Rust: secondo la figlia di Martin Scorsese "il sistema di produzioni dei film è rotto e va cambiato"
Cathy Scorsese lavora come attrezzista da 25 anni. Non ha dubbi: dopo i fatti di Rust occorrono nuovi protocolli per l'uso di armi sui set
A intervenire nel dibattito è stata anche Cathy Scorsese, figlia di Martin Scorsese, che lavora da 30 anni come attrezzista, ed è quindi responsabile degli oggetti di scena. Ha definito come “rotto” il meccanismo di produzione dei film. Si è detta incredula di come siano state possibili così tante violazioni dei protocolli sulle armi di scena che hanno portato alla sparatoria.
Perché in America pensiamo che si debba fare un film in sei settimane quando ne richiede 10 o 12? Per risparmiare denaro, perché qualche direttore in un ufficio ha deciso quanto dovrebbe costare? Questo non è il prezzo vero. Il vero prezzo è pagato alle spese della salute delle persone legate alla produzione. I burocrati dei piani alti non lo capiscono. Secondo me, una volta che gli executive hanno preso Hollywood l'hanno buttata nel cesso.
Uno dei punti controversi dell'indagine sulla sparatoria sul set di Rust è la possibile presenza di lavoratori non iscritti al sindacato e quindi presumibilmente privi della necessaria preparazione richiesta. O comunque senza le corrette attestazioni di competenza.
Chiunque, indipendentemente dal dipartimento, è sovraccarico di lavoro. Lavoriamo con orari da pazzi per settimane e a volte per interi mesi, ed è infernale sui nostri corpi, la nostra mente, le nostre relazioni e le nostre vite.
Quella avvenuta durante la lavorazione di Rust è una tragedia così scioccante e impensabile che è rimbalzata agli onori della cronaca. Quotidianamente però, sottolinea, ci sono persone che perdono la vita per ragioni legate al proprio lavoro.
Ho perso un amico, un attrezzista di 39 anni, padre di due piccoli bambini, che si è addormentato al volante dopo aver lavorato troppe ore ed è finito per schiantarsi. Io stessa mi sono addormentata al volante dopo un turno toppo lungo, ma per fortuna non è finito in un incidente. Quando stavo entrando nei ranghi dell’industria, le persone mi dicevano sempre, ‘se non ti va bene, c’è qualcun altro dietro di te che prenderà il tuo lavoro’ e questa è la filosofia in cui viviamo.
Chiude il suo intervento raccontando quello che attualmente sta accedendo all'industria dopo i fatti di Rust. C’è stata qualche dichiarazione di impegno, come quella di Dwayne Johnson che si è impegnato a non permettere l’utilizzo di armi vere sui set dei film prodotti dalla sua compagnia. Poco però è cambiato in materia normativa. Da professionista dice di continuare a fare ciò per cui è stata addestrata, a meno che qualcuno non stabilisca nuove regole. Dal momento che “una sola morte è comunque una di troppo”, chiede che vengano ripensati i protocolli da adottare aggiornandoli al presente.
Fonte: businessinsider