Roma 2010 - Waiting for Superman scuote e convince

Presentato a Roma il documentario sullo stato catastrofico della scuola americana, che lascia molto colpiti. Visti anche il mediocre Little Sparrows e lo strano film di Guido Chiesa Io sono con te...

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festival di roma

 A cura di ColinMcKenzie

  • Waiting for Superman (Extra)
    Devo dire che ero piuttosto preoccupato per questo titolo, considerando quanto non avevo amato il precedente lavoro di Davis Guggenheim Una scomoda verità, che gli aveva fatto vincere l'Oscar. E l'inizio, fatto di ralenti retorici con bambini protagonisti e le storie difficili dei loro genitori (droga, morte, disoccupazione), non mi faceva certo ben sperare.

    Per fortuna, il resto di questo lavoro è ben più interessante. Scopriamo così un po' di storia dell'istruzione americana, ma soprattutto veniamo a contatto con delle persone che lavorano in questo ambito da tempo. L'analisi è sicuramente notevole, come quando si collegano i problemi del quartiere con i risultati scolastici e si pone l'accento sulla competizione tra i vari istituti. 

    L'aspetto più intrigante è che un prodotto del genere in Italia non può che generare grandi polemiche. In teoria, l'attenzione verso la scuola pubblica è un tema di sinistra, ma a questa parte politica piacerà l'enfasi con la quale si punta il dito contro gli insegnanti che non possono essere licenziati nonostante abbiano commesso errori gravi, così come l'ipotesi di premiare i più motivati? Insomma, si può accettare che la colpa non sia solo dei politici e dei 'poteri forti', ma anche di chi a scuola ci lavora ogni giorno?

    Se diversi filmati d'archivio sono molto apprezzabili, l'apoteosi si raggiunge in una lunga sequenza verso la fine del documentario, che è sicuramente una delle cose più impressionanti viste quest'anno. Peccato che, invece di fermarsi lì, si punti a una conclusione più ottimista e ridondante...

  • Io sono con te (Concorso)
    Sarà difficile trovare quest'anno un prodotto più particolare di Io sono con te, storia di Maria madre di Gesù raccontata attraverso Vangeli ufficiali e apocrifi, anche perché si sceglie di far parlare gli attori in lingua originale (peccato che questo aspetto non verrà mantenuto nella versione per le sale, con risultati speriamo convincenti), compresi alcuni attori in latino che chiaramente non sembrano naturali. Sarà un nuovo La passione di Cristo?

    Difficile sperarci e d'altronde Guido Chiesa sembra avere le idee confuse. Realizza un prodotto molto attento alle atmosfere e vuole rendere tutto poetico (incominciando con la fotografia, fin troppo artistica), ma poi si lascia andare a momenti cruenti veramente strampalati. E l'idea di mostrare la sconvolgente normalità di questa famiglia non convince molto quando si vuole far diventare Maria una sorta di femminista ante litteram, in grado di far valere le sue ragioni in un ambiente che difficilmente avrebbe tollerato certi atteggiamenti.  

    Per carità, certe scelte sono anche coraggiose e apprezzabili. Di sicuro, non rientra nell'elenco dei titoli italiani più fastidiosi visti ultimamente. Ma forse potrebbe finire nel vasto calderone di pellicole nostrane senza un pubblico...

  • Little Sparrows (Concorso)
    Poco da dire su questo piccolo film indipendente tutto al femminile. Si tratta infatti della storia di tre sorelle, che devono affrontare i loro problemi personali (soprattutto con l'altro sesso) in un momento drammatico, per via della madre che sta morendo di cancro. Un soggetto che avrebbe potuto dar vita a un film da Robert Altman o P.T. Anderson, ma che in realtà produce novanta minuti di pura noia fastidiosa.

    Il ritmo è ovviamente lento, lentissimo, cosa che sarebbe anche tollerabile se i dialoghi non fossero composti da frasi fatte decisamente false, che forniscono un'impressione didascalica, peggiorata da uno stile registico che sa di vecchio (da titoli Dogma più deteriori, direi). E quando non si sa come produrre emozioni, si mette un po' di musica al pianoforte. Un finale discreto non è ovviamente sufficiente per riscattare un'opera troppo pretenziosa...

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