Sciopero degli sceneggiatori: cosa accade adesso, chi chiude per primo e quanto potrà durare
Che cosa accadrà adesso che è partito lo sciopero degli sceneggiatori americani, quanto ci vorrà prima di sentirne gli effetti e quanto durerà
Qualche mese fa nessuno avrebbe scommesso sulla possibilità che a maggio sarebbe iniziato uno sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, eppure ci siamo: la serrata è iniziata ufficialmente a mezzanotte (ora di Los Angeles). Ed è venuto il momento di spiegare ora cosa succederà.
Chi subirà per primo l'impatto dello sciopero
A partire da domani gli effetti si inizieranno a sentire, questo perché i membri della WGA, cioè l’associazione degli sceneggiatori, sono autorizzati a lavorare fino alla mezzanotte di ieri. Quindi i Late Show di oggi e i Daily Show di oggi possono avere materiale se l’hanno creato ieri. Ma non anche per dopodomani. Saranno i primi a interrompere la produzione e partire con le repliche. Poi toccherà alle trasmissioni settimanali come Il Saturday Night Live (a cui mancano tre puntate per chiudere la stagione e invece chiuderà prima). Andando avanti toccherà alla stagione delle nuove serie tv che vanno in onda sulle tv lineari tra settembre e ottobre e che viene preparata tra maggio e giugno. E non verrà preparata, cosa che avrà un profondo impatto anche sugli upfront di questo mese (dove gli studios prevendono gli spazi pubblicitari dei loro programmi tv agli inserzionisti) mandando in fumo un mucchio di soldi.
I grandi studios e le piattaforme hanno in magazzino tantissime sceneggiature fatte e finite, è ancora il residuo del lavoro fatto durante la pandemia. Quando non si poteva girare ma si poteva scrivere. Quindi a differenza di altri scioperi degli sceneggiatori del passato gli studios hanno materiale, non c’è bisogno di correre per forza ai rimedi aumentando la produzione unscripted (come gli show o i reality) perché i copioni ci sono. Certo quello che gli mancherà, una volta sul set, è la figura dello sceneggiatore autorizzato ad apportare modifiche alla sceneggiatura se qualcosa viene cambiato in fase di riprese (e capita spesso), ma possono girare. Certo, i risultati potrebbero essere quelli di Quantum of Solace, che venne girato in pieno sciopero con Daniel Craig che apportava modifiche ai suoi stessi copioni in mancanza di sceneggiatori...
Come siamo arrivati ad uno sciopero degli sceneggiatori
Avevamo scritto già nelle settimane passate per spiegare qual è il punto di questo sciopero e cosa stia accadendo. Già allora era chiaro che si sarebbe arrivati allo sciopero, perché la AMPTP, cioè la società che rappresenta studios e piattaforme, non ha intenzione di venire interamente incontro alle richieste della WGA. Per dire, la WGA ha chiesto residuals (cioè quella forma di diritti d’autore che arrivano a uno sceneggiatore quando un suo copione va in replica) del 6% il primo anno e del 5% il secondo e 5% il terzo, mentre gli studios propongono 4% e poi 3% e 2%. In molti si concentrano su questo ma è anche vero che ciò che gli sceneggiatori combattono davvero è altro, è il costante tentativo da parte degli studios di trasformare la professione dello sceneggiatore in una da freelance, in puro precariato. E per farlo cercheranno in ogni modo di assicurarsi delle conquiste che reggano ai prossimi cambiamenti nell’industria. Non a caso un punto importante della contrattazione è anche l’uso dell’intelligenza artificiale nello scrivere le sceneggiature, in modo che se un’idea di uno sceneggiatore è usata come base per un lavoro generato con l’IA, gli sia riconosciuta una percentuale.
Come già spiegato il problema grosso però riguarda la produzione televisiva. È lì che gli sceneggiatori sono stati affamati e ridotti a non potersi sostentare anche quando le serie cui lavorano sono dei successi. Matthew Belloni nell’ultima puntata del suo podcast The Town ha raccontato che uno degli sceneggiatori di The Bear ha confessato di avere il conto in banca in negativo. E la serie è un grandissimo successo. Il problema lì che è la WGA vuole che sostanzialmente gli sceneggiatori siano proprio assunti e quindi stipendiati per tutto il periodo in cui scrivono una serie e che le writer’s room rimangano quelle che erano prima e non siano ridotte nella composizione come avviene adesso, solo che questo si scontra con il fatto che le piattaforme non organizzano il lavoro come facevano i grandi studios una volta, che producevano un pilota, e poi decidevano se fare la serie, ma danno il via libera all’inizio della produzione di una serie solo quando tutte le sceneggiature di tutte le puntate sono pronte. Quindi se dovessero assumere proprio gli sceneggiatori questo non sarebbe per poco tempo ma per tantissimo.
