La rivincita di Hocus Pocus

La rivincita di Hocus Pocus e delle sorelle Sarah, Mary e Winifred Sanderson!

Redattore su BadTaste.it e BadTv.it.


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Nel 1993 Hocus Pocus viene stroncato da gran parte della critica americana. “Nonostante il brillante terzetto di attrici, Hocus Pocus non sarà il Sister Act del ‘93” scrive il Miami Herald. Il film di Kenny Ortega esce dal botteghino con meno di 40 milioni di dollari. Eppure non è la fine della sua corsa, ma l’inizio di un percorso imprevedibile e inaspettato che negli anni lo trasforma in un piccolo cult. Due decenni più tardi, nel 2013, i fan vanno letteralmente in delirio alla proiezione per il ventennale organizzata in occasione del D23 nei Walt Disney Studios di Burbank, con l’esibizione dal vivo di I Put A Spell On You da parte di Bette Midler. Nel 2015, il Magic Kingdom di DisneyWorld include l’Hocus Pocus Villain Spelltacular nella serie di eventi del Mickey Not-So-Scary Halloween Party, con le sorelle Sanderson che a ogni esibizione evocano un diverso villain dei Classici Disney. I biglietti vanno letteralmente a ruba e non fanno che confermare la tendenza che ha visto negli anni una continua riscoperta del film da parte del pubblico. A partire dalla release in DVD nel 2002, ogni mese di ottobre, per via di Halloween, il film registra regolarmente un'impennata faraonica nelle vendite. Ogni anno, ABC e Disney Channel lo ritrasmettono con risultati eccezionali che sbaragliano la concorrenza in termini di share. E “I Put A Spell On You” è diventata l’inno del nutrito e composito fandom delle tre mirabolanti fattucchiere. Perché il pubblico ama ancora Hocus Pocus?

Thackery Binx

Prima di Salem, il gatto dalla parlantina svelta di Sabrina – Vita da Strega, il buon Thackery Binx è stato uno dei personaggi del film più apprezzati dai bambini. Nel 1693, nel tentativo di salvare sua sorella Emily dalle grinfie delle Sanderson, che aspirano la vita delle loro giovani vittime per darsi una svecchiata, Binx finisce trasformato dalle tre megere in un gatto nero. Dopo l’impiccagione delle streghe a opera degli abitanti di Salem, il povero Binx non viene riconosciuto dal padre, che lo crede ucciso dalle perfide fattucchiere. Trecento anni dopo, il giovane californiano Max non riesce ad ambientarsi dopo un traumatico trasferimento da Los Angeles a Salem, dove la casetta delle streghe è diventata un piccolo museo. Per fare colpo sulla bella Allison, Max accende la famigerata candela dalla fiamma nera rievocando inavvertitamente le tre malvagie sorelle. A Thackery Binx non resta che aiutare i ragazzi a sopravvivere a una notte di fuoco, che potrebbe costare la vita a tutti i giovani abitanti di Salem. Due anni prima degli animali di Babe – Maialino Coraggioso, la resa sullo schermo del gatto parlante è ricreata da un utilizzo saggio di gatti addestrati e di digitale per le espressioni del muso nelle inquadrature ravvicinate. I risultati sono ancora imperfetti, ma il pubblico ama il rovesciamento della figura del gatto nero che, da portatore di sventura, diviene un custode vittima di una maledizione e del proprio rimorso per non essere riuscito a salvare la piccola Emily.

