Ritorno al futuro è un film sull’incesto? Un’analisi
Ritorno al futuro parla di viaggi nel tempo, terrorismo e di una madre che vuole farsi il figlio: ma fu vero incesto?
Ritorno al futuro, un classico senza tempo sui viaggi nel tempo
Nel corso dei suoi 35 anni di vita, Ritorno al futuro è stato al centro di discussioni di ogni genere, fin dal momento della sua uscita. All’inizio erano dichiarazioni entusiastiche, del tipo “ma l’hai visto questo nuovo film bellissimo?!”: quando uscì incassò quasi 400 milioni di dollari nel 1985, a fronte di un budget inferiore ai 20, e da allora è un esempio perfetto di come si fa un blockbuster per tutta la famiglia e contemporaneamente si gettano le basi per un franchise gigantesco che comprende non solo tre film ma anche una serie animata, videogiochi, fumetti, oltre a una quantità immensa di merchandise di ogni tipo. Un franchise che, nonostante non abbia ancora perso colpi in 35 anni di vita, è anche riuscito grazie alla testardaggine di Bob Gale a scampare il tritacarne del remake/reboot/sequel che sta flagellando così tanti suoi colleghi degli anni Ottanta e Novanta.
Ritorno al futuro e il complesso di Edipo
Una volta sviscerati a dovere tutti gli aspetti più fantascientifici di Ritorno al futuro, e analizzati in profondità tutti gli aspetti che lo rendono anche un fantastico ritratto di una certa America – anzi di due Americhe, a distanza di trent’anni l’una dall’altra, che passano dal sogno bucolico alla Frank Capra alla all-American-ness degli anni Ottanta di Reagan –, rimane però un altro strato di significato che vale la pena esplorare, che molte persone si sono perse all’epoca o addirittura consideravano perfettamente normale, e che oggi nel 2020, nell’Epoca delle Polemiche e dei Social, acquista un fascino tutto nuovo. Stiamo parlando di una considerazione a cui John Mulaney ha dedicato un intero sketch, e cioè che Ritorno al futuro è un film sull’incesto.
Fu vero incesto?
Questa incresciosa situazione è il motore di una buona metà delle gag di Ritorno al futuro. Lorraine, che non sa che Marty sarà suo figlio, vuole farsi tantissimo Marty perché vive in una famiglia tradizionalista e repressiva ed è animata da uno spirito ribelle e da una vagonata di ormoni in subbuglio. Marty, che sa che Lorraine sarà sua madre, deve respingere le sue continue avance (in un buffo contrasto con la Lorraine del futuro che a inizio film spiega a Marty che le ragazze che inseguono i ragazzi sono delle poco di buono), ma passare comunque del tempo con lei nel tentativo di farle vedere il fascino nascosto di George McFly.
Il fatto che tutto questo sia inserito nella cornice di un film per famiglie (per quanto PG, principalmente per via del fatto che è pieno di parolacce) è particolarmente divertente: immaginatevi queste famigliole americane che portano i piccoli Joey e Jeanine al cinema a vedere questo nuovo film d’avventura e viaggi nel tempo con quello lì di casa Keaton, e si ritrovano di fronte a una scena dove la madre palpa voluttuosamente la coscia del figlio a cena, di nascosto, sotto il tavolo, avvicinando pericolosamente la mano al cavallo dei pantaloni! Tutto questo peraltro nello stesso film che qualche scena prima dipinge la signora McFly del 1985 come una donna frustrata, anche sessualmente, da un marito senza spina dorsale e che ignora lei e la sua evidente discesa verso l’alcolismo più spinto (Ritorno al futuro è veramente molto strano): pochi personaggi nella storia del cinema sono stati concettualmente evirati dal film in cui stanno quanto la prima versione di George McFly, come simbolicamente indicato anche dalla distruzione, proprio a inizio film, della sua stessa macchina, cioè l’estensione fallica per eccellenza del maschio americano – e a questo punto non dovrebbe sfuggirvi neanche il dettaglio che Marty va nel passato a risvegliare sessualmente i suoi genitori proprio a bordo di un’automobile molto veloce.
