalista che lavora su internet e scrive di materie fortemente legate all’utilizzo della rete:

Quando dico ai miei amici che è in uscita il mio nuovo film al cinema, loro senza alcun tipo di pudore mi rassicurano dicendo che lo “vedranno dopo”, facendomi l’esempio di Sky o Tim Vision, evitando la sala, ovvero la prima finestra troppo vicina. Errore micidiale! Abbiamo fatto tanti errori, magari realizzando dei film scritti e non riletti, e ora bisognerebbe essere più coscienziosi realizzando film con un passaparola tale che non fa aspettare le altre finestre allo spettatore. Le commedie e il cinema in generale sono belle perché senti la sala piena, le sue risate, esperienza che a casa faresti da solo. Una commedia a sala piena è meravigliosa, il concetto di “lo aspetto in televisione” è naturale, sta a noi proporre qualcosa di più pregiato affinché si dia qualcosa che faccia valer la pena di prender la macchina e andare al cinema. A Bologna ho detto: “raccontiamo la verità”, ma la verità è un codice, un valore, dobbiamo assolutamente fare questo tipo di operazione riportando il pubblico a vedere un film in sala. Prima si diceva: “vado all cinema vedere un film di Verdone”, non interessava sapere di cosa parlasse ma solo l’autore. Mentre ora va mostrata una brossure, il suo codice, di cosa parla… Il mio codice di quest’anno è la ragazzina che salva il suo rapporto con il padre tramite questo ritorno al passato. Noi ci abbiamo messo come sempre tutto noi stessi, ma se il passaparola è tale per far funzionare il film lo “scopriremo solo vivendo”.

Successivamente Pieraccioni ha parlato del suo legame con Giovanni Veronesi, il suo co-sceneggiatore storico, impegnato in altri progetti durante la stesura di questa sceneggiatura, e poi ha specificato che Se son rose…, film in cui appare anche sua figlia, sarà probabilmente la sua ultima commedia romantica:

Credo di aver declinato la commedia romantica in tutti i modi possibili e immaginabili. Ho raccontato l’arrivo delle “bellezze meraviglie” con io che cercavo di conquistarle e ci riuscivo perché nei film si può essere onnipossenti. Poi ho raccontato la crisi con “Il principe e il pirata” e “Un fantastico via vai”, ora che questa chimera del matrimonio non la inseguo più racconto dei 53enni, dei problemi e delle gioie che possono avere, ma mi sento anche a disagio nell’incontrare un nuovo amore, perché lo sento distante. Tutte le idee che, per fortuna, ora mi sono venute, hanno abbandonato il sentimentalismo. Ci sarà il rapporto con un figlio, perché sono dinamiche che inizio a conoscere bene con la mia figliola di otto anni. […] Il prossimo film non sarà una commedia romantica, ma sicuramente una commedia. Nel tempo mi hanno proposto davvero di tutto. Non ho la “sindrome dal David” ma quella del cabarettista, beandomi nel fare ciò che ho sempre fatto e ciò che potevo fare. Ho messo la mia malinconia di uomo e artista nei miei tre libri, e loro sono davvero di una tristezza immane! Dopo la lettura, Guccini mi disse “fai qualcosa figlio mio, non ho dormito”. Lì ho messo tutta la mia malinconia, mentre qui l’ho solo accennata. Mi si struggeva il cuore nel veder mia figlia nel film, e mi si è strutto il cuore nella sequenza con l’Andreozzi, quando ho raccontato il mio periodo migliore della mia vita. L’unico anello debole delle mie fidanzate è sempre lo stesso: io! Come la battuta di Woody Allen che dice di non voler frequentare un club in cui è presente anche lui tra i soci. Chi fa questo mestiere sa che c’è un momento in cui vieni illuminato. Il mio fu a sei anni e mezzo, quando ho capito che volevo avere un pubblico davanti e fare l’attore. […]

Verso la fine dell’incontro le attrici presenti sul palco hanno offerto una rapida carrellata delle loro esperienze nella realizzazione del film, parlando del loro legame squisito con Pieraccioni, di eventuali “ex ritornanti” nella loro vita e di simpatici aneddoti legati al set. La presentazione è stata chiusa da Bologna che ha sottolineato quanto sia stato divertente scrivere film con il regista toscano, e dal maestro Sibaldi, il quale ha confermato le stesse impressioni anche riguardo le musiche, parlando anche del brano scritto da Pieraccioni e da lui musicato.

Se son rose... uscirà il 29 novembre nei cinema italiani.

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