Cinque scene in cui Jack Nicholson non fa Jack Nicholson

Per i suoi 80 anni cerchiamo di trovare la parte più intima e meno evidente di Jack Nicholson, le scene meno clamorose ma in cui si vede la sua arte

Critico e giornalista cinematografico


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Qualunque altro attore provasse a recitare come Jack Nicholson sarebbe un disastro. Quel suo modo di andare costantemente sopra le righe ed eccedere nella performance è esattamente quel che porta alla rovina gli altri attori. È quello per dire che rende ridicolo Nicolas Cage nelle sue prestazioni peggiori.

Invece Jack Nicholson è proprio lì che trionfa, nel territorio del paradossale, nella messa in scena del diavolo interno all’essere umano, nell’espressionismo più spinto. Ed è così incredibile l’energia che quello stile sprigiona da contaminare interi film. Shining, Le Streghe Di Eastwick, The Departed, Batman, Qualcosa È Cambiato, sono tutti esempi di film attraversati dalla tensione della sua interpretazione, film che percepiamo come elettrici ma il motivo è solo che lui conferisce quella scossa. Film, in una parola, che la sua presenza è in grado di cambiare.

Eppure esiste anche un altro Jack Nicholson, specialmente all’inizio della carriera quando lo stile non era diventata maniera, uno molto più controllato ma non meno impressionante.
Contrariamente a molti altri grandi attori Nicholson non è esploso subito, ci ha messo anzi tantissimo ad imporsi, è stato almeno 8 anni appresso a produzioni minori, in ruoli piccoli, ha patito per 8 anni le vessazioni di Hollywood tentando di fare il botto. Quando però è salito alla ribalta per la prima volta se ne sono accorti tutti di quanto valesse, anche se non sfruttava da subito quella che sarebbe diventata la sua caratteristica più evidente: il ghigno, la risata improvvisa sparata come un colpo di fucile, la fronte che si aggrotta per comunicare rabbia e quei movimenti che lo rendono simile ad un cane che abbaia (i migliori registi sanno che Nicholson quando è possibile, va ripreso dalla testa ai piedi perché è tutto oro).

Per i suoi 80 anni abbiamo riunito alcune dei momenti meno celebrati della sua arte. Non il Joker, né il Jack Torrance con l’accetta, non abbiamo messo i monologhi più noti in cui fa sfoggio di se stesso ma 5 scene in cui Jack Nicholson non fa Jack Nicholson, eppure è grandissimo.

Raccontare una barzelletta

Verso l’inizio di Chinatown c’è una scena tipica del cinema americano, qualcuno sta dicendo qualcosa che non dovrebbe e non sa (come invece il pubblico) che dietro di sé c’è una persona che non dovrebbe ascoltarla. In questo caso è una barzelletta sconcia. La scena è abbastanza consueta ma la cosa forte è come Jack Nicholson fa qualcosa di così trito come raccontare una barzelletta e come la racconta bene! Alla fine della barzelletta c’è anche la sua risata-firma, quella che scoppia improvvisa è potentissima.

Piangere

Altro grandissimo clichè del cinema: piangere. Come si piange per finta? Come si dà senso al pianto? E come si evita di cadere nell’errore di fare del pianto il culmine emotivo della scena (troppo facile) ma anzi lo si sfrutta per andare a parare altrove? Questa scena di Cinque Pezzi Facili è un manuale di come vada usato il pianto, con grande moderazione e onestà, non necessariamente imitando quel che accade nella vita vera ma facendo uno strano ibrido tra il vero e il fasullo. Questo è il motivo per cui Jack Nicholson, anche quando non faceva Jack Nicholson, era già impressionante.

Muoversi nella scena

Qui siamo borderline con il Nicholson classico, è una scena di grande elettricità e movimento, di urla e faccette. Però c’è una cosa che va riconosciuta al vecchio Jack, cioè come riesca a muoversi nel set. Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo è un film in cui è coadiuvato da un cast di grandissimi attori (Christopher Lloyd, Danny De Vito, Vincent Schiavelli, Louise Fletcher…) qui però c’è davvero solo lui, intento a convincere i matti a votare, che si sposta di persona in persona, ogni volta con un approccio diverso senza perdere la carica e dando rapidità ad ogni interazione. Puro teatro portato al cinema.
Avere un attore così, capace di risolvere da solo una scena così lunga è un miracolo per qualunque regista.

Recitare una persona che recita

Ancora Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo. Cinque minuti possono essere tantissimo in un film. Qui per 5 minuti R.P. McMurphy criminale sano di mente che vuole essere internato per non finire nella vera galera, deve convincere il direttore del manicomio di non stare fingendo. Nicholson interpreta un personaggio che non è un attore ma deve interpretare un ruolo, qualcuno che finge. E deve farlo per 5 minuti. Gli scambi sono fantastici e c’è un crescendo bellissimo, alla fine arriva sembrare pazzo senza fare nulla di strano, in più la maniera sottile in cui Nicholson cerca di far capire al pubblico quando e dove il suo personaggio stia fingendo per convincere il direttore è pazzesco.

https://www.youtube.com/watch?v=dIzw6KKZLgA

Aggiungere significato alle battute

In Voglia di Tenerezza Jack Nicholson anima ogni scena in cui è presente e quando non c’è si desidera che il film torni ad occuparsi del suo astronauta donnaiolo. È un personaggio pienamente Nicholson: esagerato, assetato di vita, di donne, di mangiare e bere, un figlio di puttana senza appello ma dalla simpatia contagiosa. Nel momento più onesto e sincero del film però riesce in un dialogo con Shirley MacLaine a portare a casa un numero da circo. La sceneggiatura fa dire al suo personaggio che non potrà stare con lei, che lui si sente costretto e non riesce ad impegnarsi davvero in una relazione simile, specie essendo vicini di casa. Quando però queste battute passano attraverso Jack Nicholson tutto si complica e lavorando con grande misura sul ritmo e sulla maniera in cui sembra che il discorso sia stato provato e riprovato Nicholson aggiunge uno strato di significato in più, l’impressione che in realtà non sia onesto e stia dicendo quel che dice per troncare e basta, come l’avrà magari detto mille altre volte. In breve le parole che pronuncia dicono qualcosa ma lui con la recitazione ne piega il senso per sottointendere altro.

Chiudiamo con un bonus, un momento di pura coolness Nicholson, quelli in cui l’attore per pochi secondi si sovrappone al personaggio ed esce fuori la faccia da schiaffi amabile di Jack. Che poi è il segreto del suo successo: sappiamo che sta fingendo ma è così attraente che ci va bene pensare che sia sincero.

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