Scorsese sempre più vicino all’Oscar?

Dopo l’uscita deludente di Flags of Our Fathers, The Departed (e soprattutto il suo regista) sembrano decisamente i favoriti per la statuetta. Ma attenzione a The Good German, Dreamgirls, The Queen e Little Children

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Se qualcuno stilasse i dieci errori peggiori dell’Academy negli ultimi trent’anni, probabilmente il nome di Martin Scorsese comparirebbe tre o quattro volte. Nell’edizione del 1977, Taxi Driver venne nominato come miglior film, ma Martin Scorsese non entrò nella cinquina dei registi (in cui fece invece la sua comparsa Lina Wertmuller, ma soprattutto vinse John Avildsen, non proprio un genio, bissando il successo del suo film, Rocky). Nel 1981, Toro scatenato perse la statuetta contro l’esordio di Robert Redford, il modestissimo (e decisamente sopravvalutato) Gente comune. Nel 1991, il miglior film di Scorsese degli ultimi vent’anni, Quei bravi ragazzi, venne sconfitto da un altro esordiente, Kevin Costner, con una pellicola furbissima (ma che non valeva un decimo di quella del suo avversario), Balla coi lupi.
Nel 1995, in una cinquina in cui il miglior film era probabilmente Babe (non sto scherzando, sicuramente era più convincente de Il postino e Braveheart, il vincitore finale), Casinò (pellicola non al livello di Quei bravi ragazzi, ma sicuramente degnissima) non venne neanche nominato.

Negli anni, i membri dell’Academy (anche perché alcuni sono cambiati) hanno capito gli errori fatti. E hanno cercato di far vincere Scorsese anche per opere come Gangs of New York e Aviator, decisamente tra i punti peggiori della sua carriera. E allora, cosa meglio di The Departed, film solidissimo, con un cast stellare, una sceneggiatura avvincente e sorprendente (soprattutto per chi – quasi tutti – non ha visto l’originale Infernal Affairs), una regia con diversi picchi (anche se forse un po’ deludente rispetto alle aspettative) e soprattutto un fantastico risultato (finora) ai botteghini?
L’Academy (e i suoi membri) tengono molto al giudizio della comunità cinematografica mondiale (ma anche a quello del semplice spettatore). E allora, qualsiasi avversario mi sembra assolutamente inadeguato a battere Scorsese (e il suo curriculum fatto di delusioni) quest’anno, cosa che, per la cronaca, sostengo da aprile scorso (e chi se importa se la statistica – mai un remake ha vinto l’Oscar come miglior film – è sfavorevole).

L’unico che sembrava in grado di farlo era Flags of Our Fathers, grazie all’accoppiata Clint Eastwood – Paul Haggis, che hanno vinto gli ultimi due Oscar come miglior film. Ma le recensioni non sono state così entusiaste e il responso al botteghino all’esordio è molto deludente (addirittura dietro a The Departed, che era alla sua terza settimana di sfruttamento).
Altri papabili? Ora quasi tutti danno per favorito Dreamgirls, ma dal trailer non riesco a capire il motivo di questo entusiasmo. Anzi, credo che sarà, nel migliore dei casi, il Memorie di una Geisha di quest’anno, con diverse nomination tecniche (e magari anche qualcuna per gli interpreti non protagonisti), ma nulla di serio per i premi più importanti.
Altro favorito, The Good German. In effetti, con un regista come Steven Soderbergh e un cast formato da George Clooney, Tobey Maguire e Cate Blanchett, potrebbe essere questo l’avversario più pericoloso. Il problema sarà vedere se il pubblico accorrerà in massa per vedere un film in bianco e nero (tutti fanno finta di non notarlo, ma è quasi impossibile che un fallimento al botteghino venga nominato). Comunque sia, è più facile che The Good German sia un rivale forte come miglior film che miglior regia (Soderbergh in questa categoria ha già vinto per Traffic, quindi è difficile ipotizzare una doppietta che lasci a mani vuote per l’ennesima volta Scorsese).

Per il resto, ci sono una serie di pellicole indipendenti che potrebbero essere nominate, ma che mi sembra impossibile considerare dei possibili vincitori per film o regia.
The Queen sta ottenendo grandi apprezzamenti, ma francamente (a parte la performance di Helen Mirren) non vedo elementi meritevoli di Oscar. Little Miss Sunshine è stata la sorpresa della stagione, ma quasi sicuramente verrà omaggiato con qualche nomination per la sceneggiatura e per gli interpreti (discorso molto simile può essere fatto per Volver, anche se una candidatura di Almodovar come regista non è certo da escludere).
Babel è un ottimo film, ma le sue storie terzomondiste non credo faranno grande presa sul pubblico americano (a dire la verità, neanche su quello italiano, ma questo per gli Oscar non conta). E comunque, la faida tra il regista Alejandro Gonzalez Inarritu e lo sceneggiatore Guillermo Arriaga (che litigano sui rispettivi meriti nel successo delle pellicole fatte insieme), non aiuta certamente la promozione del film.
Farei invece attenzione a Little Children, seconda pellicola di Todd Fields, che già all’esordio In the Bedroom aveva impressionato l’Academy. Se promosso bene, potrebbe essere un rivale interessante per tutti (anche se difficilmente potrà aspirare ai massimi premi).

Per quanto riguarda i film sull’11 settembre, nonostante sia uscito prima, mi sembra decisamente che United 93 abbia maggiori possibilità rispetto a World Trade Center, anche se credo che i due film si ostacoleranno a vicenda.

Insomma, ho l’impressione che tutto sembra già scritto. Ma, di solito, quando è così, arriva l’outsider dell’ultimo minuto che scombina tutti i pronostici…

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