Rossosperanza e altre storie di gioventù bruciata
In occasione dell’uscita al cinema di Rossosperanza, eccovi dieci (più uno) film su adolescenti ribelli e genitori che non li capiscono
Rossosperanza uscirà nelle sale italiane giovedì 24 agosto grazie a Fandango
A donne con gli amici
Cominciamo con uno dei titoli italiani peggiori della storia dei pessimi adattamenti di titoli stranieri. Foxes, il primo lungometraggio di uno dei maestri del thriller erotico anni Novanta, è la storia di quattro ragazze che vivono alla periferia di Los Angeles e passano le loro giornate a crogiolarsi nella noia esistenziale della fine degli anni Settanta, in una sorta di aggiornamento al femminile di un altro grande classico che citeremo più sotto.
American Graffiti
Roger Ebert disse che “non è solo un gran film ma anche un lavoro geniale di fiction storica; nessun trattato sociologico riuscirà mai a battere il film nel farci ricordare com’era essere vivo in quel preciso momento culturale”. Manuale di adolescenza, primo blockbuster estivo della storia, ne abbiamo parlato qui.
Breakfast Club
Del classico di John Hughes, che si è dovuto giocare il posto fino all’ultimo con l’altrettanto importante Sixteen Candles, colpisce soprattutto come sia invecchiato solo esteticamente (e inevitabilmente) e come, per il resto, rimanga un ritratto impareggiabile non tanto dei tormenti dell’adolescenza in generale, quanto nello specifico della difficoltà di comunicazione e comprensione tra genitori e figli, vista per una volta solo dalla parte di questi ultimi.
Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
Il film (e il libro prima di esso) sono passati alla storia per il loro ritratto brutale e documentaristico della vita di una giovane tossicodipendente tedesca nella Berlino degli anni Ottanta, un posto nel quale ti poteva capitare di trovare per strada dell’eroina tanto quanto David Bowie. Forse della lista è quello invecchiato peggio per la specificità del suo argomento (più che di adolescenza parla di droga), ma resta un bel pugno nello stomaco per tutte le età.
+1: Deathgasm
Fateci divertire un po’. Molti classici racconti di formazione sono anche un modo per raccontare la sottocultura dei suoi protagonisti: ci sono film sui mod e sui biker e sui paninari e su quello che volete, ma ci sono pochissimi film che parlano di quanto essere un metallaro durante l’adolescenza sia al contempo esaltante e profondamente imbarazzante. Certo, Deathgasm ne parla a suon di demoni e decapitazioni, ma lo fa per coerenza con il tema trattato.
Giovani guerrieri
Il film di Jonathan Kaplan racconta una classica storia di adolescenti annoiati nella suburbia residenziale di un bel posto in mezzo al nulla, ma ha anche un valore più universale, di monito: è infatti ispirato alla vera storia di una città di fondazione che venne progettata senza tenere conto dell’età media dei futuri abitanti, con una conseguente ondata di crimini giovanili causata dalla noia e dal fatto che questi ragazzi erano stati inseriti in un contesto a loro ostile.
Gioventù bruciata
Il classico, il capostipite, il modello al quale tutti prima o poi si ispirano se devono raccontare storie di adolescenti. Ne avevamo parlato qui, definendolo “non un film per vecchi”.
Lady Bird
Il capolavoro di Greta Gerwig è un raro caso di film dove il conflitto madre/figlia adolescente non è lo sfondo delle avventure della seconda, ma il cuore stesso dell’opera. È anche un film che potete usare come cartina al tornasole per la vostra età interiore: se vi trovate a parteggiare per Saoirse Ronan siete ancora giovani, se tifate per Laurie Metcalf state invecchiando.
Ovosodo
Avremmo potuto puntare su Tre metri sopra il cielo per fare compagnia a Rossosperanza come "quota italiana", invece abbiamo deciso di avere pietà e di ricordare questo mai troppo ricordato gioiello di Paolo Virzì, che insegnò a un’intera generazione l’esistenza del Wyoming.
Suburbia
Forse il più estremo tra i film della lista, sicuramente il più punk, tra cameo dei Vandals e dei True Sounds of Liberty e Flea dei Red Hot Chili Peppers tra i protagonisti. È anche quello dove il conflitto genitori-figli viene risolto nel modo più radicale: con una fuga da casa di massa dei protagonisti, che si mettono a squattare in una serie di villette a schiera abbandonate.
Thirteen – 13 anni
Una storia semi-autobiografica scritta a quattro mani dalla regista Catherine Hardwicke e dalla sua “figlia surrogata” Nikki Reed, figlia dell’uomo che Hardwicke frequentava al tempo e con la quale aveva stretto un bellissimo rapporto (che immaginiamo duri ancora oggi, in realtà): di fatto, quindi, un racconto di formazione approcciato da entrambi i lati della barricata, anche se poi dal punto di vista narrativo il film privilegia ovviamente le due tredicenni del titolo. Crudissimo e ancora oggi quasi insostenibile, anche a vent’anni di distanza dall’uscita.