Road to House of the Dragon: perché rivedere la quinta stagione de Il Trono di Spade

In attesa di vedere House of the Dragon, ripercorriamo insieme le principali tematiche trattate ne Il Trono di Spade

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Manca sempre meno all’uscita di House of the Dragon, la nuova serie creata da Ryan J. Condal e da George R. R. Martin. Pochi giorni ci separano dalla storia ambientata duecento anni prima degli avvenimenti de Il Trono di Spade con protagonista la casata Targaryen. Inutile dire che, da appassionati delle opere dello scrittore americano, la nostra attesa nei confronti di questo show è davvero elevata. 

Per rispondere al nostro bisogno di tornare quanto prima a Westeros abbiamo quindi deciso di fare un rewatch di tutte le otto stagioni tratte dalle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Un viaggio intenso che abbiamo percorso nuovamente con estremo piacere e che ci ha spinti a realizzare una serie di articoli dedicati ai tre motivi principali per i quali riguardare ogni singola stagione. Se siete giunti qui, probabilmente avrete visto che siamo arrivati alla quinta tornata di episodi, andati inizialmente in onda dal 20 aprile al 22 giugno del 2015.

Ma non perdiamo altro tempo. Quali sono per noi i motivi per rivedere la quinta stagione de Il Trono di Spade? Andiamo per punti.

ASPETTATEVI L’INASPETTATO

Sin dal primo episodio (Guerre Imminenti), gli autori vogliono mettere le cose in chiaro: le dieci puntate di questa stagione cambieranno i personaggi della serie per sempre in modi che non possiamo neanche lontanamente immaginare. Ecco che quindi vediamo Jon Snow diventare il capo dei Guardiani della Notte (episodio 2, Il nuovo comandante) e, nell’ultima puntata (Madre Misericordiosa) venir ucciso per questo suo nuovo ruolo dai suoi compagni.

La forza e la determinazione di Daenerys Targaryen comincia inoltre a sgretolarsi. La Madre dei Draghi si allontana dal suo popolo che sembra non amarla più, per trovare in Tyrion Lannister la sua unica ancora di salvezza. Persino i draghi, che rivedremo presto anche in House of the Dragon, non la rispettano più. Il tutto mentre a Meereen nasce una nuova setta ribelle desiderosa di vendetta e di un ritorno della società precedente all'arrivo di Daenerys (episodio 4, I Figli dell’Arpia).

Nel bel mezzo di tutto questo troviamo Sansa costantemente vittima degli eventi, Jaime alla ricerca di un modo per riscattare il proprio nome e una Cersei disposta a fare qualsiasi cosa pur di raggiungere i propri obiettivi. Il Trono di Spade è sempre stato sinonimo di “colpi di scena”, ma in questa stagione è evidente che lo scopo sia quello di lasciare il pubblico a bocca aperta. Ancora più che in passato.

LA PAURA DI UNA FEDE CIECA

La terza puntata (L’Alto Passero) introduce quello che sicuramente è uno degli elementi più importanti per la trama di questi dieci episodi: il fanatismo religioso. Ad Approdo del Re un gruppo noto come i passeri si oppone ai peccati degli esseri umani, punendo di proprio pugno chiunque ritengano impuro. Cersei, incapace di vedere il pericolo che si cela dietro queste persone, incontra l’Alto Passero e decide di nominarlo Alto Septon, a capo del Credo dei Sette. Questo porta la situazione a degenerare nel sesto episodio (Le Serpi delle Sabbie), dove assistiamo alla cattura di Margaery e di Loras Tyrell da parte degli uomini di chiesa, e nel settimo (Il Dono), dove Cersei subisce la medesima sorte.

Bryan Cogman, David Benioff e D. B. Weiss pongono particolare attenzione a questo gruppo religioso, evidenziando come il fanatismo conduca verso l’abisso. Poco importa se le intenzioni sono nobili: seguire una fede cieca è sbagliato in ogni caso. Per un istante si può notare un pizzico di Stephen King nel trattamento di questo argomento. I due episodi in questione, infatti, riescono a incutere sincero terrore attraverso i semplici esseri umani. Un terrore ben più grande di quanto possano mai trasmettere non-morti e altre creature provenienti da qualsivoglia mondo fantasy.

L’INVERNO STA ARRIVANDO

Proprio riguardo le appena citate creature, l’ottava puntata (Aspra Dimora) riporta il focus sugli Estranei e sulla loro pericolosità. Jon Snow è andato a nord, oltre la Barriera, per aiutare i Bruti e per convincerli a fuggire a sud prima che sia troppo tardi. Durante la sua permanenza nel villaggio che dà il titolo alla puntata, i Guardiani della Notte e gli abitanti del luogo vengono attaccati dall’esercito di non-morti. Una sequenza terrificante, in grado di far comprendere rapidamente il vero pericolo che minaccia Westeros. Le guerre tra le varie casate hanno poca importanza, se paragonate all’annichilamento di tutte le forme di vita.

Nel bel mezzo del caos che divampa nel villaggio, rivediamo finalmente il Re della Notte, interpretato da Richard Brake (ma che lascerà il ruolo a Vladimir Furdik dalla prossima stagione). Un personaggio che sarà sempre più centrale e del quale non vediamo l’ora di potervi parlare in futuro, probabilmente nel Road to House of the Dragon della settima stagione de Il Trono di Spade.

https://www.youtube.com/watch?v=y7LhpJ6Jv1k&t=3s

E voi che ne pensate dei nostri tre motivi per rivedere questi episodi? Avreste fatto le nostre stesse scelte, oppure pensate che siano presenti tematiche più importanti? E quanto aspettate House of the Dragon? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, attraverso le pagine social di BadTaste.it.

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