Nelle sue nuove fattezze feline, Thackery ha una tempra e una voce differente dalla precedente versione umana, rendendosi di fatto un personaggio “altro” rispetto al ragazzo conosciuto nel prologo. In teoria, le domande rimaste aperte su Binx sono molte, a cominciare dal perché possa parlare coi ragazzi ma non sia stato in grado di comunicare con suo padre. Se decidiamo di colmare alcuni potenziali buchi di trama con le misteriose maledizioni del libro stregato delle tre sorelle, l’idea di dare al gatto una nuova personalità funziona e a volte commuove. Thackery Binx, da eroe sfortunato, diventa un piccolo guardiano che nell’aiutare i suoi nuovi amici non rinuncia a un pizzico di malinconia: “Abbi sempre cura di Dani, Max. Non saprai mai quanto è preziosa per te fin quando non la perderai” si raccomanda. E sul finale, in molti avrebbero preferito che Binx rimanesse un gatto e che entrasse a far parte della sua nuova famiglia di amici anziché ricongiungersi con la sorella defunta, varcando dei fantomatici cancelli dell’aldilà. Soprattutto perché il finale ricorda nuovamente al pubblico che Thackery è un personaggio indubbiamente migliore di Max: vederli l’uno accanto all’altro è la riprova che Binx ha un carisma ben più grande rispetto al giovane californiano.

I Put A Spell On You

“Fattucchieria o nera magia è specialità mia!” cantava Maga Magò ne La Spada nella Roccia. Ne è convinta anche l’astuta e malvagia Winifred Sanderson, primogenita delle tre sorelle e mente diabolica del gruppo, interpretata da un’istrionica Bette Midler che buca lo schermo con una recitazione smaccatamente teatrale e sopra le righe. Si può fondere la faccia tosta della maga de La Spada nella Roccia a tre improbabili versioni malvagie e goffe di Flora, Fauna e Serenella? Anche questa, dopotutto, è stregoneria. Difatti la vicenda riprende come canovaccio il famoso processo alle streghe di Salem della fine del diciassettesimo secolo, durante il quale tre donne furono accusate e condannate, portando al dilagare a macchia d’olio di accuse e tribunali per tutto il Massachusetts. Le Sanderson capovolgono l’approccio tradizionale alla stregoneria reggendosi su un piccolo ma intrigante paradosso: le tre rispondono molto bene all’iconografia classica della fattucchiera ma danno al film un tono da stand-up comedy con un fiume di gag pronte a mischiare il fantastico con la commedia degli equivoci. Un meccanismo che non è ancora morto: anche il Barnabas Collins del Dark Shadows di Tim Burton faceva il suo ritorno nel ventesimo secolo con tutti i fraintendimenti che ne potevano derivare. Le Sanderson, inizialmente, credono che Halloween sia una sorta di riscatto globale della stregoneria, ma si accorgono ben presto che non è che una grande festa commerciale. In tutta la loro disarmante ingenuità e istrionica gigioneria, rubano indubbiamente la scena ai buoni: il trio dei ragazzi formato di Omri Katz, Vanessa Shaw e di una giovanissima Tora Birch (ancora lontana dalla malinconica adolescente di American Beauty) non riesce mai a fare da contraltare alle tre perfide carampane sulla scopa. Il vero contrappeso nel team dei buoni è lo stanco e spazientito zombie Billy Butcherson, vittima delle maledizioni di una furiosa Winifred che lo ha sepolto con le labbra cucite dopo averlo scoperto a flirtare con la sorella Sarah. Sotto il trucco da walking dead c’è Doug Jones, il Silver Surfer de I Fantastici 4 e Silver Surfer di Tim Story e tra gli attori preferiti di Guillermo del Toro, che lo ha voluto con sé in Hellboy, Il Labirinto del Fauno, Hellboy: The Golden Army e Crimson Peak.