Bob, Bob e Sigmund
Il punto è che tutti questi sottotesti (che spesso diventano testi evidenziati con il pennarello giallo fosforescente) potrebbero essere derubricati a invenzioni attribuendone la loro paternità alle turbe psichiche di chi guarda e non di chi il film l’ha fatto. Sarebbe plausibile, se non fosse che il contenuto edipico di Ritorno al futuro non è un caso o uno scherzo sfuggito di mano, ma l’idea alla base del concepimento del film. Che è stato scritto a partire da un’idea di Bob Gale, condivisa immediatamente con Bob Zemeckis: “Se fossimo andati a scuola con i nostri genitori, saremmo diventati amici?”, e da lì il passo successivo “oddio, mia madre ci avrebbe provato con me?”. Non solo: Disney, dice sempre Bob Gale, alla quale era stato offerto il film, lo rifiutò sdegnata, dicendo “non potete proporci un film sull’incesto!”; stiamo parlando degli anni di Porky’s, Fuori di testa e Animal House, per dire che anche in un clima di generale arrapamento cinematografico l’idea di mettere in piedi una relazione incestuosa in un film per famiglie era considerata eccessiva almeno da qualcuno.
Gale e Zemeckis se ne rendevano perfettamente conto, e a sentir loro una delle sfide maggiori fu quella di andare oltre ma mai troppo oltre, non oltrepassare mai una linea invisibile che avrebbe definitivamente cambiato il tono del film da “divertente” a “sottocategoria di sito porno”. Ripetiamo: sapendo di avere inserito una sottotrama incestuosa, i due hanno deciso non di nasconderla o depotenziarla, ma di infilarci tutto quello che riuscissero a infilarci senza venire censurati a vita. E quindi Ritorno al futuro è anche pieno di simboli e seconde letture che mettono sotto una nuova luce parecchie scene.
Ritorno al futuro è una tragedia greca?
C’è, per esempio, il fatto che nella storia non sia Marty (il figlio) a volersi portare a letto Lorraine (la madre), ma il contrario, in una sorta di anti-Edipo; e se nella storia del re di Tebe il figlio uccide il padre, qui gli salva invece la vita, dando inizio alla cascata di eventi che potrebbero portare alla sua sparizione dal continuum spazio-temporale. Oppure prendete la scena del ballo e del primo bacio tra Lorraine e George: a Marty non basta assicurarsi che i suoi genitori si conoscano e si piacciano, deve spingerli a consumare un atto carnale – simbolicamente con un bacio, è ovvio, ma nella pratica lo scopo di Marty è far sì che i suoi futuri genitori facciano del gran sesso, senza il quale lui non potrebbe nascere.
E soprattutto come reagisce Marty a quel primo bacio, che è l’equivalente di quando sorprendi i tuoi genitori a letto che fanno sesso? Ne rimane disgustato o turbato, come capita ai bambini che vivono la succitata esperienza? No, anzi: esulta, gode, è felice, e fa esplodere il suo orgasmo in un gran bel pezzo di rocchenrolle; in altre parole si sta masturbando mentre guarda i suoi genitori che fanno sesso.
Dovrebbe essere chiaro a questo punto che Ritorno al futuro è senza dubbio anche un film sull’incesto. Lasciateci però chiudere con un’ultima considerazione, ispirataci proprio da Bob Gale: nell’evoluzione del rapporto tra Marty e Lorraine è fondamentale che sia la seconda a tirarsi indietro e a decidere che non vuole fare sesso con suo figlio; ed è quello che succede nella scena del bacio in macchina, dove tutto quello che c’è da dire viene raccontato da un campo e controcampo sugli occhi spalancati dei due. «È stato come baciare mio fratello» dice Lorraine a Marty per spiegare perché c’è qualcosa che non va in quel bacio. La considerazione dunque è questa: cosa ne sa Lorraine di com’è baciare suo fratello?