Roma 2010 - Il miglior documentario dell'anno?

E' stato presentato nella sezione Extra del Festival di Roma uno spietato documento di accusa contro i manager e il sistema che hanno portato alla crisi economica. Un lavoro che fa impallidire Oliver Stone e Michael Moore. Si tratta di...

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festival di roma

 A cura di ColinMcKenzie

... Inside Job, che ha anche una delle migliori tagline lette ultimamente: "il film che è costato 20.000.000.000.000 dollari per la sua realizzazione". Fin dall'inizio, il documentario di Charles Ferguson punta in alto, visto che in una didascalia dice che spiegherà come è andata la crisi economica. E' possibile affrontare un tema cosi complesso senza risultare troppo complicati per i neofiti e troppo banali per gli addetti ai lavori?

Inside Job riesce nel miracolo e ora si capiscono le ragioni del grande entusiasmo verso questo prodotto che arrivavano da Cannes. Derivati, subprime e leverage non sembreranno arabo come era fino a questo momento. Anzi, l'effetto è anche più inquietante, perché ti viene da pensare che la crisi fosse alle porte e che anche un bambino lo avrebbe capito. Tanti gli avvertimenti ignorati, quasi come si trattasse di una tragedia greca, in cui gli uomini a cui viene affidata l'economia mondiale sono dei cocainomani amanti della bella vita e del lusso più delirante, ma forse anche per questo incapaci di capire il senso delle loro azioni.

Si inizia dall'Islanda, terra che è stata massacrata dagli speculatori e dagli effetti della globalizzazione, un evento che avrebbe dovuto far risuonare diversi campanelli d'allarme. Con un ritmo appassionante e la voce narrante di Matt Damon, scopriamo tante cose sull'origine della crisi, a partire dalle scelte di deregulation fatte negli anni ottanta. E' impossibile rimanere indifferenti di fronte a banche che fanno affari con regimi, ma soprattutto con intervistati che sembrano non rendersi conto delle assurdità che dicono e di quello che sta avvenendo.

Come è possibile che consulenti che invitano i loro clienti a comprare delle azioni poi con le loro società puntano a speculare sul ribasso delle stesse, mandando quindi sul lastrico chi dà loro i soldi? O che manager dai bonus milionari vengano premiati per aver provocato guadagni rapidi, ma che mettono in crisi il sistema sul lungo termine?

Si rimane impressionati dall'immagine di edifici e case vuoti per la crisi. E da due figure in particolare. Il primo è Eliot Spitzer, ex governatore dello stato di New York e che aveva indagato spesso sul malaffare di alcune banche, fino a quando non è rimasto coinvolto in uno scandalo sessuale e ha visto terminare la sua carriera (sarà un caso? Improbabile). L'altro è Henry Paulson, che rappresenta (ma è in buona compagnia) il villain ideale del documentario, visto il suo ruolo nella crisi e con l'amministrazione Bush.
 
E alla fine ti dici che queste persone saranno state punite e magari non avranno più ruoli di responsabilità. Peccato che nessuno sia neanche sotto processo (figuriamoci condannato). E soprattutto che l'amministrazione Obama abbia nominato in ruoli importanti alcune persone che hanno commesso errori imperdonabili. In attesa della prossima crisi...

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