 
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Ad affiancare Bette Midler ci sono una Sarah Jessica Parker ancora lontana da Sex & The City e una Kathy Najimi fresca del successo di Sister Act nel ruolo di Suor Maria Patrizia. Midler e Parker torneranno insieme tre anni dopo nel ruolo delle due rivali de Il Club delle Prime Mogli; e quando nel ’96 Parker interpreta per la terza volta un personaggio svampito in Mars Attacks di Tim Burton, appare chiaro che Sex & the City le dà la possibilità di uscire da un tunnel che la sta fossilizzando su un unico ruolo. In Hocus Pocus, Sarah Sanderson è la più affascinante e la meno scaltra delle tre sorelle, non facendo che flirtare con gli abitanti di Salem anche durante le preziose ore prima di un’alba che potrebbe esserle fatale. Mary Sanderson è invece l’improbabile segugio del team, il cui fiuto dovrebbe condurre il trio a scegliere le vittime sacrificali per gli incantesimi. Le due sono le inevitabili spalle comiche dell’astuta sorella maggiore, perennemente destinata a dover sopperire alla loro scarsa intelligenza. Non è inusuale che, tra le streghe, una mente malvagia e raffinata sia spesso circondata da fattucchiere di bassa lega. Accadeva anche ad Angelica Houston nel ruolo della spaventosa Strega Suprema in Chi Ha Paura delle Streghe? tratto dal racconto di Roald Dahl. “Perché sono stata condannata ad avere due sorelle così idiote?” non fa che chiedersi l’esasperata Winifred a ogni goffo fallimento di Mary e Sarah. E la solidarietà del pubblico, ovviamente, è tutta per lei.

L’intero architrave di Hocus Pocus è proprio nella presenza brillante e grottesca delle tre, pronte a ritrovarsi nelle situazioni più paradossali per via dell’improvviso ritorno in un’epoca che non conoscono. Forse non è un caso che le tre megere scambino un arzillo pensionato con un costume da Satana per il vero maligno, venendo a loro volta scambiate per tre cosplayer delle leggendarie Sanderson. Le terribili sorelle non sono infatti il primo terzetto d’eccezione di streghe del grande schermo, ma arrivano al cinema sei anni dopo Le Streghe di Eastiwick di George Miller, nel quale Cher, Susan Sarandon e Michelle Pfeiffer si erano lasciate sedurre da un Jack Nicholson nel ruolo del diavolo in persona. Ma a Salem le cose sono molto differenti da Eastwick, e Hocus Pocus ha delle mire ben diverse dal film di Miller. La stessa Winifred si accorge ben presto che l’era moderna non è diventata altro che un guazzabuglio di mentecatti: “La vigilia di ognissanti è diventata una notte di follia, con bambini che indossano costumi e vagano come pazzi!” esclama la strega. Tuttavia, è anche questa presa di coscienza che porta la fattucchiera al grande colpo di scena: messa alle strette, quando Max dal palco della festa cittadina apostrofa le tre fattucchiere come le vere sorelle Sanderson, la perfida megera ha già capito di poter far leva sulla stupidità degli abitanti del ventesimo secolo. “Grazie Max per la tua straordinaria introduzione” replica Winifred, spacciandosi per l’anima della festa con un numero musicale. E’ qui che il terzetto dà il meglio di sé con l’interpretazione di I Put a Spell On You (Vi ho fatto un incantesimo), reinterpretazione dell’iconico brano del 1956 di Screamin’ Jay Hawkins. Del tutto inaspettato, il celebre momento canoro consegna a Bette Midler l’immancabile occasione di esibirsi mostrando i muscoli dei suoi tre Grammy Award e dei milioni di dischi venduti.

