Scopriamo chi è Howard Ashman: l'uomo che tutti conoscono, ma di cui pochi hanno sentito il nome

Chi era Howard Ashman? Il protagonista del documentario Disney+ Howard è una delle figure più influenti del rinascimento Disney, ma in pochi lo conoscono

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In occasione dell’arrivo su Disney+ del documentario Howard: la vita, le parole ripercorriamo la figura di Howard Ashman e la sua importanza nella produzione della Casa di Topolino. 

Il cinema è l’arte del vedere, ma è fatta dagli invisibili.

Un film non è un oggetto chiuso nell’idea che lo ha generato, ma è frutto di tante piccole decisioni diverse prese da molte persone diverse. E il contributo di molti di questi lavoratori è nascosto dentro le immagini. Unico simbolo tangibile: un semplice nome nei crediti.

Howard Ashman era uno di quegli invisibili.

Musicista instancabile, ha iniziato la sua carriera nel teatro, producendo opere dissacranti e coraggiose come una versione musical de La Tempesta e la trasposizione teatrale de La piccola bottega degli orrori, con colui che diventerà il suo sodale: Alan Menken.

Siamo negli anni ’80, la crisi nella Disney Animation stava entrando nel pieno: dopo l’insuccesso di Taron e la pentola magica nel 1985 la divisione dello studio venne spostata da Burbank a Glendale, in uffici secondari e malmessi. Un brutto colpo, ma inevitabile. In quel periodo l’animazione sembrava incapace di ritornare sulle vette impostate dal fondatore Walt Disney.

Ashman, dopo il successo della Piccola bottega degli orrori stava vivendo periodi di alterne fortune e progressivamente stava abbandonando il teatro. L’incontro con la Disney fu una piccola scossa di terremoto per entrambe le parti. Per Ashman, deduciamo, deve essere stato il primo contatto con un mondo molto distante, seppur da lui apprezzato, rispetto alla sua produzione satirica. Per quanto riguarda la divisione dell’animazione Disney, le conseguenze si fecero sentire dopo qualche anno. E furono brillanti. Inizialmente assunto per curare Oliver e Company, egli fece emergere il suo talento durante la lavorazione del film successivo: La Sirenetta. Da quel punto in poi non si tornò più indietro.

Howard Ashman

Howard era stato assunto, insieme a Menken, come paroliere e musicista del film. Lo stato dell’arte della musica nei film per ragazzi era dettata dai fratelli Robert e Richard Sherman che avevano lavorato negli anni ’60 e ’70 a successi come Mary Poppins, Il libro della giungla e Gli Aristogatti. Il loro stile favoriva i testi semplici, memorizzabili e frizzanti. Ashman invece portava con sé uno stile ribelle, compatibile con il teatro Off Broadway. Con lui la musica e le immagini continuavano ad essere in perfetta armonia tra ritmo sonoro e visivo; ma i testi delle canzoni venivano messi al centro di tutto.

Guardando i musical teatrali prese in prestito lo stile e l'energia. E infine creò un nuovo momento musicale, poi entrato appieno nello stile Disney: l’”io voglio”. 

Il momento “I want”, appunto, è ad oggi una pratica ben definita nei racconti per ragazzi, ma non viene propriamente dal cinema. Si tratta di un momento, spesso cantato nei musical, in cui il protagonista prende coscienza dei suoi desideri e rende partecipe il pubblico esprimendo i suoi pensieri. In quel momento ci sentiamo chiamati a stare dalla parte dell’eroe o della principessa. L’intreccio si dispiega in quel punto, proprio nella canzone. Così il brano Parte del tuo mondo, de La Sirenetta, fa progredire il personaggio di Ariel, e noi con lei.

Omosessuale in un’America intollerante, Ashman mise nei suoi testi tanto della sua vita. Poco dopo avere vinto l’Oscar per la miglior canzone (In fondo al mar), confessò al suo collaboratore e stretto amico Alan Menken di avere contratto l’AIDS. La malattia portava con sé ancora uno stigma che Hollywood non era pronta a processare ed eliminare. Quando, dopo la sua morte prematura nel 1991, vinse la statuetta per la miglior canzone originale grazie a La bella e la bestia, il suo compagno ritirò il premio.

Durante il discorso disse: “è il primo Academy Award dato a una persona che abbiamo perso per via dell’AIDS. Lavorando a La bella e la bestia Howard ha affrontato grandi sfide personali e ha sempre dato il meglio e ciò che l’ha reso possibile è stata un’atmosfera di comprensione, amore e supporto, qualcosa di cui chiunque stia affrontando l’AIDS non solo ha bisogno, ma che si merita”. Le sue parole, oltre a risuonare forti nell’industria del cinema di allora, hanno aperto a molti studi in retrospettiva dei suoi testi. 

Ecco qualche esempio.

Sirenetta Howard Ashman

All’interno de La Sirenetta il tema del silenzio, che già rappresentava nella fiaba di Anderson il dolore dell’autore rispetto all’impossibilità di parlare apertamente della sua omosessualità, viene accolto e fatto proprio da Ashman. Ursula, la strega del mare, era ispirata alla drag queen Divine, che Howard stimava. Le sue parole nella canzone fanno trasparire la tipica crudeltà dei villain Disney, ma anche una profonda umanità e comprensione della solitudine. Nei testi de La bella e la bestia in molti hanno letto la fatica, ma anche la determinazione, di accettare e domare la “bestia” della sua malattia. Come è ovvio, non avendo evidenze inconfutabili, questo strato di significato resta discusso e tutt’ora indagato. 

L’ultimo lavoro del musicista, instancabile anche in punto di morte fu la trasposizione di un racconto ambientato nella magia esotica del deserto: Aladdin.
Non fece in tempo a vedere il film finito né a completare tutte le canzoni. Tim Rice gli succedette, ma rimasero tre suoi pezzi all’interno del film: Principe Alì, Le notti d’oriente e Amico come me.

Howard Ashman fu un artista invisibile, le cui intuizioni contribuirono a lanciare quel rinascimento Disney che durò per oltre un decennio. La sua voce toccò quella dei personaggi e gli permise di trovare quella tridimensionalità che l’arte del disegno animato stava perdendo. Fu, come recita il cartello alla fine de La bella e la bestia, un artista in grado di dare a una Sirena la sua voce e a una bestia la sua anima.  

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