Ricordando Battaglia per la Terra, il film che esiste per colpa di Tarantino

Il successo di Pulp Fiction diede la spinta a John Travolta per finanziare il film tratto dal romanzo di Ron Hubbard, con risultati rivedibili

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Nei primi anni Novanta John Travolta era in declino: dopo aver sfondato grazie a La febbre del sabato sera e Grease, l’attore si era infilato in una serie di flop critici e/o commerciali (Due come noi, Perfect, Gli esperti americani) e il suo nome aveva perso trazione presso gli studios. Una situazione incresciosa che pareva dovesse complicare un progetto al quale Travolta, che nel 1975 era entrato nella chiesa di Scientology, teneva tantissimo: la trasposizione cinematografica di Battaglia per la Terra, un tomone di quasi 800 pagine scritto da L. Ron Hubbard nel 1982 che raccontava le avventure di Jonnie Goodboy Tyler, un essere umano dell’anno 3000, e la sua lotta contro i cattivissimi alieno Psychlo, che hanno conquistato il pianeta e costretto quel che resta dell’umanità a regredire a uno stadio primitivo.

[caption id="attachment_441076" align="aligncenter" width="1024"] Battaglia per la Terra, un film che parla di pettinature.[/caption]

LALALA NON TI SENTO

Poi arrivarono Quentin Tarantino e Pulp Fiction, e una nomination all’Oscar per Travolta, e d’improvviso Battaglia per la Terra tornò a essere una possibilità concreta: John Joseph decise che era arrivato il momento di flettere i muscoli e cominciò a smuovere mari e monti per dare il via alla produzione del film. La quale richiese almeno cinque anni e l’intervento produttivo della Franchise Pictures di Elie Samaha, un tizio un po’ strano che riuscì a finanziare Battaglia per la Terra andando in giro per gli studios urlando HO UN FILM DI FANTASCIENZA CON JOHN TRAVOLTA e, ogni volta che qualcuno gli faceva l’obiezione che forse un film di propaganda per Scientology potesse non essere una grande idea, mettendosi le dita nelle orecchie facendo LALALA.

Non contento di aver provocato la rinascita di Travolta e dunque di avere indirettamente causato l’esistenza di Battaglia per la Terra, Tarantino ne combinò anche un’altra: andò a un’anteprima del film e disse a Travolta “oh ma questa roba è BELLISSIMA!”. E il risultato è che oggi il film di Roger Christian, scritto dallo sceneggiatore di Robin Hood un uomo in calzamaglia JD Shapiro e interpretato dai capelli di John Travolta e da altri attori, esiste e ha da poco compiuto vent’anni. Al tempo fu salutato come uno dei peggiori film di sempre, il Plan 9 from Outer Space della sua generazione; che effetto fa rivederlo oggi? Siamo andati in sacrificio per voi.

[caption id="attachment_441077" align="aligncenter" width="1024"] "Come sarà Battaglia per la Terra oggi?"[/caption]

"Il Plan 9 della sua generazione"

Vogliamo innanzitutto tranquillizzarvi: Battaglia per la Terra è ancora oggi, un ventennio dopo, uno dei peggiori film mai girati. Non necessariamente “scritti”: confezionata diversamente, la storia di Jonnie Goodboy Tyler, capo della resistenza e modello per pubblicità di shampoo, potrebbe anche far da base a un film interessante. Intendiamoci, Ron Hubbard non è mai stato un grande scrittore di sci-fi né ha mai avuto mezza idea originale nella sua carriera letteraria, e Battaglia per la Terra segue abbastanza pedissequamente il modello cartaceo (pur con qualche necessaria sforbiciata qui e là) da non potersi permettere di elevarsi in alcun modo. Ma questa favoletta di resistenza contro l’invasore e di riscoprire la costituzione degli Stati Uniti d’America e usarla come base per ricostruire la civiltà non è per forza condannata a fare schifo – per come viene declinata nel film, la storia di Battaglia per la Terra è una sorta di cover di un Pianeta delle scimmie a caso (in particolare di quello con la scimmia Cesare, il primo del post-Burton insomma) con gli umani al posto delle scimmie, e ha abbastanza colpi di scena e scene madre che in mani migliori sarebbe potuta essere la base per qualcosa di presentabile.

Invece Roger Christian sbaglia ogni singola cosa, e a cascata tutto il film si disfa e diventa il liquame che conosciamo oggi.

Innanzitutto: a chi è venuta l’idea di riempire il film di inquadrature storte? Non artisticamente storte, non studiatamente storte, non storte perché c’è un motivo, no, semplicemente storte, storte male, storte brutte.

