Scandalo ai Golden Globes
Un ex responsabile della comunicazione dei prestigiosi premi denuncia dei comportamenti discutibili da parte dell'organizzazione e in particolare del suo responsabile, Philip Berk, che ovviamente contesta le accuse...
Fonte: The Wrap
D'altronde, anche quest'anno alcune scelte hanno fatto alzare più di un sopracciglio. In particolare, la candidatura di Burlesque come miglior musical, film che non ha ottenuto altri riconoscimenti dopo un forte insuccesso di critica e di pubblico. C'è chi sostiene che la nomination sia dovuta anche all'invito a vedere un concerto a Las Vegas della star Cher per i membri dei Golden Globes, ovviamente spesati da parte della Sony, casa di produzione del film.
Inoltre, nella causa legale, si parla di "corruzione generale e condotta fraudolenta da parte dell'intera organizzazione, che risulta corruttibile da parte degli studios e dei network che vogliono conquistare delle candidature, accetta denaro per sostenere delle persone e vende accrediti stampa per la cerimonia e il red carpet".
In particolare, Berk avrebbe cercato di ottenere percentuali dagli sponsor per sé, come avvenuto con la Chrysler in occasione di una campagna di beneficenza. Inoltre, gli autori della denuncia (oltre a Russell, Steve Locascio) sostengono di essere stati diffamati da Berck e da un'altra esponente dell'associazione, Frances Schoeberger, che avrebbero sparso in giro false voci di condotta inopportuna da parte dei due.
Ovviamente, i diretti interessati negano ogni responsabilità e sostengono che tutto sia frutto della delusione dei querelanti per non aver visto rinnovato il loro contratto. D'altra parte, si sostiene che anche Russell non sia esattamente senza macchia e abbia avuto un conflitto di interessi, considerando che sia i Golden Globes che Stars for a Cause (l'associazione di beneficenza che è stata protagonista dell'iniziativa con la Chrysler ora messa in discussione) erano suoi clienti. Come finirà? Magari con un accordo fuori dalle aule dei tribunali e con l'ennesimo scandalo associato a quello che viene considerato (più per motivi mediatici che effettivi) il secondo premio cinematografico dopo gli Oscar.
Intanto, i bookmaker come sempre forniscono le quote dei favoriti alla cerimonia. Come prevedibile, secondo gli scommettitori a vincere dovrebbero essere come migliori film The Social Network (ma io farei comunque attenzione a Il discorso del re, che potrebbe avere un appeal internazionale forte) e I ragazzi stanno bene, mentre tra gli attori protagonisti vengono visti in pole position Colin Firth, Natalie Portman, Annette Bening e Johnny Depp (per Alice in Wonderland, contenti loro). Invece, tra i non protagonisti dovrebbero prevalere Melissa Leo e Christian Bale, entrambi per The Fighter (ma avranno fatto tutta la promozione che tanto piace all'associazione della stampa estera? Chissà...). David Fincher non dovrebbe avere problemi a essere considerato il miglior regista, mentre Toy Story 3 dovrebbe conquistare facilmente il premio per il miglior cartone. Infine, Biutiful dovrebbe avere la meglio sul nostro Io sono l'amore. Certo, dopo tutte le accuse segnalate sopra, fa un certo effetto parlare di scommesse. E sarà interessante vedere quali quotidiani italiani parleranno della vicenda. E quali invece la trascureranno...