Se la Marvel ha imparato dalla sua storia, Spider-Man: No Way Home non sarà quello che pensiamo

Spider-Man: No Way Home riuscirà a superare la maledizione del terzo capitolo per l'arrampicamuri? Può farlo tradendo alcune aspettative

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Nella storia di Spider-Man il numero tre non ha mai portato molta fortuna. In generale i capitoli finali delle trilogie sono tra i più complicati da fare. Iniziare una storia è relativamente semplice, portarla avanti sviluppandone i personaggi anche. Trovare una chiusura soddisfacente, dare un senso di completezza e - se concesso dalla dura legge dei franchise - anche un finale, non è mai una passeggiata. Il compito di Spider-Man: No Way Home non sarà pertanto semplice. Dovrà cercare di rompere questa maledizione, fornire una cornice entro cui iscrivere i film dell’adolescenza dell’Uomo Ragno targato MCU e (forse) chiudere trame di altri film. 

Spider-Man: No Way Home si trova a fare i conti con due precedenti ingombranti. Quello Spider-Man 3 di Sam Raimi così ambizioso e di successo, ma anche una scheggia impazzita che ha fatto esplodere l’intero progetto. E soprattutto l’Amazing Spider-Man 3, il film mai arrivato che avrebbe dovuto vedere Peter Parker affrontare i Sinistri Sei. 

La Sony voleva usare il secondo capitolo per gettare le basi per il gran finale. Salvo poi non riuscire a trovare la giusta misura e cambiare idea più volte. Molte scene girate per fare da ponte furono poi eliminate in fase di montaggio. Addirittura Norman Osborn avrebbe dovuto comandare il gruppo di cattivi in una forma a dir poco bizzarra… Alcune immagini, mai arrivate sul grande schermo, mostravano infatti la testa di Osborn staccata dal resto del corpo e riposta in una sorta di contenitore hig tech che lo teneva in vita.

La scena rimase sul tavolo di montaggio e con essa gran parte dei riferimenti al gruppo dei Sinistri Sei che si stava per formare. Seguirono alcuni mesi di indecisione sul da farsi, soprattutto dopo l’insuccesso del film. La conclusione fu il contratto tra Sony e i Marvel Studios che rese possibile l'arrivo del personaggio in Civil War e che oggi ci sta per regalare Spider-Man: No Way Home.

Del terzo film dedicato al Peter Parker di Tom Holland si sa poco, ufficialmente. Sono trapelati online invece così tanti rumor e trame rubate da stizzire Kevin Feige e indirizzare le aspettative in una sola direzione. Secondo ogni evidenza Spider-Man: No Way Home sarà il film che unirà i personaggi dell’opera di Sam Raimi con quella di Marc Webb e John Watts. Insomma: il film con i tre Spider-Man e i villain storici.

Per capire se queste voci sono vere oppure no (a parte le poche conferme che già abbiamo) vi rimandiamo ai numerosi articoli pubblicati nei giorni scorsi. Quello che interessa analizzare in questa sede è invece la portata di Spider-Man: No Way Home.

Dopo il cliffhanger di Spider-Man: Far From Home si sono aperti scenari narrativi mai visti nelle saghe dell’arrampicamuri. Chiaramente l’intento è quello di uscire dai soliti schemi ormai battuti da numerosi film, e dare una rinfrescata al personaggio. È un qualcosa che, negli ultimi 20-30 anni di fumetti, la Marvel ha fatto spesso. Si pensi ad esempio alla controversa saga One More Day, dove si svecchiò la continuity con un importante refresh. Ma anche al tentativo fallito de la Saga del Clone di superare Peter Parker come unico Uomo Ragno. I risultati non furono particolarmente amati dai lettori, per usare un eufemismo.

Questo deve essere il primo segnale d’allarme per la Casa delle Idee: Spider-Man non è una property semplice da gestire e ancora meno da superare. La soluzione che hanno trovato nel mondo dei comic è quella di affiancarlo, non di sostituirlo. Nasce così Miles Morales, simile, ma anche molto differente al più celebre Peter.

La stessa cosa potrebbe accadere nei film. Spider-Man: No Way Home potrebbe andare a sommare le storie, non a cancellarle o a riscriverle. Tutt’al più potrebbe chiuderne qualcuna, anche se sarebbe un compito assai complesso all’interno di un’opera che ha già molte tappe obbligate. Deve risolvere lo svelamento dell’identità, dare una chiusura agli anni scolastici di Peter, tirare le somme della relazione con Michelle e magari aprire anche a dei collegamenti con l’universo Sony (Venom e Morbius). Ci manca solo che il film diventi una sorta di Spider-Man 4 di Raimi e l’Amazing mai fatto da Sony!

Se la Marvel ha imparato qualcosa dalla sua storia, la logica conclusione sarà di evitare questa strada. Il passato ha già dimostrato che, a differenza dei film collettivi come Avengers, le storie di Spider-Man più riuscite sono anche le più minimali. A mettere troppo peso nel sacco si rischia di romperlo. Per questo le voci che indicano Spider-Man: No Way Home come il grande film definitivo sul personaggio potrebbero sbagliarsi.

Anche perché, se davvero fosse l’ambizione della Marvel arrivare ora a completare con il botto un ciclo narrativo legandosi ad altri, sarebbe palesemente troppo presto. Un po’ come Giorni di un futuro passato, l’apprezzato film degli X-Men che sembrò un gran finale per la storyline classica, ma azzoppò anche il climax della saga con il nuovo cast.

Non c’è motivo quindi per lasciare che la nostalgia del passato entri in Spider-Man: No Way Home per adombrare un Tom Holland ancora sulla cresta dell’onda e che si è dimostrato capace di reggere bene i film in solitaria. Far From Home ha performato benissimo anche senza Tony Stark\Iron Man in locandina. I piani di Kevin Feige sono inoltre palesemente di lungo termine. La scelta di prendere un attore così giovane per il rilancio è legata all’idea di seguirlo per molti film lungo la sua crescita da supereroe. 

Spider-Man: No Way Home sarà sicuramente un film che punterà molto sulla spettacolarità e sulla formula MCU. Non c’è alcun dubbio. Ma non è affatto certo che i vecchi villain e i Peter Parker che (si spera) saranno presenti, avranno un ruolo centrale. Per riuscire nella sua impresa e non implodere su se stesso il film dovrà mantenere un centro preciso. Il Doctor Octopus di Alfred Molina -qualunque forma abbia- così come gli altri nemici e gli eroi, dovranno essere dei complementi al viaggio del Peter Parker di Tom Holland. Dovranno perdere un po’ della loro strabordante personalità e mettersi al servizio del vero protagonista. In un periodo con così poche certezze sul nuovo film, questa è l’unico fatto provato: fare meno, sarà fare meglio. È il passato che ce lo dice.

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