Say My Name – La parabola ascendente di AMC (seconda parte)
Online la seconda parte del nostro speciale che racconta la storia del network American Movie Classics, noto a tutti come AMC
Dopo il flop del bello e sfortunato Rubicon, cancellato dopo una sola stagione, e della miniserie-remake The Prisoner con James Caviezel e Ian McKellen, il vero grande successo arriva nel 2009 con The Walking Dead. Sin dalla prima puntata la serie raccoglie un ragguardevole numero di spettatori, registrando un impressionante rating nella fascia 18-49 per una scripted series in onda su un canale via cavo. Da lì in poi sarà sempre e solo in esponenziale crescita, fino a diventare lo show più seguito negli Stati Uniti d’America, in grado di stracciare persino la competizione quella dei grandi e potenti broadcasting network. Nonostante i vari tumulti creativi e gestionali (l’uscita di scena di ben due showrunner, per esempio) e giudizi contrastanti della critica, The Walking Dead non subisce battute d’arresto, andando probabilmente a colmare il vuoto della televisione evento post-Lost.
Durante questa lunga pausa però qualcosa è accaduto. Nella primavera 2013 il canale gemello della AMC dedicato principalmente al cinema indipendente e ai documentari, Sundance Channel, propone le sue prime produzioni originali. E che produzioni! Ad aprire la strada c’è Top of the Lake, suggestiva miniserie creata, scritta e diretta da Jane Campion, che attira subito l’attenzione della critica sulla giovane emittente. A distanza di poche settimane segue la prima serie ufficiale, ovvero Rectify: inizialmente pensata proprio per AMC, è premiata da un plebiscito di giudizi positivi.
Dal 2013 il nuovo slogan della AMC è "Something More". Ed è quello che vorrebbe il suo pubblico, forse abituato fin troppo bene.
Capolavori da recuperare: Breaking Bad
Cult di sempre: The Killing, Rubicon
In onda da tenere d’occhio: Mad Men, The Walking Dead
Postilla Sundance Channel: Rectify, Top of the Lake