[caption id="attachment_441078" align="aligncenter" width="1024"] Storta.[/caption]

[caption id="attachment_441079" align="aligncenter" width="1024"] Storta.[/caption]

[caption id="attachment_441080" align="aligncenter" width="1024"] Stortissima.[/caption]

D’altra parte parliamo di un film dove anche le inquadrature facili, statiche e dal grande effetto vengono fuori bruttine.

[caption id="attachment_441081" align="aligncenter" width="1024"] Bruttina.[/caption]

Soprassediamo su quello che succede ogni volta che c’è una scena che contiene anche solo uno sprazzo d’azione: il signor Christian impazzisce e perde il controllo dello spazio intorno a lui, non aiutato da un branco di attori che non hanno alcuna intenzione di prendere sul serio quello che stanno facendo e, per dirne una, quando si pigliano a sberle lo fanno con la passione e la convinzione di una comparsa sullo sfondo durante una scena di rissa al saloon in un film con Bud Spencer e Terence Hill. C’è una sequenza, ancora durante il primo atto quando non è del tutto chiaro che Battaglia per la Terra è un disastro senza precedenti, nella quale il protagonista e sosia non ufficiale di Guybrush Threepwood Barry Pepper sfonda una parete di vetro, e questa cosa ci viene mostrata cinque volte di fila da cinque angoli diversi (che sono in realtà tre o quattro di cui uno riciclato un paio di volte) senza alcuna spiegazione se non che Roger Christian si è convinto che “nei film d’azione si fa così”.

[caption id="attachment_441082" align="aligncenter" width="1024"] "Sono Guybrush Threepwood, un temibile pirata"[/caption]

“Per fortuna che Battaglia per la Terra gronda stile e sfrutta al massimo i suoi elevati valori produttivi!” direte voi. “No!” risponderemo noi: ogni set, ogni costume, ogni paio di stivali con le zepppe per far sembrare Travolta più alto, ogni acconciatura senza senso intensifica la sensazione di povertà e di squallore che trasuda fin dalla prima inquadratura. È chiaro che la maggior parte dei partecipanti a questa baracconata è un po’ in imbarazzo nel trovarsi lì, e l’unico che sembra crederci davvero è ovviamente un carichissimo John Travolta, il cui Terl è un mix tra Darth Vader e un mafioso italoamericano. Lui è cattivo, cattivissimo!, e non smette mai di esserlo, e si sa che per essere cattivi bisogna stare costantemente sopra le righe, un paio di metri sopra le righe: ecco spiegata tra l’altro l’acconciatura un po’ Avatar un po’ Bob Marley del signor Travolta.

Si potrebbe andare avanti per ore a smontare pezzo dopo pezzo Battaglia per la Terra, un film che, molto semplicemente, non si salva, a meno di non vederlo come un gran pezzo di comicità involontaria, talmente fuori scala da perdere ogni contatto con la realtà e con la sua stessa identità (quella, cioè, in teoria, di film voluto da Scientology) e da trascendere, sublimare, diventare qualcosa d’altro, un manuale su come non si gira un film, o anche volendo una collezione di momenti incredibili ben rappresentati, crediamo, da questa piccola collezione con la quale andiamo a chiudere il pezzo.

Grazie, Quentin Tarantino, la prossima volta anche meno però.

[caption id="attachment_441083" align="aligncenter" width="1400"] Il momento in cui Barry Pepper impara a volare giocando a uno psichedelicissimo videogioco degli Psychlos[/caption]

[caption id="attachment_441084" align="aligncenter" width="1024"] Quando Barry Pepper viene sottoposto allo Sparaflashatore, un macchinario che ti insegna le cose sparandoti un flash negli occhi (da cui il nome).[/caption]

[caption id="attachment_441085" align="aligncenter" width="1024"] Lui.[/caption]

[caption id="attachment_441086" align="aligncenter" width="1024"] Lei.[/caption]

[caption id="attachment_441088" align="aligncenter" width="1024"] L'inspiegabile sequenza nella quale il cavallo morto di Barry Pepper torna in scena per qualche secondo.[/caption]

[caption id="attachment_441089" align="aligncenter" width="1024"] Le treccine di Barry Pepper.[/caption]

[caption id="attachment_441090" align="aligncenter" width="1024"] La sottigliezza delle metafore e dei riferimenti iconografici.[/caption]

[caption id="attachment_441091" align="aligncenter" width="1024"] I capelli di Forest Whitaker.[/caption]

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