Sacha Baron Cohen sul sequel di Borat e su come si è infiltrato nel comizio di Mike Pence
Sacha Baron Cohen parla, in una rara intervista fuori dal personaggio, del sequel di Borat e delle sue preoccupazioni per l'America
Sacha Baron Cohen è come uno struccante.
Mostra l’ipocrisia attraverso la risata (sempre a denti stretti), corrode e toglie quella maschera di presentabilità che ognuno si indossa per essere accettato e integrato nei meccanismi della società. I suoi personaggi mettono a nudo le celebrità i politici, e l’uomo comune, mostrando che in fondo, sotto il nostro personaggio, siamo tutti mostri che vivono in un mondo di mostri.
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In occasione del lancio di Borat - Seguito di film cinema, sequel del celebre Borat e già disponibile su Amazon Prime Video, l’attore si è aperto ad una lunga intervista per il New York Times, fuori dal personaggio ed estremamente seria.
Cohen si è detto infatti seriamente preoccupato per la direzione presa dal’America, nettamente differente rispetto a come era 15 anni fa al tempo del primo Borat. Si è espresso così nell'intervista:
Nel 2005, per fare rivelare alle persone i loro più profondi pregiudizi serviva un personaggio come Borat che era misogino, razzista, anti semita. Ora quei pregiudizi interiori sono palesi. I razzisti sono orgogliosi di esserlo. Quando il presidente è un aperto razzista e fascista permette al resto della società di cambiare i termini della conversazione. Il mio obiettivo non era di rendere palese il razzismo e l’antisemitismo, ma involontariamente abbiamo rivelato il lato pericoloso dell’autoritarismo.
Per il nuovo capitolo delle avventure di Borat, Sacha Baron Cohen si è trovato più volte in situazioni al limite. Ad esempio si è trasferito da due cospirazionisti durante la quarantena per mostrare che, nonostante le loro idee, sono brave persone a cui è stata riempita la testa di bugie. Che sono completamente diversi rispetto ai politici che condividono notizie false per il preciso scopo di creare paura con cui sostenere la propria propaganda. Durante le riprese è stato però costretto a fermarsi durante il lockdown con loro per cinque giorni.
La cosa più difficile che ho fatto è stata restare nel personaggio per cinque giorni in una casa in lockdown. Mi svegliavo, facevo colazione, pranzo, cena, e andavo a dormire come Borat mentre vivevo in casa con i cospirazionisti. Non potevo permettermi di uscire dalla parte nemmeno un momento.
Ma non è stata l’unica prova ad alto rischio per l’attore. In Borat - Seguito di film cinema, vedremo l’attore entrare di nascosto al comizio di Mike Pence vestito come il Presidente Trump. Sulle sue spalle un’attrice che impersona la figlia di Borat data in pegno come un regalo dal Kazakhstan al vice premier. Per fare questo ha dovuto passare i controlli della sicurezza e si è rifugiato per cinque ore nelle toilette in attesa del suo momento.
Chiaramente il pitch del nuovo episodio di Borat ha destato non pochi grattacapi ai provider streaming dal momento che il contenuto politico, soprattutto a ridosso delle elezioni, poteva provocare un grave danno di immagine e generare una grande controversia ai distributori. Dubbi ben riposti, date le recenti polemiche sulla controversa scena che ha come protagonista Rudy Giuliani.
Come sempre il suo obiettivo non è rivolto ad una sola categoria ma è decisamente bipartisan. Sono prese di mira anche le frange di estrema sinistra e del mondo progressista che, secondo Sacha Baron Cohen: “sono incapaci di rispondere a una semplice domanda perché si impongono così tante limitazioni prima di una frase per non offendere nessuno”.
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