https://twitter.com/ChadFiveash/status/1653283856655740928Cosa vogliono i produttori
Si è parlato e si continua a parlare molto di cosa vogliano gli sceneggiatori e delle condizioni economiche terribili in cui si trovano a lavorare, meno si parla di cosa vogliano gli studios e perché non cedano a retribuzioni che sono simili a quelle che erano in vigore una decina d’anni fa (in un sistema economico che funzionava). I problemi sono due. Il primo è che molti dei legacy studios (cioè gli studi tradizionali come Disney, Universal, Warner…) sono in grandissima crisi, hanno debiti importanti contratti per via dello sforzo economico che è gli è costato mettere in piedi le loro piattaforme e per il mancato guadagno durante la pandemia. Molti di questi licenziano a rotta di collo. Disney ha previsto altri 7.000 licenziamenti. Warner ha annullato film già prodotti come Batgirl, è stata comprata da Discovery, ha licenziato e continua a licenziare.
Il secondo problema sono le piattaforme e il fatto che non si muovono come gli studios, quindi quello che era valido una volta, con loro non funziona. Si veda ad esempio il fatto che il concetto di “replica”, su cui si basava il precedente sistema di diritto d’autore, non esiste più su una piattaforma, o il fatto che non divulgano dati sulla fruizione e quindi non si possono calcolare diritti d’autore in base al successo di una serie. Ad oggi, uno sceneggiatore di Mercoledì prende in residuals come uno di una serie che nessuno ha visto.
Quanto durerà lo sciopero degli sceneggiatori
Come già detto il catalogo di sceneggiature pronte per essere girate è più ampio di quanto non lo fosse durante altri scioperi, inoltre bisogna sempre ricordare che uno sciopero che duri almeno qualche settimana è conveniente per gli studios, perché gli consente di liberarsi di molte produzioni a cui sono legati da contratti ma che non gli convengono più perché di scarso successo. Con la scusa dello sciopero possono impugnare una clausola che si chiama Force Majeur che li autorizza a chiudere unilateralmente l’impegno in caso di calamità naturali o scioperi.
Dunque sicuramente lo sciopero andrà avanti qualche settimana, almeno fino a che gli studios non avranno messo a posto i conti e tagliato tutto quello che vogliono tagliare (tanto che molti prevedono che i loro titoli in borsa saliranno). Dopo le prime settimane è molto difficile capire cosa accadrà. Sembra che questa volta i produttori siano pronti ad andare avanti a lungo, non solo per le sceneggiature accumulate (e proprio i film pronti già accumulati) ma anche perché, lo avevamo spiegato in passato, specialmente per le piattaforme la produzione non americana è forte. E Netflix sembra intenzionata a non muovere un passo proprio per questo.
Di certo al momento, al prossimo festival di Cannes, Screendaily riporta che gli indipendenti americani continueranno a pre-vendere e assemblare nuovi film, cioè continueranno a fare affari come sempre, come se non ci fosse nessuno sciopero. E questo anche se chi non termina le riprese entro il 30 giugno non potrà avere nessun tipo di assicurazione. Quello che sembra è che tutti si metteranno al lavoro per le uscite del 2025. Dall’altra parte gli sceneggiatori sono più affamati del solito e non è chiaro quanto potranno resistere senza lavoro. Condannarsi ad altri tre anni di guadagni miseri (tre anni è il lasso di tempo prima di una nuova rinegoziazione) è però peggio.
E i crumiri?
La WGA non ha nessun potere sugli sceneggiatori che non sono membri del sindacato e quindi possono lavorare. L’unica loro arma è impedirgli a vita di diventare membri della WGA.
Registi e attori che faranno?
Il contratto nazionale di registi e attori con gli studios scade il 30 giugno, quindi le loro negoziazioni iniziano ora. Non hanno gli stessi problemi degli sceneggiatori e non stanno alla canna del gas come loro, ma la questione dei residuals ha un impatto su di loro e soprattutto sanno che se gli sceneggiatori vanno in sciopero e loro si uniscono è molto probabile ottenere quello che vogliono. Uno sciopero di registi e attori di fatto fermerebbe tutta Hollywood. Gli studios dovrebbero girare tutto al di fuori degli Stati Uniti con attori non americani.
Durante lo sciopero del 2007-2008 vedemmo molti sceneggiatori impegnarsi nelle nascenti produzioni per la rete. Era un messaggio agli studios “Possiamo fare a meno di voi se vogliamo”. Oggi la situazione è diversa: YouTube, Instagram, TikTok sono la principale concorrenza del cinema e della televisione nella conquista dell’attenzione degli spettatori, è difficile immaginare che gli sceneggiatori vogliano migliorare il livello medio di quei prodotti. Di sicuro però una crisi o un blocco delle produzioni per cinema e tv andrà a vantaggio di queste altre forme di intrattenimento.