Riders Republic, ora sappiamo cosa succede mescolando SSX con Burnout Paradise | Anteprima

Abbiamo provato in anteprima Riders Republic e pensiamo abbia tutte le carte in regola per diventare qualcosa di esaltante

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


Condividi

Riders Republic scatena piacevoli reminiscenze in chiunque abbia avuto il piacere e l’onore di intrattenersi con titoli arcade come SSX, Burnout, ma anche FIFA Street e MotorStorm.

Non si gioca a calcio, non si guidano mezzi motorizzati (più o meno), ma il mood, il feeling della produzione Ubisoft, che abbiamo potuto provare in anteprima grazie alla beta, è affine a quel genere di videogiochi che, soprattutto un paio di generazioni di console addietro, offrivano una visione più scanzonata e sopra le righe di discipline sportive realmente esistenti e non.

A ricordare i bei tempi andati ci pensa un’ambientazione credibile, certo, ma arricchita e abbellita da colori vibranti e accesi; la musica, tendenzialmente rock, che riverbera continuamente nelle vallate che separano un picco innevato dall’altro; la netta e chiara sensazione che ci sia sempre un’altra gara ad attenderci, giusto qualche centinaio di metri più in là.

Riders Republic screenshot

Laddove i vecchi titoli citati poc’anzi proponevano esperienze lineari, Riders Republic, un po’ come Burnout Paradise o Forza Horizon se preferite, mette a disposizione una gigantesca mappa liberamente esplorabile, ricca di punti di interesse generosi di competizioni e percorsi che, una volta completati, elargiscono punti spendibili, negli appositi shop in game, per sbloccare capi d’abbigliamento e nuovo equipaggiamento con cui personalizzare il proprio avatar. Da questo punto di vista, il tono vagamente folle della produzione si palesa nella possibilità di vestire il proprio avatar come un pirata o come se fosse una giraffa.

L’idea che ci si fa sin dal primo avvio del software è quello di una sorta di MMO in salsa sport estremi, visto che le discipline disponibili, al momento, sono tre: sci, downhill ed improbabili gare con tute alari e jetpack.

"Vallate, montagne innevate, fitti boschi, non manca nulla"Come avrete già intuito, come abbiamo già sottolineato in apertura, non dovete aspettarvi un titolo simulativo, nonostante la mappa si presenti come una sorta di collage di habitat naturali realmente esistenti. Vallate, montagne innevate, fitti boschi, non manca nulla e anche visivamente, sebbene Riders Republic non sembri spingere al limite le console di nuova generazione, il colpo d’occhio è assolutamente piacevole e regala scorci davvero suggestivi. Certo, lasciano davvero a desiderare alcune texture, ma nulla che non si possa risolvere anche in futuro.

Pad alla mano, si nota qualche sbavatura frutto del lavoro ancora incompleto effettuato dagli sviluppatori. Al di là di qualche bug, un paio davvero esilaranti e per fortuna piuttosto rari, la gestione della fisica non ci è parsa irreprensibile. In alcuni casi siamo stati sbalzati dalla bici anche in assenza di evidenti ostacoli, in altri rocce e sassi hanno deviato in maniera del tutto inaspettata la traiettoria del mezzo.

Dove Riders Republic sembra già totalmente a suo agio è invece nel senso di velocità profuso in ogni competizione. Soprattutto sfruttando la visuale in prima persona, sia a bordo di una mountain bike, sia con sci o snowboard si resta quasi ipnotizzati nel constatare quanto rapidamente possa scorrere la pista sotto i propri occhi. Sfidando la CPU, selezionando il livello di difficoltà intermedio, non abbiamo avuto chissà quali difficoltà a batterli puntualmente, ma non sono mancate bagarre piuttosto adrenaliniche in momenti topici della gara.

Già da questa prova anticipata, è evidente tuttavia che bici e sci siano le discipline più riuscite e divertenti. Complice l’ottimo feedback negli urti e il differente attrito percepito a seconda del tipo di terreno percorso, le gare sono molto fisiche e si ha la costante sensazione che un singolo errore possa costare carissimo, soprattutto considerando che il rewind, sempre attivabile in qualsiasi momento, riporta sì l’avatar in una posizione precedentemente occupata, ma senza che la feature intacchi il normale fluire del tempo. Ciò significa che perderete eventualmente posizioni e secondi preziosi, pur contando comunque sulla possibilità di correggere l’errore.

Purtroppo il senso di velocità viene stranamente a mancare quando vi ritroverete tra le nuvole. Durante il tutorial, equipaggiati di jetpack, siamo rimasti piuttosto delusi dal semplice svolazzare da un checkpoint all’altro.

Riders Republic screenshot

Poco male, tuttavia, visto che Riders Republic punterà fortissimo anche sulla varietà di competizioni disponibili. Oltre ad innumerevoli gare, non mancheranno tornei di trick, piattaforme da cui lanciarsi, che andranno prima scovare nella mappam, ed eventi multiplayer di cui al momento possiamo solo immaginare la portata.

È evidente che la produzione Ubisoft, esattamente come è stato a suo tempo per The Division o For Honor, crescerà nel tempo, assecondando i feedback ricevuti dagli utenti. Non si tratterà di un gioco che darà il suo meglio dal day one, previsto per il prossimo 28 ottobre, ma che attraverserà una lunga fase di rodaggio prima di esprimersi al meglio.

Questo primo contatto, tuttavia, ci ha esaltato e ha scaldato il nostro vecchio cuore da amanti di titoli arcade. Soprattutto in bici e sugli scii ci siamo esaltati parecchio, nonostante qualche comprensibile bug ed una gestione della fisica non sempre perfetta.

Manca davvero poco al debutto di Riders Republic. Non ci resta che attendere e incrociare le dita. Le premesse per l’ennesimo multiplayer assuefacente targato Ubisoft ci sono tutte.

Continua a leggere su BadTaste