Richard Kelly sta lavorando a una versione da 6 ore di Southland Tales
Southland Tales ritorna in home video con un nuovo montaggio e il regista accarezza il sogno della versione definitiva lunga sei ore
La prima in concorso a Cannes
Il film esordì al Festival di Cannes dove ricevette un’accoglienza a dir poco critica. Il regista aveva inviato alla commissione selezionatrice, nel 2006, una copia del film non completa con montaggio grezzo ed effetti speciali provvisori. Non aveva finito in tempo di lavorare alla post produzione e l’aveva sottoposta senza grandi speranze di venire scelto. A sorpresa di tutti, Southland Tales venne invece selezionato per il concorso. Consapevole che non sarebbe mai riuscito a finirlo in tempo, si rassegnò così a mostrare al pubblico una versione grezza dell'opera.
Un momento che, ancora oggi, Kelly ricorda come devastante, attenuato però dal pensiero che anche Donnie Darko non venne apprezzato nei primi giorni di sfruttamento, salvo poi diventare un cult amatissimo.
Il Cannes Cut di Southland Tales
Il 26 gennaio Southland Tales potrebbe ritrovare una seconda vita. Arriverà infatti in home video una nuova edizione in Blu-Ray contenente la versione del film mostrata a Cannes e rimasta fino ad ora misteriosa. Il rimontaggio presenta circa 15 minuti di scene aggiuntive mai viste nella versione theatrical.
Il compito di questa nuova versione non è sicuramente quello di semplificare la complessa trama, ma sicuramente potrebbe portare una maggiore compattezza alla storia. Southland Tales paga infatti il prezzo di salti di tono spesso spiazzanti, con inserti musicali bizzarri (indimenticabile, nel bene e nel male, la performance di Justin Timberlake) e una trama non lineare di ben poco appeal.
Persino il nutritissimo cast, composto (tra gli altri) da Dwayne Johnson, Sarah Michelle Gellar, Seann William Scott, Justin Timberlake e Mandy Moore, ha ammesso di avere partecipato al film come un atto di fiducia.
Timberlake, ha confessato che per lui Southland Tales è pura arte performativa e di non sapere tuttora di cosa parli il film. Sul set, Kelly ha invitato il cast a seguire le sue indicazioni perché, anche se gli attori non erano in grado di comprendere che cosa stava accadendo in quel preciso momento, ogni scena andava a comporre un quadro più grande, chiaro al regista.
Solo a lui, direbbe qualcuno.
Fatto sta che il film fu una pietra pesante sulla lenta carriera del regista, che girò The Box nel 2009 e nient’altro. Intervistato da Collider ha però spiegato di non essere stato fermo in questi anni. Ha lavorato molto sulla scrittura e la progettazione di nuove opere. In particolare ha all’attivo, in fase di sviluppo, una decina di storie a lui care. Dopo la sua ultima regia ha rifiutato la direzione di molti film proprio per concentrarsi su questi progetti personali.
Eppure l’ossessione per Southland Tales sembra non essere tramontata. Anzi, Richard Kelly sostiene che il suo primo desiderio sia proprio rimettere mano al film. E proprio tra le sceneggiature sviluppate in questi anni c’è anche un’espansione di quella storia.
Il sogno di una versione estesa
Southland Tales copre infatti i capitoli 4-5-6 di una trama più ampia e crossmediale. Il prequel era stato pubblicato in tre volumi a fumetti, scritti dallo stesso Kelly, il quale ha spiegato di avere dedicato un’enorme quantità di tempo per rielaborare il contenuto delle graphic novel e adattarlo in una nuova sceneggiatura.
La versione ideale (dell’opera) praticamente consiste in un film lungo sei ore, diviso in due parti, in cui ciascuna parte contiene tre capitoli. È come una storia in sei capitoli ma presentata in due epici film, come un grande lungometraggio in due parti, che in un mondo ideale potrebbe esistere sulle piattaforme streaming o su qualcosa che è più sensibile rispetto a queste storie presentate in una forma estesa.
Un approccio molto simile a quello di Zack Snyder per il suo cut di Justice League. Se andasse in porto il progetto del regista di rielaborare ed estendere Southland Tales ci troveremmo di fronte a un prodotto completamente rinnovato e (ancora) più aderente alla visione del regista. C’è da dire però che, a differenza di Snyder, Kelly non gode dello stesso potere produttivo. Inoltre il materiale da cui partirebbe, sebbene si sia ritagliato nel tempo una piccola nicchia di fan, non ha la stessa forza sul mercato di un film di supereroi. Conviene interpretare le parole del regista come un appello a possibili produttori interessati e non come un progetto che vedremo a breve sugli schermi.
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Fonte: Collider, ComicBook.com