Red Dead Redemption 2: cosa rivelano i riferimenti cinematografici del primo trailer

Il primo trailer di Red Dead Redemption 2 esibisce vari riferimenti ad un certo tipo di western, uno speciale per scovarli e comprenderli

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Red Dead Redemption, l’originale, era una contaminazione tra western tradizionale e brutalità moderna, con un tocco di Messico in stile spaghetti western. Sembrava ispirarsi alla tradizione del West che punta a Sud, che viaggia sul confine del Messico o negli stati più caldi. Più o meno quel che si è prediletto nell’era d’oro del genere al cinema, nei film di Ford e Hawks, di Boetticher e Walsh. In più in quel titolo c’era il rapporto coi messicani e con opposte fazioni di una guerra, che viene dritto dallo spaghetti western. Certo aveva tantissima autonomia, come gioco sapeva muoversi su terreni suoi personali, però i riferimenti sembravano sempre quelli. Più che altro era contaminato dall’idea che il West sta morendo, era ambientato nel 1911 (era terminale del selvaggio West) e come molto cinema degli anni ‘40 e ‘50 raccontava anche l’arrivo della civilizzazione come fine di una mitologia.

Il primo teaser che è uscito di Red Dead Redemption 2 invece pare dire tutt’altro. E per fortuna!
Innanzitutto a giudicare dai paesaggi mostrati dovrebbe essere un western di quelli che si muovono verso nord, come Lo Sperone Nudo o La Notte Senza Legge. Western montanari fatti di cappotti e abeti più che di deserto e camicie, quelli in cui si va in canoa come in L’Ultimo Dei Mohicani (a tutti gli effetti un western) e in cui sostanzialmente si cade dall’alto delle rupi invece che da cavallo, quando si viene colpiti.

[caption id="attachment_162149" align="aligncenter" width="600"]Puro L'Ultimo Dei Mohicani Puro L'Ultimo Dei Mohicani[/caption]

Dal punto di vista delle idee che lo contaminano invece se dobbiamo basarci sul teaser l’impressione è che faccia riferimento a tutta un’altra era del cinema western. Molto più in là degli anni della fine della frontiera c’è infatti stato il western decadente e disilluso di Peckinpah in cui non ci sono eroi, poi quello sentimentale di Eastwood e infine l’era che per certi versi viviamo ora con film come Bone Tomahawk, il western individualista, in cui non ci sono le comunità (com’era tipico degli anni ‘50), non ci sono le piccole città, i sindaci e il complesso di abitanti a pesare sugli eroi ma le imprese sono o individuali o ristrette a piccoli gruppi che agiscono non per il bene comune ma per il bene di una persona sola.

Abbiamo messo insieme alcuni frame con i loro originali per capire quale mood visivo il gioco dimostri di aver cercato.

[caption id="attachment_162145" align="aligncenter" width="600"]sentieri Sentieri Selvaggi[/caption]

Leviamoci subito di dosso il frame più ingombrante, quello che tutti quanti (gli appassionati) avranno riconosciuto e che sembra in contraddizione con quanto appena scritto, quello che fa riferimento al finale di Sentieri Selvaggi. Il film è degli anni ‘50 ma in totale controtendenza al suo periodo, racconta infatti di una donna rapita e di un uomo che viaggia anni per andare a riprenderla. Il suo obiettivo però è anche la vendetta. Non una comunità, non un paesino in pericolo ma uomini soli nelle terre desolate con un’impresa personale in testa. È inoltre uno dei primi western che smitizzano l’eroe e proprio quell’inquadratura finale, ripresa nel teaser, ne costituisce l’atto più importante. Alla fine della storia l’eroe è solo, guardato da dentro la casa.

[caption id="attachment_162146" align="aligncenter" width="600"]spietati Gli Spietati[/caption]

L’altro grande riferimento visivo però sembra essere l’Eastwood terminale, quello di Gli Spietati, forse il suo western più importante per l’evoluzione del genere. È infatti citato in almeno due momenti.
Il primo è uno dei molti fondamentali paesaggi, utili a mostrare la varietà della mappa ma anche a dare il tono del gioco. Qui il cavaliere è spostato dal lato al centro ma l’idea è la medesima, un uomo sul crinale dell’orizzonte che procede a cavallo da solo al tramonto. Accanto un albero che sta solo in mezzo al nulla, come lui. C’è ancora un’altra caratteristica però in quest’immagine che racconta bene i riferimenti visivi (e quindi tematici), è il fatto che l’orizzonte è a metà. John Ford diceva che non deve stare mai posizionato a metà immagine, o tutto sul fondo, per mostrare il cielo, o tutto in alto, per mostrare la prateria. Sono i due approcci classici, qui invece è nel mezzo, proprio come fa Eastwood, che è l’approccio più moderno e disincantato, il meno mitologico.

[caption id="attachment_162147" align="aligncenter" width="600"]gli-spietati Gli Spietati[/caption]

Il secondo momento preso da Gli Spietati è quello del fuoco, in cui il personaggio che non vediamo assume la medesima posa, con la medesima illuminazione, di Eastwood nella locandina. A questo poi volendo si può aggiungere che in Gli Spietati c’è un incendio nella scena più importante del film, ma suona un po’ come una forzatura vista l’immensità della trama di Red Dead Redemption 2. Tuttavia abbigliamento e posa sono proprio quelle di quel tipo di West, pieno di cappotti trasandati e poca cura per la buona estetica. Quello senza valori che non siano i propri sentimenti o i propri interessi.

[caption id="attachment_162153" align="aligncenter" width="600"]mucchio-2 Il Mucchio Selvaggio[/caption]

Infine c’è un po’ de Il Mucchio Selvaggio, sempre il West disincantato e disilluso. È un attimo nel finale, quando i cavalli passano in formazione. Potrebbe ricordare anche I Magnifici 7 ma il tono davvero non è quello lì. Anche perché poi si può dire che il riferimento a Il Mucchio Selvaggio è raddoppiato nella locandina, che mette i personaggi in quel tipo di posa che Peckinpah aveva ripreso per la propria.

[caption id="attachment_162148" align="aligncenter" width="600"]red-dead-bunch Il Mucchio Selvaggio[/caption]

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