Rossosperanza e altre storie di gioventù bruciata

In occasione dell’uscita al cinema di Rossosperanza, eccovi dieci (più uno) film su adolescenti ribelli e genitori che non li capiscono

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Rossosperanza uscirà nelle sale italiane giovedì 24 agosto grazie a Fandango

C’è un motivo se il romanzo di formazione, o Bildungsroman se preferite tirarvela con il tedesco, o coming-of-age per una versione più internazionale, è uno dei generi narrativi più diffusi e sfruttati: al contrario dei suoi protagonisti non invecchia mai, ma si evolve in parallelo alla società e riesce in questo modo a essere sempre uno specchio fedele dei tempi che racconta (e quindi un oggetto prezioso anche dal punto di vista storiografico). E poi c’è un altro motivo ancora più profondo: la maggior parte di noi è stata nella propria vita o un figlio ribelle, o un genitore che deve gestire un figlio ribelle, e in certi casi entrambe le cose. Provare a raccontare il “come” (e anche il “perché”) è benzina narrativa molto potente. Anche quando l’opera in questione parla di un tempo altro: Rossosperanza di Annarita Zambrano è ambientato alla fine degli anni Novanta, ma le vicende di Zena, Marzia e gli altri hanno, come le migliori storie adolescenziali, una valenza universale.

Rossosperanza si inserisce quindi in una delle tradizioni più longeve e celebrate della storia del cinema, dalla quale sono usciti alcuni dei personaggi più (per una volta non ci vergogniamo a usare questa parola) iconici della storia della settima arte. Un’ottima compagnia che abbiamo deciso di celebrare raccogliendo dieci (+ uno bonus) tra i migliori film a tema “gioventù ribelle” che siano mai stati fatti. Ovviamente abbiamo dovuto fare esclusioni dolorose: John Hughes, per esempio, è presente con un solo film, mancano molti classici che abbiamo escluso perché si concentrano meno sul rapporto genitori-figli (pensate ad Arancia meccanica, o Schegge di follia). Ma siamo comunque soddisfatti della nostra selezione: la trovate qui sotto, in rigoroso ordine alfabetico - usatela per riempire l'attesa dell'uscita di Rossosperanza.

A donne con gli amici

Cominciamo con uno dei titoli italiani peggiori della storia dei pessimi adattamenti di titoli stranieri. Foxes, il primo lungometraggio di uno dei maestri del thriller erotico anni Novanta, è la storia di quattro ragazze che vivono alla periferia di Los Angeles e passano le loro giornate a crogiolarsi nella noia esistenziale della fine degli anni Settanta, in una sorta di aggiornamento al femminile di un altro grande classico che citeremo più sotto.

American Graffiti

Roger Ebert disse che “non è solo un gran film ma anche un lavoro geniale di fiction storica; nessun trattato sociologico riuscirà mai a battere il film nel farci ricordare com’era essere vivo in quel preciso momento culturale”. Manuale di adolescenza, primo blockbuster estivo della storia, ne abbiamo parlato qui.

Breakfast Club

Del classico di John Hughes, che si è dovuto giocare il posto fino all’ultimo con l’altrettanto importante Sixteen Candles, colpisce soprattutto come sia invecchiato solo esteticamente (e inevitabilmente) e come, per il resto, rimanga un ritratto impareggiabile non tanto dei tormenti dell’adolescenza in generale, quanto nello specifico della difficoltà di comunicazione e comprensione tra genitori e figli, vista per una volta solo dalla parte di questi ultimi.

Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino

Il film (e il libro prima di esso) sono passati alla storia per il loro ritratto brutale e documentaristico della vita di una giovane tossicodipendente tedesca nella Berlino degli anni Ottanta, un posto nel quale ti poteva capitare di trovare per strada dell’eroina tanto quanto David Bowie. Forse della lista è quello invecchiato peggio per la specificità del suo argomento (più che di adolescenza parla di droga), ma resta un bel pugno nello stomaco per tutte le età.

+1: Deathgasm

Fateci divertire un po’. Molti classici racconti di formazione sono anche un modo per raccontare la sottocultura dei suoi protagonisti: ci sono film sui mod e sui biker e sui paninari e su quello che volete, ma ci sono pochissimi film che parlano di quanto essere un metallaro durante l’adolescenza sia al contempo esaltante e profondamente imbarazzante. Certo, Deathgasm ne parla a suon di demoni e decapitazioni, ma lo fa per coerenza con il tema trattato.

Giovani guerrieri

Il film di Jonathan Kaplan racconta una classica storia di adolescenti annoiati nella suburbia residenziale di un bel posto in mezzo al nulla, ma ha anche un valore più universale, di monito: è infatti ispirato alla vera storia di una città di fondazione che venne progettata senza tenere conto dell’età media dei futuri abitanti, con una conseguente ondata di crimini giovanili causata dalla noia e dal fatto che questi ragazzi erano stati inseriti in un contesto a loro ostile.

Gioventù bruciata

Il classico, il capostipite, il modello al quale tutti prima o poi si ispirano se devono raccontare storie di adolescenti. Ne avevamo parlato qui, definendolo “non un film per vecchi”.

Lady Bird

Il capolavoro di Greta Gerwig è un raro caso di film dove il conflitto madre/figlia adolescente non è lo sfondo delle avventure della seconda, ma il cuore stesso dell’opera. È anche un film che potete usare come cartina al tornasole per la vostra età interiore: se vi trovate a parteggiare per Saoirse Ronan siete ancora giovani, se tifate per Laurie Metcalf state invecchiando.

Ovosodo

Avremmo potuto puntare su Tre metri sopra il cielo per fare compagnia a Rossosperanza come "quota italiana", invece abbiamo deciso di avere pietà e di ricordare questo mai troppo ricordato gioiello di Paolo Virzì, che insegnò a un’intera generazione l’esistenza del Wyoming.

Suburbia

Forse il più estremo tra i film della lista, sicuramente il più punk, tra cameo dei Vandals e dei True Sounds of Liberty e Flea dei Red Hot Chili Peppers tra i protagonisti. È anche quello dove il conflitto genitori-figli viene risolto nel modo più radicale: con una fuga da casa di massa dei protagonisti, che si mettono a squattare in una serie di villette a schiera abbandonate.

Thirteen – 13 anni

Una storia semi-autobiografica scritta a quattro mani dalla regista Catherine Hardwicke e dalla sua “figlia surrogata” Nikki Reed, figlia dell’uomo che Hardwicke frequentava al tempo e con la quale aveva stretto un bellissimo rapporto (che immaginiamo duri ancora oggi, in realtà): di fatto, quindi, un racconto di formazione approcciato da entrambi i lati della barricata, anche se poi dal punto di vista narrativo il film privilegia ovviamente le due tredicenni del titolo. Crudissimo e ancora oggi quasi insostenibile, anche a vent’anni di distanza dall’uscita.

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