Tra le innumerevoli iniziative in campo musicale, Midler ha partecipato a We Are The World di Michael Jackson all’interno progetto USA For Africa. E dietro la macchina da presa di Hocus Pocus c’è proprio il regista e coreografo Kenny Ortega, storico collaboratore del Re del Pop e tra i creatori del Dangerous World Tour proprio tra il ’92 e il 93. E’ proprio Ortega a firmare la regia di Michael Jackson’s This Is It, oltre a essere stato tra i creatori dell’ultimo e incompleto tour del cantante, scomparso il 25 giugno del 2009. Dopo la regia dei 3 capitoli di High School Musical e l’abbandono del progetto del remake di Footlose, nel 2015 Ortega ha diretto il film tv Descendants, con protagonisti i figli dei più iconici villain della Disney. Fedele alla propria idea di entertainment, figlia inevitabilmente della sua carriera di coreografo, Ortega affida gran parte del tono del film alla fisicità dei personaggi e alle loro movenze opportunamente buffe, goffe o smaccatamente acrobatiche. Avendo Hocus Pocus una struttura fin troppo lineare (con tanto di falso finale, in cui tutto sembra essersi sistemato salvo scoprire che le tre streghe sono ancora vive rimettendo in gioco tutto), Ortega è decisamente fortunato a poter contare sulla presenza di Bette Midler. E’ indubbio che Hocus Pocus si regga in gran parte sull’interpretazione dell’attrice e cantante, capace di valorizzare un riuscitissimo make up e di rubare la scena a tutto il resto del cast. Più che spalle comiche, le sorelle sono controparti poco scaltre chiamate periodicamente a destare l’esasperazione della fattucchiera per via della loro scarsa intelligenza: “Siamo streghe, siamo cattive!” deve ricordare loro in continuazione. Non è un caso che Winifred sia l’unica a volare su una vera scopa nel gran finale, nel quale le altre due devono accontentarsi di un mocio e dell’aspirapolvere del museo.

Disney rimetterà mano anche a Hocus Pocus? Sappiamo che le possibilità di un sequel, negli anni, sono definitivamente sfumate nonostante la buona predisposizione a tornare delle tre protagoniste, grate del successo ottenuto dal film nella sua seconda vita tra Home Video e riscoperta sul web. Tuttavia, l’annunciato live-action di un cult come Taron e La Pentola Magica, pesante flop al botteghino del suo tempo, apre di fatto la porta alla possibilità di riportare al cinema titoli riscoperti nel tempo che non hanno sfondato nelle sale. Nel 2007, in molti hanno notato alcuni possibili riferimenti a Hocus Pocus in Stardust di Matthew Vaugue, nel quale tre orribili streghe capitanate da Michelle Pfeiffer (bellissima ma pronta a ridecomporsi a ogni incantesimo) puntavano a catturare la giovane Claire Danes proprio per riacquistare un aspetto giovane e avvenente. Non è dato sapere al momento se e in quale forma le sorelle Sanderson potrebbero eventuale tornare sul grande schermo, ma la nuova politica disneyana che rilancia e rispolvera titoli del passato potrebbe contagiare nuovamente anche i vicoli di Salem. Quasi un quarto di secolo dopo il film di Ortega, streghe e zombie continuano a essere amici del box office. Sconosciuto a parte del nuovo pubblico, Hocus Pocus fa parte delle tradizioni di Halloween di molti fan di vecchia data, che ne ricordano con affetto la leggerezza e la faciloneria di uno script che da bambini scolpì loro in mente un fiume di battute superate dal tempo. Quando Billy Butcherson augurava a Winifred di andare all’inferno la strega replicava di esserci già stata e di averlo trovato delizioso. “Addio simpatico e galante cocchiere!” sospirava Sarah dopo aver rimorchiato l’autista dell’autobus. La nostra era tecnologica si presterebbe a un ritorno delle sorelle Sanderson con un nuovo fiume di gustosi equivoci, ma sarebbe un’operazione doppiamente rischiosa. Da un lato lo script andrebbe stravolto per agganciare un pubblico abituato a dei tempi comici completamente cambiati, dall’altro il cinema ha sdoganato aspetti della stregoneria che nel ’93 erano del tutto inediti: alle brutte e irrimediabilmente malvagie fattucchiere si sono sempre più aggiunte streghe avvenenti, giovani e dalle intenzioni complesse. E’ accaduto con le streghe così come coi vampiri, sempre più vicini all’immaginario erotico adolescenziale che al carisma di tormentate creature millenarie. “Davvero ci rappresentano così? Da non credere!” esclamava il Conte Dracula di Hotel Transylvania osservando una clip di Twilight. Forse le Sanderson stanno bene nei ricordi di chi ha riso delle loro gag e ha fatto inevitabilmente il tifo per loro, vittima del loro ennesimo sortilegio che le ha portate a prendersi una rivincita sugli incassi tiepidi.

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