Samurai Shodown, di ritmo, intensità e violenza - 500 lire
Un sistema di combattimento particolare a innovativo per l'epoca, un'atmosfera intensa e un certo gusto per la violenza: alla riscoperta di Samurai Shodown
Samurai Shodown è un picchiaduro estremamente tecnico, ma secondo una concezione del tutto antitetica a quella comune. La bravura non sta nell'inanellare combo quante più lunghe possibile attraverso complesse sequenze di comandi, ma nel colpire nel momento giusto con l'attacco adatto, sfruttando al massimo le peculiarità di un sistema di combattimento estremamente basilare e per questo estremamente affascinante. È questa una caratteristica che nonostante connoti profondamente ogni capitolo della serie ha subìto nel corso delle sue varie iterazioni modifiche più o meno impattanti, con il terzo e il quarto capitolo che hanno visto aumentare la velocità e l'intensità dell'azione, salvo poi tornare parzialmente alle origini con il quinto e il sesto; è quindi nei primi due episodi che se ne trova la più genuina e stuzzicante applicazione, figlia di una novità non da poco nel genere di riferimento, ovvero l'introduzione delle armi bianche.
In Samurai Shodown e nel suo seguito Samurai Shodown II, considerato l'apice ludico della serie, lo schema di controllo consta di soli quattro pulsanti: uno per gli affondi deboli, rapidissimi, uno per quelli medi, uno per il calcio debole e uno per quello medio. La pressione contemporanea dei tasti delegati agli affondi produce un affondo forte, capace di ridurre in maniera sensibile la barra della vita dell'avversario, quella dei due calci un colpo in grado di aprirne la difesa. C'è davvero poco altro, se non un barra della potenza che si riempie mano a mano che si colpisce o si viene colpiti e che al riempimento garantisce attacchi più potenti.
[caption id="attachment_197235" align="aligncenter" width="1000"] Alla voce "fontane di sangue"[/caption]
Personaggi come Haohmaru, Nakoruru, Galford e Hanzo appartengono all'iconografia del genere tutto, partoriti da una direzione artistica che contamina l'immaginario classico orientale attraverso influenze di vario tipo; il suo pieno compimento, raggiunto attraverso toni più oscuri, arriverà solo col terzo capitolo, ma comunque Samurai Shodown è bello da vedere e da ascoltare, grazie ad una colonna sonora che fa ampiamente ricorso a strumenti tradizionali giapponesi. Tutto contribuisce a farne un'esperienza intensa, violenta, dai ritmi unici e soprattutto ancora fresca e innovativa.